Il periodo preistorico e romano

Il complesso sorge ad appena due chilometri da Vicovaro in una splendida posizione: è infatti raccolto sulla rupe (alta 50-60 metri) o “greppo” di San Cosimato ed appare circondato da secolari cipressi. Splendido il colpo d’occhio sulla sua visuale quando, percorrendo l’autostrada e provenendo da Roma, lo si intravede sulla destra all’uscita della galleria prima del casello per Mandela. In basso la roccia a strapiombo è lambita dalle acque dell’Aniene, l’antico Anio, che sembra farsi largo a fatica tra la scogliera di “sponga” di colore giallastro (un travertino impuro e spugnoso originatosi nel Pleistocene nel punto in cui il torrente Licenza confluisce nelle acque dell’Aniene).

Centrale elettrica
Ingrandisce foto Centrale elettrica

Le due rive del fiume sono in questo punto molto ravvicinate per cui è logico dedurre che fin dall’antichità permettevano un agevole guado anche senza la presenza di un’isola fluviale a facilitarne l’attraversamento (vedi l’isola Tiberina a Roma).

A riprova di tali deduzioni è il ritrovamento di tracce di remote presenze umane, riportate alla luce in occasione dei lavori condotti nei primi anni del Novecento per realizzare la diga, sottostante la rupe, con cui l’Aniene è stato incanalato fino alle turbine della centrale elettrica di Castel Madama, un paese non molto lontano ed assai prossimo a Tivoli. In alcune grotte qui situate furono individuate delle tombe ad inumazione che secondo gli esperti risalirebbero ad un arco di tempo compreso tra il mesolitico ed il neolitico. Le tombe erano corredate da arnesi di pietra e da vasellame, reperti questi molto interessanti. Tralasciando la preistoria ed entrando nella storia, non si può non ricordare che nei dintorni del convento era posizionato il piccolo villaggio (“pagus”in latino) di cui Orazio parla nelle “Epistole”, I, XVIIII. Tale pagus costituì il primo insediamento dell’odierna Mandela il cui nome è già presente nei versi della citata opera oraziana. A parte tale precisazione occorre far presente che il complesso di S.Cosimato è costruito su ruderi di antichi edifici, alcuni dei quali di un certo spessore architettonico, risalenti all’epoca romana.

Le grotte del convento di San Cosimato
Ingrandisce foto Scendendo verso le Grotte

Interessanti sono infatti le due cisterne destinate a raccogliere l’acqua piovana necessaria ad alimentare la villa romana che qui sorgeva; esse sono situate una sotto il pozzo ubicato al centro del chiostro e l’altra nella cantina. Molti ruderi sono stati inglobati nei sotterranei dell’erigendo convento.

Il luogo, ove sorge il convento, è attraversato anche da acquedotti romani, scavati nella roccia della rupe: l’Acqua Marcia e la Claudia. Il primo, tramite un ponte, scavalcava in questo punto le acque del sottostante Aniene per continuare la sua strada; il secondo, dopo essersi incuneato nella roccia viva traforata della rupe, si apriva la strada in direzione di Vicovaro. Anche l’acquedotto dell’Anio Vetus (Aniene vecchio) aveva qui il suo incile. Proprio per questo motivo la rupe cela un labirinto di gallerie (interessante è la loro visita) realizzate dai Romani che preferirono scavare la roccia, aprendo, per accelerare i lavori, molte bocche all’esterno (da cui portar via il materiale di risulta) e penetrando solo per pochi metri nell’interno. La scarsa consistenza del travertino però provocò in più punti crolli e sfalzamenti delle gallerie che già in epoca romana furono in più tratti ristrutturate

 

 

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