Igino Giordani

Attualmente è in corso presso la diocesi di Frascati la causa per il processo di beatificazione del servo di Dio, Igino Giordani laico. Egli nasce nel 1894 in Via Maggiore, oggi via Domenico Giuliani, n. 19 a Tivoli da Mariano e da Orsola Antonelli. Nel 1907 con l'aiuto di un benefattore che gli paga la retta, entra nel Seminario diocesano di Tivoli, dove rimane fino al 1912; conseguita la licenza liceale, vince un concorso presso il Ministero di Grazia e Giustizia. Si iscrive alla Facoltà di Lettere e Filosofia all'Università di Roma. Con lo scoppio della I° guerra mondiale è inviato al fronte. Nel 1916 viene ferito ad una gamba ed alla mano destra guadagnandosi la medaglia d'argento al valore militare. Si laurea nel 1918 approntando la tesi "Il comico in Dante". Il 1920 è un anno decisivo per lui: sposa a Tivoli Mya Salvati, da cui avrà quattro figli, e con lei si trasferisce a Roma ove nell'autunno conosce don Sturzo, divenendone collaboratore diretto e capo ufficio stampa, e aderisce al Partito Popolare. Pur continuando ad insegnare, scrive su "Rivoluzione liberale" di Pino Gobetti e su "Il Popolo" del Partito Popolare Italiano, e pubblica il volume "Rivolta cattolica" (1986) in cui assume una forte presa di posizione contro il fascismo il che gli causa la messa al bando dal regime dittatoriale.


Ingrandisce foto Igino Giordani

Collabora a "Civitas", la rivista di Filippo Meda e, per difendere Alcide De Gasperi dalle accuse mossegli dai fratelli Mussolini, pubblica un libretto documentario che gli causa la radiazione dall'albo dei giornalisti e l'ostracismo civile. Dopo aver studiato biblioteconomia negli USA dirige la riforma del Catalogo della Biblioteca Vaticana e compila gran parte di quelle "Norme di catalalogazione" adottate in molte Nazioni. Approfondisce lo studio dei Padri della Chiesa e pubblica alcuni volumi sul messaggio sociale del Cristianesimo.

Nel 1940 nel corso della II Guerra Mondiale lavora con De Gasperi, Bonomi e altri esponenti antifascisti per preparare la rinascita della democrazia. Dopo la liberazione di Roma è tra i fondatori del "Il Quotidiano" che dirige per due anni. Il 2 giugno 1946 viene eletto deputato all'Assemblea Costituente per la circoscrizione di Roma e si batte per l'inserimento dei Patti Lateranensi nella Costituzione repubblicana; succede a Guido Gonella nella direzione de "Il popolo" (1946-1947). Rieletto nel '48 alla camera dei deputati, a Montecitorio incontra Silvia (Chiara) Lubich. Conosce così il Movimento dei Focolari e vi aderisce ed opera con animo tale che viene considerato un confondatore.


Ingrandisce foto Iscrizione-ricordo di I.Giordani

E' il primo tra gli sposati ad essere percorso da questa vocazione a contatto con i Focolarini; altri coniugati lo seguono impegnandosi a vivere tutta la vita nell'amore. Da polemista sferzante, come era stato negli anni ' 20, diventa sostenitore del dialogo, propone intese inter-partitiche per la pace e una politica in cui anche l'avversario sia amato.

Come parlamentare espone il suo pensiero relativo all'adesione dell'Italia al patto Atlantico: esso deve essere strumento di pace e non di guerra. A lui si deve il primo disegno di legge sull'obiezione di coscienza (1949) col socialista Calosso; nel 1950 intervenendo alla Camera dei deputati sulla mozione Giavi per la guerra di Corea, invita il governo a farsi mediatore tra gli Stati Uniti e il blocco comunista per la cessazione della guerra. Propone la nuova filosofia: "se vuoi la pace, prepara la pace". Nel 1952 pubblica "La divina avventura", prima esposizione della spiritualità del Movimento dei Focolari. Uscito dalla vita politica continua a dedicarsi agli studi preferiti ed insegna pensiero sociale del cristianesimo presso l'Università Internazionale "Pro Deo"; nel 1959 assume la direzione del periodico "Città Nuova", inoltre insieme a Chiara Lubich fonda il Centro S.Caterina. Collaboratore dell'"Osservatore romano", "Il popolo", negli ultimi anni si dedica in particolare all'attività ecumenica come direttore del Centro "Uno". Dopo la morte della moglie si ritira in un focolare a Rocca di Papa, continuando fino all'ultimo nelle sue attività presso il Movimento.
Muore il 18 Aprile 1980.

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