Il sentiero natura

Il sentiero inizia vicino Largo Massimo, presso l'arco di travertino sotto cui sosta la Madonna di Quintiliolo quando la prima domenica di maggio lascia l'omonimo santuario per essere portata in processione nel Duomo di Tivoli dove rimane esposta al culto dei fedeli fino al suo rientro (nel citato santuario) la prima domenica di agosto. L'arco è situato non distante dall'ingresso della Villa Gregoriana sulla via che porta a Marcellina ed é anche molto vicino al punto in cui l'Aniene, uscendo dai cunicoli gregoriani scavati sotto il monte Catillo, compie un altissimo salto formando una prestigiosa cascata artificiale. Giunti al predetto arco si sale in direzione del Villaggio "Don Bosco" in salita e poco dopo si prende sulla destra il sentiero, contrassegnato dal C.A.I. sez. di Tivoli grazie a paletti di legno numerati ed ai soliti contrassegni colorati e recanti un numero tanto noti agli escursionisti.


Ingrandisce foto Salendo su M.Catillo

Il tempo di percorrenza è 3,30 h circa; l'intero tragitto si attua passando attraverso il Monte Catillo (conosciuto dai Tiburtini come Monte della Croce per via di una croce metallica posta sulla cima quasi a salvaguardia della città), seguendo verso Nord-Sud il tratto meridionale della cresta, scendendo nella Valle del fosso dell'Obaco a Fontana Vecchia e tornando infine al punto di partenza cioè all'arco di Quintiliolo.

Il Monte Catillo è di particolare interesse dal punto di vista geologico e botanico. Il terreno è roccioso ed è possibile trovare grazie alla sua conformazione le tracce di una cava abbandonata mentre resti di muretti a secco ricordano che in passato si coltivava fin lassù a terrazzamenti; l'interesse botanico è invece dato dal fatto che vi si possono ritrovare 120 specie di piante superiori ed alcune di esse rare (salsapariglia o stracciabraghe, olivo selvatico, albero di Giuda) e numerosi asfodeli gialli che in primavera fioriscono in modo stupendo (essi sono protetti dalle leggi regionali).


Ingrandisce foto Tivoli vista da M.Catillo

Superato il Monte Catillo, procedendo in lieve salita, si giunge al sughereto-castagneto oggi non tanto esteso rispetto al passato a causa degli incendi dolosi (che da anni si sviluppano sul Monte Catillo e interessano la zona estendendosi) e dell'abusivismo pastorizio particolarmente dannoso in quanto le bestie al pascolo brucano e mangiano anche le piantine che dovrebbero ringiovanire il bosco.

Questo misto di sugheri e di castagni, che nascono su un terreno calcareo, è di particolare interesse tanto che i botanici considerano il fenomeno irripetibile nel mondo e ne giustificano la presenza con lo speciale clima creato dalle cascate (si parla quindi di un raro microclima). La rarità del posto è poi aumentata dalla presenza nei prati vicini di un'altra specie protetta ma in via d'estinsione: l'orchidea selvatica (ophrys tentheredinifera).

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