La Roma-Tivoli contribuì pure, con l'installazione di un binario provvisorio lungo il viale della Regina, all’edificazione del quartiere romano Parioli. Il 1904 vide la TFE elettrifica, a corrente continua a 550 V, che interessò il tratto urbano dal Verano a via Marsala: il servizio locale era svolto da motrici a due assi che all'occorrenza rimorchiavano le carrozze della tramvia a vapore. La tramvia tuttavia iniziò ad essere troppo vecchia; invano l’ing. Vandeperre tentò di convincere la TFE ad eliminare il regresso di Villa Adriana, per eliminare almeno quella parte troppo pericolosa e causa di ritardi. La Società non volle più investire nella Roma-Tivoli. Nel 1906, anno in cui ebbe inizio l'esercizio della rete dei Castelli romani, l’ing. VANDEPERRE chiese ancora una volta l’ammodernamento (cioè l'elettrificazione) della linea rimasta all'incirca quella del 1879; il servizio che offriva infatti la Roma-Tivoli era talmente scadente che i giornali dell’epoca ne danno notizia in piu’ di un’occasione.


Ingrandisce foto Gennaio 1933: ultima corsa

La Società belga non sovvenzionò ammodernamenti; solo nel 1909 propose una variante che sembrò eliminare il famoso regresso ma che in realtà si limitò a spostare il binario da Ponte Lucano fino a Villa Adriana, con la costruzione di una nuova stazione.

Con la guerra del 15-18 la Roma-Tivoli fu al servizio anche del trasporto dei feriti che, giunti a Roma Portonaccio, venivano trasportati direttamente, senza trasbordo, al forte Tiburtino (opportunamente raccordato alla tramvia). Nel 1920 si registrò un movimento di 138.271 treni.km con 1.064.843 viaggiatori e 524.069 t di merci trasportati; il parco comprendeva 10 locomotive, 40 carrozze viaggiatori e 129 carri merci; il personale impiegato era costituito da 174 agenti di ruolo e 18 avventizi.
Ulteriori progetti, mai realizzati, per la Roma-Tivoli sono l'elettrificazione della linea e una penetrazione in galleria a Tivoli che eliminirebbe il regresso di villa Adriana; viceversa, gli anni 20 passarono senza l’attuazione degli agognati ammodernamenti (elettrificazione della linea e realizzazione di una galleria onde evitare il regresso di VillaAdriana) il che rese la linea ancor più dequalificata e insufficiente.


Ingrandisce foto Gennaio 1933: ultima corsa

Nel 1927 il governatorato di Roma acquistò il servizio urbano della Roma-Tivoli sul tratto Verano-dogana che fu contraddistinto col n.53 e fu gestito dall'ATAG. Il 13 agosto 1928 il Comune di Tivoli deliberò l’elettrificazione della linea d’accordo con la TFE (che aveva capito finalmente l’urgenza di attuare ammodernamenti) ma tale delibera arrivò quando ormai il Comune di Roma aveva già deciso la soppressione del servizio tramviario e la sua sostituzione con una linea di autobus.

L’allora ministro delle comunicazioni, conte Galeazzo Ciano, mise fine alla diatriba scoppiata tra il Comune di Tivoli e quello di Roma; il governatorato riscattò la linea compensando la Società belga con 850.000 lire. L’esercizio fu dato dal 28 dicembre 1928 alla STFER mentre l’ing. Vandeperre restò ancora alla direzione di esercizio fino al suo ritiro, avvenuto nel dicembre 1930, dopo 35 anni di lavoro presso la Roma-Tivoli. Nel 1930 venne presentato il progetto Calzolari per il mantenimento del servizio su rotaia; ma anche questa proposta, come altre, non fu accettata e nel 1930 la STFER decise di affiancare alla tramvia alcune corse di autobus. Il 30 giugno 1931 si giunse alla soppressione del servizio viaggiatori sulla Roma-Tivoli con la conseguente sostituzione della linea servita completamente da autobus. Il gestore non fu più la STFER, mal'ATAG. Restò ancora in piedi il servizio merci fino alla scadenza dei contratti per il traffico con gli stabilimenti raccordati. Una volta scaduti, dal luglio del 1934 la linea fu ufficialmente disabilitata a qualsiasi traffico; rotabili e binari vennero demoliti.

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