Origini della città di Praeneste (Palestrina)

La città è collocata su uno sperone del Monte Ginestro, termine ultimo dei Monti Prenestini, a 450 mt. di altezza presso la Valle del Sacco. La sua posizione le permetteva il controllo di numerose vie (p.e. via Labicana e via Latina), come pure quello dei commerci ad esse legate, e ciò accrebbe la ricchezza e l'importanza di Praeneste a partire dal VII sec. a.C. (come testimoniano i ricchissimi corredi orientalizzanti della sua necropoli). La tradizione vorrebbe che essa si fosse unita agli altri centri laziali guidati da Albalonga. Nel 499 a.C. Praeneste si alleò con Roma ma nel 490 si ribellò. Dopo una serie di scontri nel 338 a.C. fu definitivamente vinta e per lei iniziò un periodo di pace durante il quale divenne Municipio romano; avendo parteggiato per Mario contro Silla, fu da questi punita atrocemente.


Ingrandisce foto Tratto dell'antica via prenestina

La Via Praenestina la collegava (23 miglia) a Roma e non era altro che il prolungamento della via Gabina che conduceva a Gabii (oggi Zagarolo). Il percorso della Praenestina ricalcava quello di una via commerciale interna utilizzata fin dall'antichità per collegare l'Etruria con gli insediamenti della Campania; l'arteria acquisì particolare importanza alla metà del IV sec. a.C. perché grazie ad essa si potè controllare meglio il Lazio interno.

Città preromana già importante nel VII sec. a.C., Praeneste era dominata dalla rocca, l'Acropoli, che sorgeva sulla sommità del monte Ginestro dove oggi è Castel S.Pietro. Era circondata da una cinta muraria edificata con tutta probabilità nel VII-VI sec. (alcuni resti sono ancora visibili). Praeneste era costruita a ripiani che seguivano l'andamento del monte. Nella parte bassa sono ancora visibili parti delle mura in opera quadrata. Verso la fine del II sec. a.C. infatti un muro in opera quadrata tufaceo fu messo in opera per sostituire la cinta muraria del lato sud; esso, insieme ad un altro parallelo e superiore, delimitava una via di cui restano tratti di basolato antico. Al suo centro si apre un propileo monumentale, databile a fine II sec., coperto a volta e ornato da nicchie che accoglievano zampillanti fontane.


Ingrandisce foto Tratto delle mura ciclopiche

Il percorso è ricalcato dall'attuale via degli Arconi, così chiamata a causa degli undici ambienti con copertura a volta che ci sono pervenuti i quali avevano la funzione di sostruire nella parte orientale la via sovrastante.
La città più antica arrivava fino a qui; durante il II sec. a.C. invece Praeneste cominciò ad estendersi anche nell'antistante area pianeggiante poiché qui si erano stabiliti i coloni sillani.

Molte famiglie locali fautrici di Mario furono infatti decimate da Silla durante la guerra civile (82 a.C.) e le loro terre furono occupate dai predetti coloni sostenitori del dittatore vincitore. Nel periodo successivo, pur essendo stata degradata a colonia militare, fu ricostruita e alla fine della repubblica si tramutò in un ricercato ed ameno centro di villeggiatura per i facoltosi romani. Sotto l'imperatore Tiberio Praeneste riacquistò il titolo di Municipio anche e soprattutto per la fama del locale Santuario della Fortuna. Proprio a causa di quest'ultimo il Cristianesimo incontrò delle difficoltà a radicare in questo centro.

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