Il borgo di Sambuci

Attraversando una delle due porte si entra nel borgo; esso altro non è se non l’ampliamento del paese effettuato tra il XVII ed il XVIII sec. e voluto dagli Astalli. Il Borgo è in realtà via Girolamo Theodoli; su tale via si notano degli edifici databili in epoche diverse e piuttosto rimaneggiati per poterli ricondurre alla primitiva architettura. Le facciate, con marcapiani e cornici in cemento, in passato erano affrescate (oggi sono solo intonacate) come si deduce dai due soli dipinti rimasti e visibili ai n.civici 15 e 17.

Il bordo di Sambuci
Ingrandisce foto Scorcio caratteristico del borgo

La via sfocia in Piazza Roma che, nel lato opposto, è delimitata da due torrette cilindriche. Attraverso di esse si giunge a “Corte Coperta” (su cui si elevano delle costruzioni annesse al castello); da qui si perviene alla parte più vecchia dell’insediamento.

Prima di accedervi però occorre ammirare il magnifico portale settecentesco ubicato nelle immediate vicinanze della torre cilindrica di sinistra. Sull’architrave è così scolpito” Nec petas turpia rogatus nec facies” (non desiderare cose indegne e non farle anche se sei spinto a farle).

Sambuci
Ingrandisce foto Entrata a Sambuci

Tale frase è riconducibile secondo alcuni ai motivi che portarono Camillo Astalli a vivere qui in esilio secondo altri invece ammonirebbe gli uomini a comportarsi bene verso le donne non usando loro violenza.

 

 

 

 

 

 

 

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