"Le Temple de la Sibylle à Tivoli" di Hubert Robert

a cura di Roberto Borgia

Il sito di Tivoli e le sue cascate hanno ispirato molte opere di Hubert Robert (1738-1808) nel corso della sua carriera. Punti panoramici e grandiosi del sito con la spettacolare cascata dell'Aniene tra le due rupi, su una delle quali furono eretti il tempio rotondo e rettangolare dell'acropoli, poi la cosiddetta "villa di Mecenate".
Questa immagine ravvicinata del tempio rotondo chiamato della Sibilla verrà ripresa in molte composizioni, più o meno immaginarie, e di cui questo disegno del Musée des Beaux-Arts di Valence è senza dubbio una delle prime e più fedeli rappresentazioni. Naturalmente lo chiamiamo col titolo in lingua francese, visto dove è conservato: "Le Temple de la Sibylle à Tivoli", sanguigna, databile al 1762, 33,5 x 44 cm, iscrizione sul margine inferiore del montaggio: Temple de la Sibylle à Tivoli.


Ingrandisce foto Il tempio della Sibilla

L'anno di esecuzione è stato a lungo dibattuto, perché precedentemente si datava la sanguigna al 1760, quando Jean-Honorée Fragonard, coetaneo e grande amico di Robert, fu ospite a Villa d'Este, in estate, di Jean-Claude Richard de Saint-Non, meglio noto come Abate di Saint-Non, ed eseguì le splendide sanguigne conservate nel Museo di Besançon. Certamente è plausibile che Robert, appunto nell'estate del 1760, abbia fatto una breve vista ai suoi due amici Frangonard e Saint-Non, anche se una sola sanguigna sembra confermare questa visita (La fontana dell'Ovato nei giardini di Villa d'Este, già nella Philips Family Collection, donata nel 1990 alla National Gallery of Art di Washington) ed è molto strano che ci sia solamente un'altra sanguigna che si ispira ai giardini di Villa d'Este, e cioè il gruppo di cipressi con la statua di Diana di Efeso, conservata all'Ermitage, datata da lui stesso al 1762.

Il prolifico Robert non avrebbe potuto soggiornare per qualche tempo nel luogo di villeggiatura di Saint-Non senza fornirne altre vedute (si pensi a quanto poté disegnare a Paestum in una sola giornata, a fine aprile del 1760). Sarebbe sorprendente, perciò, che nessuna di quelle immagini ci fosse pervenuta. Dunque il confronto con altre opere di Robert fa slittare la datazione appunto al 1762. A giudicare dalle immagini fornite da Fragonard, conservate appunto nel Museo di Besançon e che mostra lo stesso lato del Tempio e da Giovanni Battista Piranesi, il foglio di Valence sembra piuttosto fedele alla realtà. Disegno di grande austerità dove tutto il posto è dato all'architettura del tempio.
Questo, in una composizione classica e centrata, occupa quasi tutto lo spazio di un disegno dove l'ambiente paesaggistico è appena e molto rapidamente abbozzato da poche linee sottili e tratteggi più marcati sui bordi. Tratteggio che così riformula il tempio, attribuendogli il primato nello spazio quasi bianco dei lati del foglio dove spiccano solo pochi tetti e l'orizzonte di montagne lontane. L'esame della sanguigna di Fragonard dimostra l'effettiva presenza della vegetazione all'interno del tempio.

Robert si concentra maggiormente sull'architettura. Più austera, e tuttavia assai meno potente rispetto a quella di Fragonard, questa sanguigna si fa valere per la chiarezza della composizione. Senza puntare - come assai spesso gli succede - sull'effetto, Robert dipinge con sicurezza tutte le sfumature della pietra. Molte opere potrebbero essere paragonate al nostro disegno, ma sarebbe noioso elencarle qui poiché l'artista ha utilizzato sovente questo motivo nelle sue opere italiane. Possiamo però citare tra loro quattro importanti acquerelli che ci offrono, questa volta, il tempio in tutta la sua architettura circolare. Quello conservato al museo Petit Palais di Parigi ci mostra il tempio molto più rovinato e collocato, nel modo tanto caro all'artista, e la scritta sulla sommità della porta del tempio "Sibilla Tiburtina", circondato da un colonnato che ricorda quello di San Pietro. Diversi dipinti riprenderanno anche e molto regolarmente questo motivo, tra cui l'antico Tempio trasformato in una colombaia del Museo del Louvre

(settembre 2023)

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