La geologia di Villa Gregoriana

Se si visita la Villa Gregoriana si può ammirare tutta una serie di meraviglie: dalle memorie storiche della villa romana di P. Manlio Vopisco, alle bellezze della flora, agli scenari naturali incomparabili delle acque, dei dirupi, delle grotte. Un'altra scoperta che la visita ci riserva è il constatare come la geologia del terreno in cui Villa Gregoriana è impiantata è molto varia.
Ad esempio percorrendo il sentiero che conduce al belvedere da cui, affacciandosi si può poter ammirare la vista superiore della grande cascata artificiale che compie un salto di 100 m., lo sguardo di un visitatore attento è attratto dalla struttura e dalla disposizione di calcari biancastri i quali fanno da basamento a depositi di travertino. Tale struttura calcarea, abbastanza stratificata, si è formata nel Mesozoico; in tale basamento calcareo sono stati scavati i cunicoli gregoriani che alimentano la cascata artificiale (voluta dal papa Gregorio XVI per scongiurare ulteriori alluvioni dell'Aniene).


Vista della grande cascata

Lungo questi cunicoli (chi chiaramente li percorre, transitando sui marciapiedi laterali) si notano dei lunghi chiodi collocati lì per rafforzare questi calcari che qui, essendo disposti verticalmente, rischierebbero con il lavoro di traforo effettuato, di cadere. Il fondo dei cunicoli è stato costruito con grande perizia ricorrendo all'opera reticolata; blocchi orientati obliquamente rispetto alla corrente dell'acqua sono invece stati utilizzati per costruire il margine estremo della cascata, lì dove essa spicca il suo salto nel vuoto.

Tali particolari si possono benissimo osservare dal belvedere situato a livello della fronte della cascata. Depositi calcarei travertinosi, retaggio dell'acqua, che usciva dalle aperture di drenaggio, si osservano invece sulle pareti dei fornici presso i ruderi della villa di P. Manlio Vopisco. Dai rilievi limitrofi al baratro in cui è situata Villa Gregoriana scendeva infatti l'acqua in quantità diversa a seconda della morfologia locale. Si spiega così perché in alcuni punti il travertino assume l'aspetto di formazioni vacuolari ed in altri di formazioni colonnari. Invece del travertino costituito da numerosissime lamine concentriche (detto "a mammelloni") è possibile osservare nella parete situata sotto il Tempio di Vesta.
Molto sottili e convolute sono le lamine di travertino nella Grotta delle Sirene; tale antro è stato scavato nel travertino e qui si mescolano sia le acque del vecchio letto dell'Aniene che quelle provenienti dalla sua deviazione.


Valle dell'Inferno e acropoli

Interessante, avvicinandoci alla Grotta di Nettuno, è lo stretto cunicolo artificiale in cui si passa; esso è stato scavato nel travertino in cui sono state realizzate delle "finestre"(aperture) che danno luce all'interno e permettono di ammirare il paesaggio esterno. Ancora più interessante è l'ispezione alla breve galleria situata sulla destra del cunicolo: si possono infatti vedere delle deposizioni carbonatiche retaggio dell'acqua. Notare l'opus reticolatum con cui la galleria è stata realizzata. Sistemazioni artificiali sono invece evidenti nel travertino in cui è scavata la Grotta di Nettuno.

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