L'itinerario per la visita della Villa

Venendo dal centro storico, appena sorpassato il Ponte Gregoriano, ricostruito dopo i bombardamenti del 1944 uguale all'originale eretto nel 1826 da Gregorio XVI, si trova, a sinistra, il parco "Villa Gregoriana". Sotto un folto bosco di alberi giganteschi ed oscuri, accanto a cupe e massicce vestigia di costruzioni antiche, sull'orlo di baratri vertiginosi, dentro dure rocce e scoscesi dirupi, in mezzo a verdi e brevi radure gloriosamente illuminate dal sole, serpeggiano, si insinuano e procedono, vialetti di mortella, sentieri rupestri, stradicciole scoscese, gradinate corrose, piccole gallerie, che conducono il visitatore alla scoperta delle più impensate e delle più varie visioni.
Nei viali superiori sono collocate una serie di lapidi antiche, trovate in occasione degli scavi per realizzare i due cunicoli gregoriani, e alcuni reperti come colonne e porzioni di statue provenienti dalla necropoli vicina situata un tempo nel giardinetto pubblico prospiciente l'aiuola rotatoria davanti Villa Gregoriana. Oggi il numero di tali lapide, un tempo numeroso, si è molto ridotto perchè o trafugate o rimosse per altra destinazione. Se si procede verso destra, subito dopo l'entrata, seguendo gli opportuni cartelli, si giunge allo sbocco dei cunicoli, da dove precipita il fiume Aniene per formare la grande cascata, alta 120 metri.


Ingrandisce foto Vista della grande cascata

La cascata, quando viene immessa l'acqua necessaria, è orrida ed affascinante, ed è tra le più interessanti del mondo per il quadro superbo offerto dall'insieme delle bellezze naturali che la inquadrano. Qualche decina di metri più in basso, percorrendo un difficile sentiero, si giunge al così detto "Ferro di cavallo", costituito da un terrazzino sporgente in maniera paurosa sulla grande cascata. Da esso si può ammirare la turbinosa massa d'acqua che sembra precipitare sulla testa di chi guarda, tra un rombo assordante, e la profondità che raggiungono in basso le onde, tra una nuvola di bianco vapore.

Ritornando indietro, e discendendo nella parte centrale del parco, si incontra il canale dello Stipa, utilizzato in passato, durante le alluvioni, come uno dei bracci di sfogo dell'Aniene; quindi troviamo la Grotta di Nettuno e la Grotta delle Sirene, aperte durante lunghi secoli dalle acque dell'Aniene che, con la violenza e la forza corrosero lentamente le rocce, che ancora oggi rivelano all'occhio del visitatore visioni di voragini impressionanti.
La Grotta di Nettuno è raggiungibile attraverso il percorso Miollis, un tunnel nel vivo della roccia, fatto scavare nel 1809 dal generale francese, governatore di Roma. Per illuminare questo percorso Miollis fece realizzare delle aperture-finestre da cui osservare il magnifico panorama esterno e prendere luce. Successivamente però, nel 1836, dopo l'apertura dei cunicoli gregoriani, che deviarono il corso dell'Aniene verso la grande cascata artificiale, si verificò un crollo nella notte tra il 5 ed il 6 febbraio. Fu il Card. Rivarola, che tra l'altro fece impiantare moltissime varietà di piante nel parco di Villa Gregoriana, a farvi aprire una scalinata.


Ingrandisce foto Canale Miollis

Il nome "Grotta delle Sirene" fu dato dal pittore Ducros, un famoso paesaggista; costui, ammirando lo straordinario ed unico scenario degli scogli presenti in questa grotta situata ai piedi dell'orrido ed in cui scendono le acque provenienti dalla Grotta di Nettuno e quelle della cascata della Stipa, fu portato ad immaginarle come luogo fantastico abitato da quelle splendide creature marine che sono le leggendarie Sirene. Per evitare che la Grotta delle Sirene subisse la stessa sorte toccata tre anni prima a quella di Nettuno (il crollo) nel 1839 fu fatto un muro per rinforzarla. Sopra la Grotta delle Sirene si può osservare un ponte naturale, detto il Ponte Lupo, che in epoche passate era utilizzato dai locali per eventuali spostamenti con il loro bestiame. Non si conosce il perché esso ha tale nome malgrado siano state fatte in materia vari studi; tuttavia lo stesso nome è stato dato ad un ponte dell'acquedotto situato ai confini del territorio di San Gregorio da Sassola. Quest'ultimo Ponte Lupo è di gran lunga più famoso di quello situato in Villa Gregoriana essendo stato ritratto dall'acquarellista E.Roesler Franz che, per ricambiare lo splendido dono fattogli, consistente nella cittadinanza onoraria conferitagli dal Comune di Tivoli, glielo donò. Ancora oggi tale splendida opera fa bella mostra di sé nel Palazzo comunale S.Bernardino.

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