Rivalità fra San Vittorino e Tivoli

Al 27,500 km della via Polense ci si imbatte sulla sinistra in un enorme arco di tufo, la Porta di Neola, attraversata la quale si percorre via San Vittorino per giungere al piccolo paese distante ca 300 m. L'arco fu scavato nel lontano Medioevo; qui infatti c'era il confine con la “superba” Tivoli che in questo posto sottoponeva merci e pedoni a pagare la gabella. Come nel caso della “gabella del Passo” che vide lo scoppio di una guerra tra Tivoli e Castel Madama anche qui la riscossione tiburtina delle gabelle suscitò lotte acerrime sia con Roma nel 1242 sia con Poli nel 1413.

Porta di Neola
Ingrandisce foto Porta di Neola

Facendo un salto indietro si apprende che il luogo rientrava nel territorio degli Equi-Cicolani, un gruppo dell'antica popolazione sannita; costoro con i Volsci furono per molto tempo in guerra con la nascente Roma. Tale alleanza antiromana fu stroncata dal dittatore romano A.Postumio così la zona fu controllata definitivamente dall'Urbe.

Il territorio di San Vittorino in seguito divenne parte dei beni di Adriano, imperatore della dinastia senatoria o degli imperatori adottivi.
Costui, che già possedeva un vastissimo territorio sotto Tivoli, portatogli in dote dalla moglie Vibia Sabina, aveva progettato di edificare la famosa Villa omonima, oggi patrimonio dell'Unesco. Per rifornirla d'acqua il territorio di San Vittorino fu attraversato da un acquedotto apposito. In realtà quattro erano gli acquedotti che sotto l'impero erano presenti sul territorio di San Vittorino: Anio Vetus (Aniene vecchio), Anio Novus (l' Aniene Nuovo), Marcia (famosissima acqua, acquedotto costruito dal pretore Quinto Marcio Rex nel 144 a.C.) e la Claudia.

La Porta, ricordata fin dal X-XI sec. proprio come confine meridionale del territorio tiburtino, ebbe molte varianti nel nome: Nebula, Nevele, Nievole, Arco di Olevano ecc. Secondo Zaccaria Mari (Tibur, Pars Quarta , Leo S. Olschki editore, 1991 pag. 259- 260) l'arco comunque potrebbe risalire addirittura all'età romana, vista la presenza di tante ville per raggiungere l'area prenestina. Per il Mari sarebbe da "prendere con le dovute cautele l'idea del Nibby, che ritiene la Porta di età medievale".

Vicinissima alla Porta c'è la tagliata stradale tufacea sulla Via che porta a Poli: Incerta la sua realizzazione: c'è chi sostiene che sia contemporanea alla Porta chi propende per la sua non antichità. Sul lato Sud della tagliata sono situate due tombe ipogee a camera, scavate l'una accanto all'altra nel tufo. Vi si accede dalla sommità del colle. Si ipotizza siano risalenti all'età tardo- repubblicana o al I sec.

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