Vibia Sabina

Vibia Sabina nacque nell'86 d.C. circa dall'unione di Salonina Matidia (nipote dell'imperatore Traiano) e di Lucio Vibio Sabino. Fu Plotina, l'imperatrice vedova di Traiano (morto a Senilunte nel 117) e probabile amante di Adriano (nipote e figlio adottivo del defunto sovrano) a imbastire per lei l'unione matrimoniale posta come condizione insindacabile affinchè Adriano succedesse a Traiano nella dinastia degli imperatori adottivi o senatoria. Nella "Vita Hadriani" di Elio Sparziano (suo biografo ufficiale), viene raccontato infatti che non era stato Traiano a designare Adriano come suo successore in quanto aveva deciso di non designare nessuno o di lasciare il trono ad un membro del consiglio imperiale, un giurista di nome Nerazio Prisco. Fu quindi Plotina a imporre Adriano sul trono, a condizione che, come predetto, si unisse a Vibia. Le nozze si fecero anche perchè la madre di Sabina, Matidia, accarezzava quest'idea per non lasciarsi sfuggire il potere che aveva avuto in passato essendo la nipote di Traiano.

Vibia Sabina
Ingrandisce foto Vibia Sabina

Ora il suo potere sarebbe accresciuto divenendo la suocera di Adriano, nuovo sovrano dal 117. Adriano fu molto riconoscente nei riguardi di queste sue sostenitrici a cui, in occasione dei funerali, tributò grandi onori. E Vibia? L' unione matrimoniale non fu felice e non nacquero figli. Nel 128 ottenne il rango di Augusta. Forse in tal modo Adriano volle ricompensarla per averlo seguito in tanti viaggi compiuti per ispezionare le province dell'impero. D'altra parte le tributò anche altri onori facendo per lei coniare persino delle monete. Il rapporto tra i due augusti sposi si inasprì ancora di più in seguito alla relazione di Adriano col giovane Antinoo.

Quando poi l'imperatore designò come suo successore L.Ceiono Commodo, adottandolo come era consuetudine nella dinastia predetta, i dissapori col marito divennero insanabili. Vibia infatti non considerava il designato successore all'altezza della "scelta del migliore" (principio su cui tutta la dinastia si era basata) e non condivideva la politica adottata dal marito che aveva sempre teso a sminuire il potere del Senato, da lei invece appoggiato. Nel 137 Vibia morì improvvisamente. Adriano le tributò grandi onori, divinizzandola. Molte però furono le voci che lo incolpavano di questa morte (si diceva per veleno). Adriano allora, deluso e amareggiato, si isolò, cambiò la sua decisione in merito all'adozione del suo successore ripiegando su Antonino Pio. Fu quest'ulimo a farlo divinizzare alla sua morte, avvenuta nel 138, riuscendo a superare l'astio dei senatori.

 

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