"Veduta di Tivoli con la cascata vecchia dell'Aniene" di Gaspar van Wittel (terza parte)

a cura di Roberto Borgia

Ancora uno spettacolo eccezionale per i nostri lettori con questo magnifico olio su tela "View of Tivoli" di Gaspar van Wittel (1652/1653-1736) (l'italianizzato Vanvitelli). Tra le vedute di soggetto non romano questa raffigurante la cascata di Tivoli (prima della costruzione dei cunicoli gregoriani, dopo l'inondazione del 1826) fu senza dubbio tra le più richieste dai collezionisti e dai viaggiatori del primo settecento; catalogata in dodici esemplari che probabilmente non ne esauriscono la produzione, è seconda infatti solo a quella che raffigura la Darsena di Napoli. In questo caso la veduta comprende anche il tempio rotondo sull'acropoli, contribuendo ad ampliare a dismisura il fascino della tela, laddove van Wittel in altre opere si limita (per modo di dire) ad illustrare la cosiddetta cascata vecchia solo con le due sponde.
È un'opera conservata nel Walters Art Museum già Walters Art Gallery, il principale museo di arti visive di Baltimora nel Maryland negli Stati Uniti. Il nucleo originario del museo risale alle collezioni di William Thompson Walters (1819-1894), residente a Parigi dallo scoppio della guerra civile americana, e Henry Walters (1848-1931), magnate ferroviario (Atlantic Coast Line). Quando William Thompson Walters morì nel 1894, lasciò in eredità la sua collezione a suo figlio che ampliò notevolmente il campo delle acquisizioni, compresa il leggendario e stupefacente acquisto della collezione di un palazzo a Roma, che conteneva oltre 1.700 pezzi.


Ingrandisce foto "Veduta di Tivoli con la cascata vecchia dell'Aniene"
di Gaspar van Wittel

Nel settembre del 1900, Henry Walters acquistò le tre case adiacenti alla sua proprietà nel quartiere di Mount Vernon di Baltimora, dove suo padre aveva posseduto una casa per mostrare la sua collezione. Aprì perciò il palazzo come The Walters Art Gallery. Morì nel 1931, lasciando l'edificio e il suo contenuto, che era arrivato a 22.000 pezzi al sindaco e al consiglio comunale di Baltimora, "a beneficio della comunità". La Walters Art Museum ha aperto le sue porte per la prima volta come un ente pubblico il 3 novembre 1934. Le collezioni del Walters Art Museum spaziano dall'Antico Egitto alla scultura greca e romana, dai manufatti medievali ai codici miniati, dai dipinti di maestri europei, ai bronzetti rinascimentali, fino all'arte del XIX secolo, all'arte orientale e alle arti applicate.

Nel 2000 il museo cambiò nome, per riflettere meglio la sua vocazione d'istituzione pubblica. L'anno successivo il museo venne riaperto in una sede ampliata al termine di tre anni di lavori di ammodernamento e ristrutturazione.

Ma ritorniamo al nucleo iniziale del museo da cui proviene questa "View of Tivoli". Nonostante il suo lavoro, Henry Walters nel 1902 trovò il tempo per trattare l'acquisto della collezione di Don Marcello Massarenti, un sacerdote italiano, composto di oltre mille e settecento opere d'arte. Fu un acquisto senza precedenti nella storia delle raccolte americane e quello che fornì a Walters il nucleo di un museo di arte europea dall'epoca etrusca fino al XVIII secolo. Anche se spesso appellato come arcivescovo o cardinale, don Marcello Massarenti (1817-1905) era un prete nato a Budrio, in provincia di Bologna. Aiutò, nel corso dei moti del 1848, il Papa Pio IX a fuggire dal Quirinale per rifugiarsi a Gaeta sotto la protezione del Re delle due Sicilie, meritandosi per questo l'eterna riconoscenza del Pontefice, fintanto da diventare il suo elemosiniere.
Proprio per la sua posizione viaggiò molto, accumulando una collezione di dipinti e antichità romane soprattutto negli anni successivi all'Unità d'Italia, quando la soppressione delle comunità monastiche e l'abolizione dei privilegi nobiliari immisero un gran numero di opere d'arte sul mercato, sia pubblicamente che privatamente.

Massarenti conservò la sua collezione in uno spazio, da lui preso in affitto, di Palazzo Accoramboni a Roma, da lui chiamato "Il museo", in un catalogo del 1897. Il Palazzo, in Piazza Rusticucci, fu demolito nel 1937, per fare spazio a via della Conciliazione, ma rimane una fontanella, ora situata nel giardino di S. Alessio, a ridosso del muro della Chiesa; l'acqua sgorgava dalla testa di un putto che è stata asportata, mentre la scritta esplicativa recita: Proveniente demolito Palazzo Accoramboni. Piazza Rusticucci - MCMXXXVII A XVIII.
Alla fine dell'800, don Massarenti, ormai in tarda età, tentò inutilmente di far acquistare la sua collezione dal Museo di Berlino, in modo che non venisse dispersa, cercò allora acquirenti negli Stati Uniti e come detto l'acquisizione di Henry Walters andò a buon fine. Il prezzo fu di cinque milioni di franchi francesi o meglio circa un milione di dollari. Il 16 luglio 1902 il cargo Minterne SS, partito da Civitavecchia, arrivò a New York con un carico di 275 casse, alcune di peso superiore a tre tonnellate. Occorre dire che l'acquisto della collezione, non destò scalpore nell'opinione pubblica italiana. Non ci fece certo una buona figura don Massarenti che nel corso della trattativa viene descritto come insignificante, ma scaltro e insinuante, che aveva accumulato ricchezze per dedicarsi alla sua passione per l'arte.
L'ottimistica attribuzione di molti dipinti a maestri famosi, con il passar del tempo, è stata rivista, ma non c'è dubbio che la collezione sia tra le più imponenti presenti nel continente americano.
(aprile 2012)

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