I Comitati contestano i numeri dei tecnici del Prefetto: i conti non tornano!

Lo dimostreremo nei tribunali

 Comunicato stampa

I Comitati contestano i numeri dei tecnici del Prefetto: i conti non tornano!
Lo dimostreremo nei tribunali.

E’ quanto dicono
Carlo Ripa Di Meana (Italia Nostra), Urbano Barberini (Comitato Salviamo Villa Adriana), Gianni Innocenti (Comitato Uniti contro le discariche).

Si è deciso di risolvere il problema dell’emergenza partendo dal sito con il maggior numero di vincoli, a colpi di deroghe, contro il parere formale di tutte le Autorità competenti, causando un conflitto Istituzionale ed anche un grave danno all’immagine internazionale del nostro Paese.
Il Prefetto abbia il coraggio di ammettere al Presidente del Consiglio Monti ed all’opinione pubblica che il risultato del suo lavoro ha portato alla scelta di un sito inidoneo con una volumetria disponibile di solo 800.000 m3, contro i 3 milioni di fabbisogno della Capitale.
La scelta di Corcolle è l’ammissione della volontà di mantenere Roma in un perenne stato di emergenza. Roma non deve diventare Napoli e Corcolle non deve diventare Chiaiano!
Nel rispetto del principio di precauzione, il Prefetto deve smentire formalmente e scientificamente la denuncia delle Autorità competenti in riferimento non al livello della falda (documentato da abbondanti studi) ma al rischio di inquinamento delle acque idropotabili in considerazione del fatto che il quadrante est di Roma è l’unico che, ancora oggi (come 2000 anni fa), serve la Capitale d’Italia (basta guardare la Fontana di Trevi e chiedersi da dove arriva quell’acqua!).
Siamo pronti alla battaglia legale e presto renderemo disponibili alle Autorità competenti la documentazione tecnica e scientifica prodotta in questi mesi.
Il Prefetto rispetti la legge a tutela dell’ambiente, dei beni culturali e soprattutto della salute pubblica.

17 maggio 2012

 

Allegato - I numeri fallimentari del lavoro del Prefetto


I numeri fallimentari del lavoro del Prefetto
Corcolle, inidoneo, soddisfa solo il 25% del fabbisogno del periodo emergenziale

La documentazione ufficiale del Prefetto che è stata depositata in Conferenza dei Servizi e consegnata al Ministero dell'Ambiente non è coerente con quanto dichiarato ieri dal Prefetto a mezzo stampa.
La volumetria attesa ad Ottobre per il sito di Corcolle, e confermata ieri a mezzo stampa, era stimata in circa 2 milioni di m3 (Rif.1).
Il non aver rilevato, in sede di scelta del sito di Corcolle, il fosso Mole di Pance con relativa fascia di rispetto ricadente totalmente nella cava nonché la falda superficiale rispetto al piano di campagna, ha costretto i tecnici del Prefetto a prevedere nel progetto preliminare un terrapieno a protezione del fosso ed il riempimento della cava per portare la falda ad almeno 11 metri dal suo livello attuale (Rif.2).
Questi accorgimenti progettuali, viziati da errori di valutazione in sede di scelta del sito tra i sette identificati dalla Regione Lazio, hanno determinato una capacità di abbancamento di 850.000 m3 (Rif. 3) pari a solo il 40% di quanto stimato inizialmente dal Prefetto e pari a solo il 25% del fabbisogno stimato dagli stessi tecnici prefettizi per risolvere l’emergenza rifiuti di Roma (3 milioni di m3 – Rif. 4).
Queste valutazioni sono state realizzate prima dell’intervento del Minambiente. Anche nell’auspicata ipotesi che venga sottoscritto al più presto il cosiddetto “Piano per Roma” che prevede l’incremento della raccolta differenziata nella Capitale (ad oggi non è comunque prevedibile prevedere l’avvio delle attività) le volumetrie garantite dal progetto di Corcolle sono assolutamente marginali rispetto al fabbisogno.
Malgrado gli accorgimenti progettuali, il progetto preliminare è stato formalmente bocciato dall’Autorità di Bacino, dalla Provincia di Roma e dal Ministero dei Beni Culturali nonché sono stati espressi forti dubbi dalle altre Autorità competenti.
Si evidenzia come il no dell'Autorità di Bacino (Rif.5) e successivamente del Ministero dell'Ambiente, sia riconducibile a fattori che indirettamente richiamano il rischio per la salute pubblica con particolare riferimento alle acque idropotabili ritenendo che le precauzioni previste dai tecnici del Prefetto non considerano il potenziale innalzamento della falda coerentemente con le azioni previste dal Piano di bacino (Rif.6). Precauzioni che devono essere considerate non nel breve periodo ma per un periodo compatibile con la durata di gestione, coltivazione e permanenza della discarica.
Il Ministero dell'Ambiente (Rif.7), il Comune di Roma (Rif.8) ed altri Enti, con atti e dichiarazioni pubbliche, hanno evidenziato il rischio per la salute pubblica in considerazione della presenza di falde di captazione dell'acqua idropotabile dell'Acea. Si ricorda, al riguarda, che la zona est della Capitale è l'unico quadrante di Roma che ancora oggi (e da oltre 2000 anni) contribuisce con sorgenti, punti di captazione, serbatoi e condotte, al rifornimento di acqua potabile della Capitale nonché di acqua di servizio (emblematico il caso della Fontana di Trevi).

Concludiamo riportando, virgolettate, le conclusioni a cui è giunto il Minambiente in riferimento alla eleggibilità di Corcolle:
"appare non compatibile, fatta salva la preventiva ed effettiva dimostrazione di realizzabilità, stabilità e convenienza anche economica di barriere impermeabili ingegnerizzate idonee a superare nel lungo termine qualsiasi ipotesi di eventi tali da pregiudicare la qualità dell’ambiente nelle aree limitrofe, con danno alla salute dell’uomo” (Rif. 9).
“E’ doveroso però segnalare che lo stato di emergenza potrebbe essere messo in discussione in ambito comunitario in relazione ai tempi e alle tipologie di azioni che hanno condotto a una condizione di crisi immanente della gestione dei rifiuti di Roma; è lecito perciò presumere che decisioni di derogare da vincoli ambientali da direttive comunitarie e disposti, ad esempio, con un DPCM di emanazione di un Piano di bacino idrografico, possono dar luogo ad azioni di fermo dei lavori da parte di altre competenti Autorità, con possibili danni di varia natura” (Rif. 9).

Chiediamo al Presidente del Consiglio Monti di valutare, in un momento di grande difficoltà economica del Paese, se è giustificabile il costo degli interventi proposti dal Prefetto (che comunque non garantiscono il rispetto del principio di precauzione in riferimento al rischio della salute pubblica) rispetto all’obiettivo raggiungibile.
Ricordiamo inoltre che, la sola ipotesi di realizzare la discarica a Corcolle ha già attivato una procedura di attenzione da parte dell’Unione Europea (Rif. 10) così come tale intervento verrà valutato in sede Unesco in riferimento al patrocinio dato al sito di Villa Adriana (Rif. 11).

Chiediamo al Presidente del Consiglio Monti: ha senso puntare su un sito che forse risolve il 25% dei problemi del periodo emergenziale, con il no formale del Comune di Roma, Provincia di Roma, Ministero dell’Ambiente, Ministero dei Beni Culturali, Autorità di Bacino?
Il tutto sempre che si riesca a dimostrare che sia escluso, nel medio-lungo termine, il rischio per la salute pubblica in riferimento alla contaminazione delle acque idropotabili.

Il disastro di Fukushima ha innalzato il principio di precauzione nelle nostre coscienze, evidentemente non in quelle del Prefetto Pecoraro e della Governatrice Polverini isolati in questa folle scelta.
La legalità era e resta il nostro faro ed anche le colonne d’Ercole che non consentiremo di aggirare.

 

Riferimenti

Rif. 1 – Fonte: tecnici del Prefetto (Moretti e Sorrentino). Relazione tecnica – Scelta dei siti (20.10.2011). Pag. 8.
“Tali valutazoni rendono necessario garantire alle città di Roma, Fiumicino, Ciampino e Città del Vaticano una disponibilità di abbancamento - in una o più di discariche – per almeno complessivi 3.000.000 di m3 nei prossimi tre anni, per superare senza disagi per i cittadini la presente fase di emergenza.”

Rif. 2 – Fonte: Progetto preliminare presentato in Conferenza dei Servizi e valutato dalle Autorità competenti.

Rif. 3 – Fonte: tecnici del Prefetto (Moretti e Sorrentino). Relazione tecnica – Scelta dei siti (20.10.2011). Pag. 13.
“L'area della cava più a sud (G.M. Pozzolana s.r.l.) ha una superfìcie di circa 4,0 ha e presenta un dislivello rispetto al terreno circostante di circa 50 m. Pertanto, si stima per tale cava una potenzialità di abbancamento fino a 2.000.000 di m3”

Rif. 4 – Fonte: Ing. Moretti Cidiemme Enginnering S.r.l.. - Relazione tecnica del Progetto Preliminare. Pag. 34
“La capacità di abbancamento complessiva della discarica, secondo il piano di coltivazione ipotizzato con strati di ricoprimento giornaliero con terreno dello spessore medio di circa 20 cm ed al netto delle opere di impermeabilizzazione del fondo, delle pareti e della copertura (capping), è prevista tra gli 850.000 ed i 900.000 metri cubi.”

Rif. 5 – Fonte: Parere Autorità di Bacino in Conferenza dei Servizi
“si esprime parere negativo sul progetto preliminare esaminato in quanto: - non è conforme alla vigente pianificazione di bacino/distretto idrografico e non contiene una adeguata valutazione dei rischi di impatto sulle acque superficiali e sotterranee; …”
L’Autorità di Bacino evidenzia come “Gli elaborati progettuali esaminati, con particolare riferimento alla Relazione geologica ed allo Studio di prefattibilità ambientale, confermano i presupposti conoscitivi su cui è impostata la pianificazione di bacino, ma non ne recepiscono le specifiche finalità. Ciò ha condotto a previsioni progettuali non compatibili con la predetta pianificazione”.

Rif. 6 – Fonte: Audizione tecnici del prefetto Pecoraro in Commissione parlamentare ecomafie (pag. 26) – Ing. Moretti
“Per informazione della Commissione, l’Autorità di Bacino, che ha espresso parere negativo sul progetto preliminare di Corcolle, rispetto ai dati di falda emersi dalle indagini effettuate tra dicembre e gennaio di quest’anno persegue l’obiettivo di farla risalire fino alle quote originarie documentate negli anni ’60 e ’70. Secondo le loro valutazioni, questa risalita potrebbe superare anche i 10-15 metri. Su queste analisi fummo abbastanza chiari anche nell’audizione del 14 dicembre, evidenziando che l’ordinanza commissariale non dispone di alcuna deroga per quanto riguarda i requisiti di sicurezza dei due impianti, laddove tutto quello che può profilarsi come inquinamento ambientale non viene derogato dall’ordinanza.”


Rif. 7 – Fonte: Clini a mezzo stampa 7 Maggio 2012
"Restano confermate le rilevanti controindicazioni su Corcolle, che insiste su un'area vulnerabile del sistema acquifero regionale caratterizzata da una presenza significativa di pozzi di uso prevalentemente agricolo, igienico e domestico, oltreché dalle sorgenti Acquoria e Pantano Borghese, con una portata complessiva di 1.100 litri al secondo, captate da Acea per la rete idropotabile di Roma”

Rif. 8 – Fonte: Alemanno a mezzo stampa il 13 Maggio 2012
"Un appello al commissario e alle autorità, dato che nel sottosuolo di Corcolle l'Acea raccoglie acque importanti”

Rif. 9 – Fonte: Minambiente – Memorandum sulla gestione dei rifiuti solidi urbani di Roma, Fiumicino, Ciampino, SCV – Stato dei lavori, considerazioni e raccomandazioni

Rif. 10 – Fonte: stampa del 9 Maggio 2012 – La Repubblica “Rifiuti, lo scontro arriva a Bruxelles. L’Unione Europea apre un’istruttoria” - Vedi anche l’audizione del Prefetto Pecoraro alla Commissione per le petizioni del Parlamento Europeo.
Rif. 11 – Fonte: Comunicazione ad Italia Nostra di Petya Totcharova – Chief, Europe and North America Unit – World Heritage Centre . 23 Febbraio 2012

 

 

 

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