IN COMMISSIONE ECOMAFIE SCOPPIA GIALLO SU SITO CORCOLLE, AFFITTUARIO CAVA: CREDEVO SMALTIMENTO INERTI, NO A UNA DISCARICA.
pubblicata da Ecologisti RetiCiviche Verdi Lazio il giorno martedì 31 gennaio 2012 alle ore 16.50
(Agenzia Stampa DIRE) Roma, 31 gen. ore 16.37 - Si infittisce il giallo sul sito di Corcolle. La societa' che ha preso in affitto la cava dove dovrebbe sorgere una delle due discariche per il postMalagrotta, peraltro firmando il contratto molto prima che il sito fosse individuato dal prefetto e vincolando il tutto al fatto che venisse data dalla Regione Lazio l'autorizzazione a installare li' una discarica, adesso compie un passo indietro ed e'addirittura disposta a sciogliersi. Almeno questo e' quanto ha riferito in commissione bicamerale Ecomafie, Giuseppe Piccioni, socio di maggioranza (50%) di Ecologia Corcolle (completata al 25% ciascuno dai fratelli Alessandro e Nicoletta Botticelli), la societa' che ha preso in affitto la cava dalla societa' svizzera Brixia di cui fa parte la moglie dello stesso Piccioni, Manuela Planner Terzaghi, con lo scopo di realizzare li' una discarica. Piccioni in questa faccenda recita due parti: da una parte e'marito della proprietaria della cava e amministratore del Castello di Corcolle, agriturismo che domina la stessa cava, e dall'altra, tre mesi prima che Pecoraro scelga (anche) Corcolle per il postMalagrotta, costituisce una societa' per realizzare li' una discarica, in assoluto contrasto con la sua attivita' di gestore di un agriturismo e operato nel settore del biologico ("Ho anche un gregge di pecore"). E poi a fine dicembre presenta come societa' agricola Castello di Corcolle un ricorso al Tar (in tutto sono tre, gli altri sono della societa' Brixia e della Gm Pozzolana, societa' che in quella cava aveva l'autorizzazione per smaltire inerti) contro la localizzazione in quel sito di unadiscarica.
Insomma un groviglio che Piccioni ha provato a risolvere in questo modo: "Innazitutto i soci della societa' Brixia sono Manuela e Andrea Planner Terzaghi, tra l'altro rappresentanti in Italia della stessa. Un giorno si presenta da me Claudio Botticelli, esperto in questo settore del quale io non capisco nulla, e mi fa delle proposte del tipo 'perche' non proviamo a fare la gestione di qualcosa?' e io dico 'Perche' no', quindi abbiamo costituito la societa' e abbiamo fatto un contratto di affitto con la proprieta'". Quindi si costituisce l'Ecologia Corcolle srl per "un'eventuale gestione della discarica, tra l'altro mi ha parlato sempre di materiali inerti e non pericolosi". Ma qui e' sorto il primo problema, subito evidenziato dal presidente della commissione, Gaetano Pecorella: "No, l'oggetto sociale e' produzione, raccolta, selezione, trasporto, trasformazione, commercio, importazione, esportazione di qualsiasi bene e oggetto definibile rifiuto da ciclo di lavorazione o da utilizzo del consumatore finale, rifiuti solidi urbani di qualunque oggetto considerato rifiuto, sia classificato speciale non pericoloso sia speciale pericoloso, compresi rifiuti ospedalieri". E ancora "gestione discariche anche con inceneritori, deposito merci e ogni altra attivita' connessa.Quindi l'inerte non c'entra con l'oggetto sociale". Svelata la 'magagna', Piccioni ha provato a difendersi cosi':"Per me dovevano essere rifiuti inerti, io faccio l'imprenditore agricolo e questi cavilli non li conosco... Quando ho saputo di questo trambusto di questo discariche ho pensato di inserirmi in qualche lavoro, certamente non ho letto bene o non so di preciso quello che sta scritto nella ragione sociale... Sono sprovveduto in queste situazioni... Non pensavo fosse una cosa cosi' grande.Poi pero' quando hanno veramente individuato il sito e mi hanno detto li' ci viene una discarica mi sono dato da fare per poterla togliere". Da qui i ricorsi al Tar.
Per quanto riguarda invece i suoi rapporti con Claudio Botticelli, papa' dei due soci: "Si e' presentato da me come un esperto di discariche- ha spiegato Piccioni- Mi disse che era un esperto in questo campo e aveva due figli che avevano bisogno di lavorare". Botticelli gli disse anche pero' "che aveva fatto un altro accordo con l'azienda agricola San Vittorino, che sono i Salini (proprietari di una cava dove inizialmente si pensava si dovesse realizzare la discarica, ndr). Ho dato ascolto a questa persona per potermi inserire anch'io in un lavoro che non mi distruggeva nell'agriturismo e nell'agricoltura e ho pensato 'se mi va male in una parte mi va bene dall'altra'". Poi, una volta scoperto che in quel sito non sarebbe stato smaltito l'inerte Piccioni avrebbe fatto retromarcia, con tanto di ricorso al Tar, fno all'atto piu' estremo: "Io volevo mettere in liquidazione la societa' gia' da prima di Natale. Ce lo siamo detti a voce. Io volevo chiudere subito la societa' da prima di Natale, perche' per me non ha piu' un senso. Gia' non la volevo prima la discarica, non la voglio adesso e non la vorro' mai:combattero questo fatto". Pecorella pero' non ha creduto a questa ricostruzione e ne ha sottoposta un'altra a Piccioni: "Lei ha pensato di gestire questa discarica, poi sono intervenuti il probabile esproprio e la gara d'appalto, per cui non aveva alcuna garanzia, perdeva l'azienda agricola perche' veniva la discarica, non aveva piu' il terreno che veniva espropriato e non aveva piu'la sicurezza di gestire la discarica". Quanto basta per fare marcia indietro: "Se non mi assegnano una gestione- ha replicatoPiccioni- Io gia' non volevo la discarica...". In sostanza, adesso per Piccioni la discarica da business e'diventata una "tegola. Se qualcuno me la toglie sono felicissimo, se invece non me la tolgono cerco di inserirmi...". Ma Pecorella vuole andare a fondo: "Sentiremo anche gli altri soci perche la cosa e' diventata ancora piu' inspiegabile. Avevano chiesto di essere presenti oggi e non sono venuti: un comportamento un po'particolare...". Come tutta questa vicenda, del resto.