Una
presenza tradizionale nelle processioni tiburtine più
importanti sono l'Ombrellone, il Campanello e la Cappa magna.
Il Campanello sfila nel corteo religioso sempre davanti alla
Croce processionale perché il suo compito è
di richiamare con i suoi rintocchi l'attenzione dei devoti
al passaggio della sacra sfilata inducendoli al silenzio ed
alla preghiera. E' costituito in genere da un'asta più
o meno lunga nella cui sommità tra vari motivi decorativi
ornamentali è collocata una piccola campana il cui
batocchio è legato ad una cordicella che viene tirata
all'occasione per provocare i rintocchi.
La Cappa Magna (grande mantello) avvolge il più alto
prelato che sfila nella processione essendo incaricato di
portare il SS.Sacramento.
L'oggetto più caratteristico è però l'Ombrellone.
Secondo un'antica tradizione tramandata da diverse generazioni, i fedeli, posti ai bordi della strada, devono lasciare velocemente la propria "postazione" per raggiungere l'Ombrellone, infilarvi internamente la testa e tornare al proprio posto: il tutto per godere di buona salute per il resto dell'anno. L'Ombrellone é realizzato in larghe strisce verticali nei colori adottati dalla Chiesa fino al pontificato di Pio VII (quindi primi dell'Ottocento): oro e porpora spesso sostituiti, come in questo caso, dal comune giallo-oro e dal rosso.
Pio VII, al secolo Gregorio Barnaba Chiaromonti, fu eletto papa dal conclave di Venezia nel 1800. Fu lui a incoronare Napoleone imperatore nel 1804 ma poi, caduto in disgrazia, fu dichiarato dal Bonaparte decaduto e costretto a vivere a Fontainableu firmando nel 1813, perché costretto, un concordato in cui si accettava il decadimento del potere temporale gestito dal papa; liberato nel 1813, tornò a Roma dedicandosi a riformare amministrativamente ed economicamente lo Stato pontificio, inaugurando un nuovo tipo di rapporti tra lo Stato e la Chiesa. I colori del Vaticano sono attualmente il bianco ed il giallo.
Tornando all'Ombrellone, che sfila per le strade della nostra città nelle solenni processioni (Inchinata, venuta della Vergine di Quintiliolo nella 1° domenica di Maggio, Corpus Domini), esso non è altro che il sinnicchio chiamato da alcuni anche papilio. Quest'ultimo termine deriva dal fatto che esso da lontano sembra un'enorme farfalla variopinta giallo e rossa; il vocabolo sinnicchio discende invece dal greco e significa "coabito".
In
realtà questo enorme ombrellone, a strisce colorate alternate e terminanti con uno svolazzante alternarsi dei due colori non coincidenti con quello delle bande discendenti dalla sommità, rappresenta un cono sul cui apice è posato il globo crucigero. Appare quindi semichiuso e copre fin quasi il busto dell'uomo incaricato a trasportarlo.
L'Ombrellone tiburtino è portato da un associato della
confraternita del SS. Salvatore anzi si può dire che
questo onore, tramandato da padre a figlio, tocca solo e sempre
ai due confratelli, discendenti delle due famiglie a cui è
riservato tale diritto (Cresti e Iammancini). Fu proprio la
suddetta confraternita a portare con sé a Roma nel
1989 (alla riunione con tutte le altre confraternite in occasione
dell'anno Mariano) l'Ombrellone tiburtino che ricevette la
benedizione del pontefice Giovanni Paolo II.
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