Con la cultura si riesce anche a mangiare! Basti ripercorrere con la memoria tutti gli artisti che vennero in Italia per il Grand Tour per sfatare la concezione retrograda che la cultura non dà pane. Da allora la promozione del nostro paese è proseguita senza soste fin quando il menefreghismo dei nostri politici ha smesso di interessarsi del nostro bel paese, in modo poi oltremodo provocatorio. L’interesse per il nostro patrimonio storico archeologico e paesaggistico ha fatto sì che gli stessi siti archeologici ed il paesaggio abbiamo tratto invece benefici considerevoli quando appunto erano degnamente considerati … scusate il gioco di parole!. Notoriamente il fascino di tali bellezze è stato tramandato spesso da artisti stranieri che sulle proprie tele ritraevano istantanee del paesaggio italiano.

Vernet - La Cascade
Fra i luoghi-simbolo dell'Italia del diciottesimo secolo nella cultura francese ritroviamo la nostra città di Tivoli, con due luoghi che hanno sempre affascinato l’immaginario dei pittori d’oltralpe: il fiume Aniene, che si precipita in una serie di cascate ed l’acropoli che si trova sull’orlo del dirupo, dove si trovano i resti dei due templi uno quadrato ed uno rotondo, quest’ultimo conosciuto come il tempio della Sibilla o, in maniera ormai errata, di Vesta.
Tivoli è allora al centro di una mostra aperta dal 18 novembre 2010 a Parigi, al Museo Cognacq-Jay fino al 20 febbraio 2011 dal titolo "Tivoli. Variazioni su un paesaggio nel XVIII secolo" che offre una riflessione originale sul paesaggio che cambia tra il 1720-1830.
Tivoli, o meglio Tibur, il nome latino della nostra città, divenuta famosa ai tempi dell'imperatore Augusto grazie a Mecenate, patrono delle arti, e celebrata dai poeti Catullo e Orazio, ed alle divinazioni della Sibilla Albunea, divenne uno dei motivi più rappresentati della storia della pittura francese. La perfezione dei monumenti architettonici, la sua posizione nel cuore di un paesaggio sublime ed al tempo stesso terrificante, la ricchezza incomparabile della sua storia, e delle leggende, ha reso il sito uno dei luoghi di maggior attrazione per artisti e collezionisti d'arte, tanto che si arrivò perfino ad erigere nei giardini copie del tempio della Sibilla di Tivoli. Esistevano anche riproduzioni in sughero pieghevoli di questo monumento, non sempre degnamente valorizzato nella nostra città.
La mostra allestita a Parigi presenta una cinquantina di opere, dipinti, disegni e incisioni, che mettono a confronto la lettura dei più grandi artisti del tempo. Una breve introduzione spiega l'origine del suo successo nel primo Seicento, l'entourage di Paul Bril e Gaspard Dughet. Per il Settecento, Vanvitelli, Boucher, Vernet, Hubert Robert, Piranesi ... seguono lo stesso modello. Ma anche Valenciennes, Simon Denis o Granet in Francia, che furono i precursori del paesaggio moderno, ne rimasero affascinati. Composizioni manieristiche o spontanee, variazioni poetiche, studi esterni, le opere presentate in modo contraddittorio pongono la questione del soggetto nella pittura di paesaggio. E fra le riflessioni che ne derivano la più singolare è senza dubbio che lo stesso modello ha interessato tutti gli artisti per un lungo periodo, arrivando fino alla nostra epoca.
La mostra è accompagnata da un catalogo a colori. Oltre alle voci dettagliate su ogni opera ed il rispettivo autore, offre informazioni su Tivoli, la sua fortuna nella storia dell'arte e le storie di viaggiatori.
Info
Musée Cognacq-Jay 8 rue Elzévir 75003 Paris Tel: 01.40.27.07.21
Il Museo rispetta l’orario: 10,00-18,00.
Chiuso il lunedì-
Nell’illustrazione: La cascade di Joseph Vernet, circa 1748.