"Tivoli con la villa di Mecenate" di Gaspar van Wittel

a cura di Roberto Borgia

Due splendide opere sulla nostra città nella mostra Gaspar van Wittel: i disegni della Biblioteca Nazionale di Roma, nella sede di Viale Castro Pretorio, dove è esposta per la prima volta, fino al 13 luglio 2013, la raccolta completa dei 52 disegni dell'italianizzato Vanvitelli (1652/1653-1736), trapiantatosi in Italia fin da 1674 e padre di Luigi Vanvitelli (1700-1773), l'architetto della regia di Caserta.
L'esposizione gratuita (con orario lunedì-venerdì: 10,00-18,00; sabato: 10,00-13,00), a cura di Margherita Breccia Fratadocchi e Paola Puglisi, si articola secondo un percorso introduttivo dedicato, nella prima parte, all'acquisto dei disegni, in modo piuttosto misterioso, portato a termine nel 1893 dall'allora direttore della Biblioteca Nazionale, il poeta e storico Domenico Gnoli (1838-1915), che seppe intuire immediatamente il valore, non solo documentario, di questa essenziale raccolta. Viene dato risalto anche alla figura del critico d'arte Giuliano Briganti (1918-1992), che per primo ricostruì il percorso artistico del pittore olandese attraverso quella che resta la più importante monografia. Seguono le sezioni dedicate alla vita dell'artista con particolare riferimento alla sua presenza a Roma; per far meglio comprendere le grandi trasformazioni artistiche ed urbanistiche dell'epoca vengono esposti una grande pianta di Roma del 1668, edita da Matteo Gregorio de Rossi ed i manoscritti della Biblioteca Nazionale di Roma e della Biblioteca Corsiniana con il progetto di rendere navigabile il Tevere da Perugia a Roma, ad opera dell'ingegnere olandese Cornelis Meyer (1629-1701) con la collaborazione del giovane van Wittel.


Ingrandisce foto "Tivoli con la villa di Mecenate" di Gaspar van Wittel

Ma la parte centrale della Mostra è dedicata appunto ai disegni delle Vedute di Roma, Vedute dei dintorni di Roma, Vedute di altre città d'Italia e Vedute diverse o "ideate", seguendo l'ordine originale con cui li studiò Giuliano Briganti, che per primo, nel 1966, ricostruì nei dettagli il percorso artistico di Gaspar van Wittel.
È presente una sezione multimediale, in cui, grazie alla tecnologia digitale, i visitatori potranno ammirare l'interno di ogni singolo disegno e scoprire dettagli difficilmente apprezzabili a occhio nudo come appunti autografi, con piccole annotazioni, relative ai colori da utilizzare o ripensamenti nel disegno stesso (come in questa pagina sul campanile della chiesa di S. Maria Maggiore, sopra il palazzo di Villa d'Este).

Il disegno "Tivoli con la villa di Mecenate", che presentiamo grazie alla cortesia del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Biblioteca Nazionale centrale di Roma, Inv. BNCR: Dis.3.IV.9 recto, è realizzato a penna, inchiostro, acquerello grigio su foglio di carta quadrettata a matita, cm. 39,8 x 58,1, ed è il disegno preparatorio del dipinto a olio "Veduta di Tivoli con le cascatelle e la villa di Mecenate", cm. 75 x 79, circa 1730, appartenente a una collezione privata. Il disegno, un vero capolavoro a se stante, permette di cogliere ancora di più l'abilità e la precisione della'artista olandese nei dettagli, vedi ad esempio le abitazioni a destra di quella che si credeva all'epoca la Villa di Mecenate (rivelatasi poi come il Santuario di Ercole Vincitore) e ci dimostra che il paesaggio, immortalato nel disegno, su carta da lui quadrettata per rendere più precisi i particolari, era poi realizzato a olio nello studio, magari con l'ausilio di aiutanti per le raffigurazioni di personaggi che apparivano nella tela e che davano profondità alla rappresentazione stessa.

Arricchiscono la Mostra alcuni prestiti di dipinti e manoscritti concessi da importanti istituzioni scientifiche, quali l'Accademia Nazionale dei Lincei e Biblioteca Corsiniana, l'Accademia nazionale di S. Luca, i Musei Capitolini, l'Archivio della Congregazione dell'Oratorio di Roma, la Biblioteca Comunale Augusta di Perugia e la Fototeca Briganti di Siena. Ed ecco allora esposta anche la "Veduta dell'Aniene prima della cascata", facente parte della collezione dell'Accademia di S. Luca, Inv. 313, un olio su tela di cm. 50 x 102, databile al 1711, uno dei dipinti di miglior qualità dell'artista, una copia del quale è stata notata anche sul mercato antiquario Quest'opera fu già descritta accuratamente da Vincenzo Pacifici con accorata poesia ricordando i rioni scomparsi di S. Lucia e Cornuta e raffigurata in bianconero nella tavola Tavola VII del volume degli "Atti e Memorie della Società Tiburtina di Storia e d'Arte", del 1935.


(giugno 2013)
Il disegno viene concesso dalla BNCR esclusivamente per questa scheda di Tibursuperbum, con divieto di ulteriore riproduzione o duplicazione con qualsiasi mezzo

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