Dopo ore di silenzio e attesa, dopo aver riflettuto e ricordato i motivi della mia presenza in politica e della mia passione per questa, ho deciso di chiarirmi con chi nell’ultima campagna elettorale tiburtina mi ha sostenuto e probabilmente in questi giorni si è sentito ferito dalla condanna mediatica praticata da alcuni giornali che indubbiamente credono di potersi sostituire alla Santa inquisizione.
Mai prima d’ora nella mia vita la punteggiatura è forma e sostanza insieme: nessuna condanna, nessun “processo”, nessun “verdetto”. Tutto alluso tra virgolette, tutto messo tra parentesi. Le virgolette e le parentesi di chi ha scelto le ambiguità, le ipocrisie, la sinuosità delle illazioni, dei titoli forti, all’analisi diretta. Chi mi ha chiamato in causa? Chi ha costruito un processo mediatico e politico su di me?
Leggendo e rileggendo l’articolo apparso sul free-press “Cinque”, i forse sembrano divenire certezze e, allora, mi sorge la domanda: caro collega, caro capo gruppo del Partito Democratico quale chiarezza cerca, quella della pagliuzza nell’occhio altrui? Non scenderò al suo livello, non mi confonderò né confronterò in questo triste dibattito. È mio interesse sconfiggere Lei e il suo partito, come nella precedente tornata elettorale, con idee chiare per il territorio, con l’apertura e il confronto per promuovere lo sviluppo di Tivoli e discutere tra colleghi schierati in scranni distinti ma sempre guardando negli occhi un avversario e non un nemico da distruggere con ogni arma e infamia.
Fermo con i pensieri, penso ai miei stimati elettori, penso ai genitori dei miei amici che mi hanno concesso la loro fiducia, che mi promuovono le loro soluzioni per la Nostra città, penso a chi ha creduto che Noi potessimo cambiare dodici anni di gestione autoritaria, fatta di accordi e clientelismi locali e chiarisco - forse anche per gli ignoranti che sfortunatamente per questa città illudono gli elettori coercendo voti - che non esiste incompatibilità tra essere impiegato in una Società ed essere Consigliere Comunale, che sicuramente nulla si dirà giacché le mie credenziali sono note ai più e che inoltre l’impeachment, caro Capo gruppo del PD, è un illecito nello svolgimento della funzione pubblica e onestamente mi sembra esagerato sollevare tale tristi allusioni, o incompetenti, riguardo a questa storia.
Confermando la mia fiducia incondizionata nei confronti degli organi di controllo, attendo di vedere esplodere questa bolla di sapone non augurando nemmeno al più efferato dei miei avversari questa gogna mediatica. Lo stato di diritto, però, si fonda sull’imprescindibile separazione dei poteri. E' inaccettabile che alcuni “verdetti vengano emessi sulle testate di taluni giornali dove, il diritto di informare ed essere informati, indulge al ricatto degli interessi di parte, dei giacobinismi politici, della convenienza di qualcuno a proporre una visione distorta della realtà.
Io andrò avanti lavorando per la Nostra Tivoli. Al fianco del Nostro Sindaco, della sua azione trasparente e innovatrice, chiarendo che le accuse risibili non mi fanno indietreggiare di un passo né mi faranno indietreggiare i particolarismi interni al nostro movimento, le piccolezze di qualcuno un giorno suadente ospite delle stanze del palazzo e oggi silente spettatore del linciaggio.
Ultima considerazione politica: sia chiaro che al PDL, e tanto meno a Noi del Circolo Capitani Coraggiosi, non interessano i vili coraggiosi (coloro i quali hanno il coraggio di essere vili e la viltà di essere coraggiosi) ma siamo fieri di volerci assumere l’onere della politica e facciamo sentire forte e chiara la voce di un partito che non può essere messo all’angolo da specialisti della moralizzazione dalle coscienze pulite. Pulite come le cose che non si usano mai.
Ettore Tirrò
