Palazzo Colonna (dal XVIII secolo ad oggi)

Nel XVIII secolo Jacopo Alessandro Calvi, detto il Sordino, eseguì alcuni affreschi nelle sale al piano nobile Il palazzo così rinnovato ospitò diversi eventi e personalità importanti. Intanto si arricchiva sempre più la pinacoteca del Palazzo; infatti in un inventario dei beni dei Colonna datato 1º agosto 1788 si asserisce che vi erano conservati circa 600 dipinti di varia tipologia e genere. Fu sede del governatore di Marino e Rocca di Papa fino al 1807.
Il Palazzo, abbandonato dai Colonna, subì alcune razzie durante le vicende della Repubblica Romana (1798-99). Quando Pio VII rientrò a Roma nel maggio del 1814 anche il Palazzo marinese fu rioccupato dai Colonna tuttavia, per l'eversione del feudalesimo, il principe Filippo III Colonna rinunciò al dominio feudale su Marino e sulla maggior parte dei suoi feudi più grandi e costosi da mantenere ma non rinunciò alle residenze marinesi compreso il palazzo.


Ingrandisce foto

Alla morte del principe Filippo III (1818) scoppiò una controversia per la successione tra le sue tre figlie per cui i beni della famiglia Colonna risultarono eredità fedecommissaria del cardinale Agostino Rivarola. I suoi successori (il principe Aspreno Colonna-Doria-Del Carretto, Giovanni Andrea Colonna-Doria-Del Carretto e Marcantonio Colonna) si disfecero a poco a poco del patrimonio vendendo la Villa Colonna Belpoggio alla fine del XVIII secolo; intorno al 1840 le famiglie borghesi dei Colizza, dei Capri e dei Batocchi acquistarono rispettivamente la Villa Colonna di Bevilacqua gli orti Colonna presso la località Sassone ed i Giardini Colonna.
L'arredamento del Palazzo marinese (pur abbastanza spogliato da tutto ciò che poteva essere venduto o trasferito altrove) secondo lo scrittore ottocentesco Gaetano Moroni (segretario di Gregorio XVI) denotava ancora la ricchezza di un tempo. Una soddisfazione per i Colonna fu senza dubbio il fatto che la loro collezione marinese dei ritratti dei Papi servirono come modello per rifare i medaglioni dei Papi che ornano la basilica di San Lorenzo fuori le mura a Roma, gravemente danneggiata dall'incendio del 1835.

Donna Vittoria Colonna Caetani, moglie di Leone Caerani ed erede delle proprietà marinesi dei Colonna, nel 1916 concesse al Comune di Marino il Palazzo ed il Barco Colonna (uniche proprietà private dei Colonna in questa città) in enfiteusi perpetua. Così la sede del Municipio, alloggiata dal 1878 nel Palazzo Comunale in Piazza Matteotti, fu spostata nel Palazzo Colonna unitamente all'antiquarium comunale, inaugurato nel febbraio del 1904 e all'archivio comunale, che conteneva numerosi documenti unici risalenti fino al XVI secolo.
Nella Sagra dell'Uva del 1930 fu inaugurata, nei locali delle ex cantine ducali sotto alla torre quadrangolare, la prima Bottega del Vino, una specie di enoteca per pubblicizzare i vini locali. Lo scoppio della guerra portò alla sua chiusura e fu riaperta solo nel 1957.


Ingrandisce foto

Durante l'ultimo conflitto mondiale, il Palazzo fu quasi completamente distrutto dal bombardamento aereo anglo-americano del 2 febbraio del 1944; si salvarono il bastione, il tratto delle mura "bramantesche" del fronte settentrionale e il fianco occidentale, la torre quadrata del cortile. Si persero invece la raccolta, ospitata nel Salone dei Papi, dei "ritratti dei pontefici" da San Pietro a Gregorio XVI, copie su tela dei ritratti perduti nell'incendio del 1823 (avvenuto nella basilica di San Paolo a Roma); la ricca quadreria settecentesca; molti dei reperti archeologici dell'antiquarium comunale e numerosi documenti d'archivio risalenti anche al XVI sec., gli arredi d'epoca.
Nel crollo della facciata orientale rimase sepolta la fontana dei Quattro Mori.

Nelle grotte sotto al Palazzo, per tutto il periodo bellico, trovarono rifugio i cittadini sfollati. Sono diventate, nel 2000, sede del percorso museale "Memorie di guerra" su iniziativa della Pro Loco e del Comune di Marino.
La sede municipale venne nuovamente portata presso il vecchio Palazzo Comunale di Piazza Matteotti. Il Palazzo Colonna fu ricostruito secondo il progetto originale, e finalmente il 2 febbraio 1958 fu inaugurato.
Su Piazza della Repubblica, s'innalza la facciata preceduta da una scala a doppia rampa, a due piani con grandi finestre mentre in alto domina lo stemma civico comunale rimesso al proprio posto dopo essere sopravvissuto al bombardamento.

<< Indietro

Nei dintorni

Approfondimenti

    Le guide di Tibursuperbum

    Con il patrocinio del Comune di Tivoli, Assessorato al Turismo

    Patrocinio Comune di Tivoli

    Assessorato al Turismo