Il Palazzo Imperiale

Alla prima fase (118-125 d.C.) dell'edificazione della Villa appartiene il Palazzo Imperiale che è senza dubbio il primo nucleo realizzato da Adriano come sua residenza imperiale. L'imperatore, forse per abbreviare i tempi di costruzione, pensò bene di riadattare, ampliandola e modificandola, la villa repubblicana (fine II sec. - inizio I secolo a.C.), che gli aveva portato in dote sua moglie Vibia Sabina. Adriano quindi non rase al suolo tale immobile ma in parte lo conservò come evidenziano alcune strutture che sono databili all'epoca repubblicana tra cui il criptoportico dell'edificio repubblicano. Bella e raffinata la decorazione geometrica della volta realizzata con tessere particolari di mosaico (conchiglie, pasta vitrea e marmo ridotto in minutissimi pezzi). Gli studiosi ipotizzano che, probabilmente in una nicchia del corridoio meridionale di detto criptoportico, fosse collocata una fontana.
La sua presenza, oltre ad essere legata ad una scelta ornamentale del criptoportico, sarebbe spiegabile con la finalità di umidificare l'aria rendendo l'ambiente più gradevole essendo mitigata l'afa estiva. Adriano, pur non distruggendo detto criptoportico, ne fece un corridoio di servizio e realizzò, proprio nella parte del corridoio dove si ipotizza fosse ubicata la citata fontana, un certo numero di stanze più o meno grandi.

Villa Adriana - La Piazza d'Oro
Ingrandisce foto Piazza d'Oro

Chiaramente fece anche delle sostanziali modifiche: demolì ad esempio tutte le strutture del piano superiore della vecchia villa per ottenere un vastissimo cortile circondato da un portico scaricante su pilastri. Oggi comunque è molto difficile ricostruire come il complesso doveva essere poiché non solo il trascorrere del tempo quanto le sistematiche spoliazioni hanno compromesso in parte la sua lettura. Possiamo comunque affermare che il gruppo di rovine, appartenute al Palazzo imperiale, occupa un'area di 50 000 m² articolandosi specificatamente in tre gruppi di stanze di abitazione e sale di rappresentanza, disposte attorno a tre peristili.

All'estremità sud-est è la Piazza d'Oro (nome datole per la ricchezza dei reperti qui rinvenuti), in cui si evidenzia un peristilio di 60 colonne a forma ottagonale con lati curvilinei concavi (che a est e a ovest permettono di raggiungere lussuosi ambienti) e convessi (allo loro corrispondenza ci sono dei piccoli ninfei).
Sull'asse centrale della piazza, è il monumentale Ninfeo di Palazzo, semicircolare (chiamato così per i due bacini ovali di fontana e utilizzato probabilmente come triclinio estivo) posto al centro del piazzale lastricato in opus spicatum.
A settentrione della citata Piazza d'Oro si trova la Sala dei Pilastri dorici a cui si accedeva tramite un cortile. L'ampio ambiente rettangolare è delimitato da un porticato, scaricante su trentasei pilastri pure rettangolari scanalati e avente una copertura a botte.


Ingrandisce foto Il Teatro Marittimo

Quindi abbiamo il Peristilio di Palazzo che costituisce il secondo dei tre grandi cortili porticati considerati dagli studiosi punti fondamentali di riferimento dell'esteso complesso imperiale. Su di esso si apre una grande sala con pianta basilicale divisa in tre navate. Nel pavimento sarebbero stati inseriti cinque quadri in mosaico policromo.

Quindi, in vista del Pecile, troviamo il terzo cortile ovvero Il Peristilio delle Biblioteche. È delimitato da un porticato poggiante su colonne corinzie. Sudi esso si affacciano due fabbricati a più piani chiamati erroneamente Biblioteca Latina e Biblioteca Greca (probabilmente utilizzati come triclini estivi).
Sul lato nord è la Biblioteca privata, ovvero una sala quadrangolare con nove nicchie che contenevano armadi per i libri
A nord-est del peristilio troviamo l'edificio detto Hospitalia, riservato agli ospiti.
Troviamo quindi un altro gruppo di ambienti dislocati intorno a un salone, il cosiddetto triclinio imperiale, si apriva su un colonnato con splendidi capitelli corinzi.
Vicinissimo è il Padiglione di Tempe, una vasta terrazza panoramica da cui la vista spazia sulla sottostante e pittoresca valle del fosso dell'Acqua Ferrata, chiamata da Adriano Valle di Tempe in ricordo di quella visitata in Tessaglia.
Infine non dobbiamo dimenticare la "chicca" del Palazzo Imperiale ovvero il Teatro Marittimo, l'edificio che meglio rivela la personalità di Adriano come sovrano, come uomo, come filosofo, come poeta.

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