La notizia sulla peste di Venezia del 1578 di Mutio Lumina: "Opuscolo" o "Gazzetta"?

a cura di Giovanni Sanfilippo

Nelle brevi notizie sulla prima stamperia impiantata a Tivoli da Domenico Piolato nel secolo XVI pubblicate dalla professoressa Angrisani - preludio del suo libro di prossima pubblicazione - si legge di un "opuscolo" di tal Mutio Lumina che correda il Raguaglio Minutissimo scritto del notaro veneto Rocco Benedetti.
Ho avviato una specifica ricerca e l'originale di questo opuscolo sembrava introvabile, dal che l'inevitabile domanda di un filologo sulla fonte documentaria - diretta o indiretta - di tale scritto.
Sono lieto di annunciare in anteprima che con certosina pazienza e un pizzico di "fortuna" ho rintracciato il rarissimo documento che si è peraltro salvato per motivi a dir poco singolari e che sono lieto di pubblicare in anteprima sul nostro Notiziario.
Ma è necessario procedere con l'illustrazione di un antefatto.
Alle origini del giornalismo moderno - filiazione diretta degli acta diurna romani, antesignani delle odierne Gazzette Ufficiali - c'è, naturalmente, l'invenzione della stampa a caratteri mobili ad opera del tedesco Gutemberg intorno alla metà del secolo XV. Assai presto si svilupparono le stamperie che produrranno i prototipi degli attuali quotidiani. Si trattava di avvisi ufficiali e fogli di notizie a stampa, spesso 'dedicati' a personaggi illustri verosimilmente mecenati (gli attuali sponsor) dell'opera, che circolavano, insieme con quelli manoscritti, in molte città, tra cui Venezia e Roma.


"Gazzetta" di Venezia

È proprio nel capoluogo veneto che nel 1563 viene edito un avviso di carattere informativo, messo in vendita a una "gazeta", moneta d'argento che nel XVI secolo aveva il valore di due soldi, ma si chiamarono "gazzette" anche le monete in puro rame coniate dalla Serenissima. Queste "avisi", chiamati comunemente "Gazzette", ebbero dapprima il carattere di documentazione di eventi locali, ma anche politici e finanziari: il prezzo del granturco, la partenza delle navi, le voci di guerra, i resoconti di negoziati e di trattati e in genere i fatti del giorno. Per avere degnità di pubblicazione - effettuata in genere dagli stessi tipografi che pubblicavano libri -, l'evento doveva essere reale, essere riferito da un testimone oculare o ottenuto indirettamente da fonte certa. Naturalmente, più singolare era l'evento, maggiore importanza assumeva per il giornale, soprattutto se dedicato a personaggi di governo!...

Nella Biblioteca del Civico Museo Correr di Venezia, ho trovato un manoscritto miscellaneo raccolto dallo storiografo Cicogna (Cod. Cic. 2072, inizialmente con segnatura 984) cui fu dato il titolo "Notiz. et altr. del cont. A Venezia 1575.1576", tutto della medesima mano, trascrizione dei diversi ragguagli, notazioni, legislazioni occorse dal 1575 al 24 luglio 1577. Il primo, di Marco Veronese "non è altro che la sincera notizia di tutto ciò che seguì nella terribile peste di Venezia .", seguono altre notizie firmate da Venier medico, Vincenzo Negroni medico deputato, Tiberio fisico etc.
Nell'ultima pagina di questo codice, attaccato con una affiche, ho rinvenuto il foglio edito "Di Vinegia alli 22 luglio 1577" da Mutio Lumina, "nella stamparia di Enea de Alaris, a S. Zuanne Nuovo, al ponte di cà Lion", intitolato "La Liberatione di Vinegia" e dedicato " Al molto magnifico et eccell. Sign il signor G.F." e che, con evidenti discrasie, sarà attaccato dallo stampatore tiburtino Domenico Piolato all'opuscolo rimaneggiato del notaro veneto Rocco Benedetti che reca il titolo "Raguaglio minutissimo del successo della peste di Venetia. Con gli casi occorsi, prouisioni fatte, & altri particolari insino alla liberazione di essa. Et la relatione particolare della pubblicata liberazione con le solenni et devote pompe".Sul retro la raccomandazione scritta a matita da un bibliotecario successivo che raccomanda di collocare il foglio nel codice Cicogna 2072.

Come si è salvato questo foglio di Gazzetta fortunosamente trovato per la prima volta, visto che nel foglio di accompagnamento del codice risulto il primo e unico lettore?
La spiegazione ha un carattere. domestico! Sul retro, con una scrittura coeva a inchiostro rosso che, per infiltrazione, deturpa le prime righe del resoconto, una nota privata. in dialetto veneziano, parla di una bella festa cui l'estensore (il proprietario del foglio) si recherà "con mia madona. come per sagacia de dio siamo tuti sani".."al signor Alvise ch'el veda sa bixega conciar. coheli satisfare ogni cosa " ."tea filia vi desidera y domenega a veder una bela festa in chanal grande a la zudecha perché sia da far bela cosa perché el sia da far una giostra su l'aqua sia da romper lance."
Una famiglia scampata dalla peste che va sul Canal Grande e alla Giudecca a festeggiare lo scampato pericolo. In casa "gira" la gazeta con il resoconto delle pubbliche feste di ringraziamento. Il padrone di casa usa il retro di questo foglio per chiamare la sua famiglia e il foglio . arriva per un caso singolare fino a noi.
Naturalmente il Piolato, che comunque rimaneggia alla grande tutti i materiali sulla peste e sui festeggiamenti successivi alla sua scomparsa, servendosi delle diverse copie - un resoconto di Rocco Benedetti, diversissimo, conservato nella Biblioteca Civica di Verona è usato in forma sussultoria, sovrapponendosi in punti chiave alla copia di Venezia - ha avuto tra le mani questo foglio, che impropriamente, fino alle moderne immissioni in rete operate in maniera filologicamente acritica, abbiamo chiamato "opuscolo".
L'osservazione poi che il nostro Piolato ha potuto usare questo foglio di gazeta, verosimilmente a diffusione strettamente locale, getta una ulteriore luce sulla vita privata dello stampatore, presente di sicuro a Venezia nei fausti giorni del festeggiamento per la liberazione dalla peste. Come sia giunto poi a Tivoli e perché abbia qui pubblicato questo tipo di opere fa parte dell'avvincente storia della stampa nel secolo XVI.

Presento la copia del foglio di 'gazeta' "trovato" il 7 agosto 2008 alle ore 12 nella Biblioteca del Civico Museo Correr di Venezia, riservandone la trascrizione e il commento storico-antiquario in altra occasione.

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