Verso gli anni ’49-50, constatato che non esistevano più le bande di ragazzi da tenere a freno e da guidare, Don Nello pensò di realizzare la Casa del Fanciullo per gli orfani. Il terreno (2 ettari e mezzo con piccola casa) fu acquistato da lui che lo comprò dal Prof. Manzetti nel ’49-50 per 5 milioni (pagabili in 10 anni senza interessi). La costruzione era assai modesta, mancava la strada per raggiungerla e non era servita dall’acqua (occorreva scendere nel sottostante fontanile di “Tittarellu” per lavarsi e per attingerla). La costruzione poi fu ampliata in tempi diversi grazie alle elargizioni di benefattori ed agli aiuti dei semplici Tiburtini; grazie ai sacrifici di Don Nello, dei ragazzi ed a atti di pubblica carità furono comprati in varie fasi altri appezzamenti di terreno contigui.

Villaggio Don Bosco
Ingrandisce foto Villaggio Don Bosco

Nel maggio del ’54 i ragazzi costruirono, da soli, la chiesina e, grazie alla trasmissione di Mario Riva “Ventiquattresima ora” il Villaggio ebbe una jeep. La cucina fu comprata con il ricavato di uno spettacolo organizzato dal noto presentatore Corrado. Grazie a quest’ultimo ed a molti artisti e uomini locali molti spettacoli sono stati e sono organizzati per beneficenza pro Fondazione Don Bosco.

Il Villaggio sorge a mezza costa della collina di “Sirivitola”, situata tra il Monte Catillo e Monte S.Angelo in Castagnola; la sua posizione è invidiabile perché domina dall’alto la sottostante Valle dell’Inferno, la pianura Romana compresa tra i Castelli Romani e Montecelio. (attualmente il Villaggio possiede un’area di 34 ettari e 10 ettari di oliveto a Pomata).

Monumento a Don Bosco
Ingrandisce foto Monumento a Don Bosco

Proprio al rilievo, su cui sorge il suo Villaggio, Don Nello dedicò una delle sue più belle poesie intitolata "Monte Catillo" (per i tiburtini “Monte della Croce” per via di una croce in ferro posta sulla sua cima). Ma Tivoli è riconoscente a don Nello Del Raso anche per un altro motivo: dopo ben 129 giorni dal furto, avvenuto durante la notte del 27 gennaio 1968, che portò al trafugamento a scopo di lucro dell’icona della Vergine di Quintiliolo presso l’omonimo Santuario, egli riuscì a recuperarla restituendola al popolo tiburtino a Lei tanto devoto.

Tivoli ha sempre apprezzato ed amato Don Nello, teologo e uomo di cultura, poeta (ampia è la sua produzione), educatore che ha saputo applicare efficacemente nella storia del suo tempo le intuizioni pedagogiche di don Bosco. Ancora oggi il Villaggio è tuttora centro formativo e punto di riferimento per tante persone; qui si formano studenti ed artigiani sotto la guida di don Benedetto Serafini che, affiancato dai ragazzi più grandi, porta avanti l’opera di quell’umile prete a cui Tivoli, riconoscente, ha dedicato una scuola elementare e un sentiero natura che si snoda intorno a quel colle da lui visto, nella sua poesia “L’orma”, come zolla propizia per la messa a dimora di "teneri pini" che, una volta cresciuti, "scherzeranno coi venti e lotteranno con le tempeste”.

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