Le mura medievali

Nel corso del V sec a.C. Tibur, spinta dal continuo stato di guerra con le popolazioni vicine, iniziò ad avere l'esigenza di edificare delle mura che fossero in grado di difenderla dai pericolosi attacchi nemici. Per prima cosa si scelse un luogo idoneo ad essere difeso ove costruire stabilmente la città, un luogo rispondente alle esigenze e prospettive del tempo che vedeva vantaggioso e favorevole l'insediarsi in un sito circondato da precipizi, alture, corsi d'acqua non facilmente guadabili. Fu così che a Est, dalla parte dove scorreva l'Aniene, Tibur non fu cinta di mura proprio perché il fiume rappresentava un ostacolo naturale.


Porta del Colle

I baratri, a Nord, offrivano un ulteriore e migliore argine naturale: era ideale costruirvi l'Acropoli; solo a Sud e a Ovest la città non aveva ostacoli naturali che la proteggessero per cui fu qui che vennero edificate le cinta di difesa più volte rimaneggiate con il passar del tempo per migliorarne la difesa adottando materiali e tecniche nuove. Quando poi Roma sottomise Tibur la cinta muraria perse d'importanza perché non c'era più bisogno di difendersi dall'attacco esterno per cui furono abbattute in più parti e al loro posto si edificarono vari edifici.

Furono ricostruite solo quando l'impero romano entrò in crisi ed i barbari ad ondate successive cominciarono a scorrazzare in lungo ed in largo. Nel IV-V sec d.C. la necessità di difendersi da nemici esterni interessò anche Tivoli. I resti di tali cinta murarie ci danno tante informazioni: è possibile grazie al tufo o al laterizio o al travertino utilizzati risalire al periodo di edificazione. L'antica Tibur aveva sei porte principali (Porta Romana sulla via del Colle; Porta Varana adiacente al fossato di S.Martino sull'Acropoli; Porta Esquilina a fianco di Piazza Domenico Tani; un'altra anonima si trovava a piazza Rivarola; una ancora vicino al palazzo comunale dove era situato l'ufficio postale poi divenuto ufficio d'igiene; l'ultima, che nel medioevo era chiamata Aventia, era in via della Missione) e tre secondarie definite "posterule" (Vesta; la seconda anonima vicino all'asilo Taddei; l'ultima anch'essa anonima in Via Campitelli a fianco di Via Postera che deriva da POSTERULA).


Ingrandisce foto Porta S.Croce

Nel V secolo d.C. la popolazione rientrò entro la cerchia urbana di epoca romana. Dal Palazzo comunale, dove ancora oggi è possibile scorgere tratti dell'antica cerchia muraria, il tracciato delle mura proseguiva verso Piazza dell'Annunziata dove era presente la Porta Aventia. Di qui le mure si dirigevano verso la chiesa di S.Pietro e poi lungo Via Campitelli fino alla posterula di S.Pantaleone.

Quindi, costeggiando Via Postera e inglobando il grande edificio repubblicano (il cosiddetto Mercato Coperto) eretto presso il Foro, le mura, come è possibile vedere ancora oggi, risalivano lungo Via del Colle dove era situata la Porta Maggiore; la cinta muraria continuava verso Piazza Domenico Tani, dove c'era un'altra posterula (posterula di Vesta), e poi verso Piazza del Reserraglio. Da qui si snodavano lungo lo sperone roccioso per dirigersi verso il rione Castrovetere, dove era presente la Porta Variana. A questo punto continuavano verso Piazza Rivarola e poi costeggiando la sponda sinistra dell'Aniene risalivano lungo via dei Sosii per poi congiungersi a Vicolo dei Granai presso il Palazzo Regnoni. Dal Vicolo dei Granai, passando per la chiesa del S.Salvatore, si ricongiungevano al Palazzo Comunale. Non tutte le mura logicamente con il passar del tempo si sono conservate per cui oggi possiamo ammirarle solo in due tratti, il cui rifacimento si può datare intorno al V-IV sec. d.C. Il primo, adiacente ed addirittura inglobato nel Palazzo comunale S.Bernardino, è completamente costituito da tufo tagliato in blocchi di misura media; la sua lunghezza è di dodici metri mentre la sua altezza è di sei. Il secondo è oggi situato all'interno della cartiera Parmigiani e presenta l'unica torre di cinta muraria rimasta, nominata S.Caterina, alta venti m. e rimaneggiata al tempo del conflitto gotico-bizantino, a cui partecipò anche Tivoli. La torre presenta una struttura simile alle mura aureliane così come simili sono anche le aperture tutte murate ad eccezione di una; il nome S.Caterina è dovuto al fatto che la torre fu utilizzata come campanile del vicino convento omonimo. In questo tratto il materiale utilizzato è laterizio unito ad altri riciclati.

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