"Il giardino, Tivoli" di Edoardo Tani

a cura di Roberto Borgia

Ricorre quest'anno il centoquarantesimo anniversario della nascita del pittore tiburtino Edoardo Tani (1880-1948) e l'ultima occasione nella quale abbiamo potuto ammirare delle sue opere è stata nella mostra "Le bellezze di Tivoli nelle immagini e negli scritti del Grand Tour", svoltasi a Tivoli nel Palazzo della Missione dal 17 dicembre 2016 al 31 ottobre 2017, dove era esposto un acquerello "I Templi dell'acropoli" e un olio su tela "Cascata grande", per gentile concessione della Galleria 90 di Tivoli.
Edoardo Tani, da Tivoli, città natale, si trasferì a Roma, per frequentare l'Accademia di Belle Arti. S'iscrisse a quattordici anni alla scuola per arazzi di Erulo Eruli - che era presidente dell'Associazione degli Acquarellisti romani - e apprese l'arte di tingere le lane, in tutte le sfumature dei colori, applicandosi anche alla tessitura e al restauro dell'arazzo. Frequentava Ettore Roesler Franz e Onorato Carlandi, che frequentavano regolarmente Tivoli; inoltre Fausto Vagnetti e Dante Ricci, che erano suoi coetanei. Divenne poi insegnante dal 1923 nel Liceo Artistico di Via di Ripetta a Roma. Per approfondire il suo orizzonte sulla pittura moderna, Edoardo Tani viaggiò in Inghilterra, così come aveva fatto Carlandi, e in Spagna (espose al Teatro Reale di Madrid) e rimase colpito in particolare dalla pittura inglese di epoca romantica di William Turner, di John Constable e di Peter de Wint, anche se diede il meglio di sé ispirandosi ai paesaggi del Mediterraneo italiano, soprattutto del Lazio e della sua città natale.


Ingrandisce foto Il giardino, Tivoli

Il suo linguaggio pittorico ha radici lontane? la teoria impressionistica delle "ombre colorate", l'esperienza della pittura en plein air, l'effetto "trasparenza" che sfonda in profondità i piani, la fedeltà alla natura. Con cautela si lasciò influenzare dal divisionismo, in particolare nei paesaggi ad acquerello, dove accostava piccole pennellate tondeggianti, variando appena i colori, come se in qualche modo volesse suggerire la tessitura di un arazzo. Curava l'effetto della prospettiva e la vaporosità in cui la natura è immersa, dipingendo il fogliame con tocchi liquidi, dal verde, sempre più tenero, fino al grigio-turchese. Eseguì ritratti, alcuni femminili, reinterpretando con tratti minuti, appena percettibili, la lezione del divisionismo.

Nel 1909 fu ammesso nell'Associazione degli Acquarellisti romani, divenendone consigliere e partecipò con costanza a tutte le loro mostre. Fu poi nominato Ispettore alle antichità e direttore della Villa Gregoriana di Tivoli. Nel 1954, in una retrospettiva allestita alla Galleria romana "Il Camino", furono presentate cinquantadue sue opere. Nella collezione del Comune di Tivoli a Palazzo S. Bernardino sono presenti ben cinque opere dell'artista. La città gli ha intitolato il vicolo che da Piazza Trento porta in via della Missione, il cosiddetto vicoletto di S. Getulio. L'opera che presentiamo "Il giardino, Tivoli", olio su tela, cm. 68 x 100, collezione privata, è stata aggiudicata, anzi diremmo svenduta, per soli € 900 nell'asta "Dipinti del XIX secolo" dalla Casa d'aste Babuino di Roma nella vendita del 19 settembre 2018. Siamo certi che se l'opera fosse stata maggiormente pubblicizzata nella nostra città, avrebbe trovato non pochi estimatori ed avrebbe avuto certamente una maggiore valorizzazione venale.

L'olio è stupendo, ritrae un particolare del piazzale della fontana dell'Ovato a Villa d'Este, un angolo che già fu ripreso, pur con altra visuale, dal grande Jean-Honoré Fragonard (1732-1806) con l'opera la Mosca cieca, del Timken Museum of Art di San Diego in California, che inquadra la fontana stessa con uno dei platani del piazzale in primo piano.

L'opera di Edoardo Tani è naturalmente lontana, non solo nei secoli, dallo spirito rococò della tela dell'artista francese e la vogliamo accompagnare con le ispirate parole dell'amico Gianni Andrei, figura eminente del panorama culturale tiburtino, che così si esprime: «Il tocco delle sue delicate pennellate, a volte anche impetuose e fulgenti, ritrae Tivoli, il suo paesaggio e i suoi monumenti sempre in un'atmosfera colma di fascino, nutrita dai colori delle stagioni che sublimano la nostra città e il suo territorio. Eccone un esempio: siamo nel cortile-giardino che custodisce la Fontana dell'Ovato, a Villa d'Este. Qui l'intensità struggente delle tonalità autunnali rende le foglie ingiallite, che i maestosi secolari platani spargono attorno, i veri araldi dei sentimenti che accendono gli occhi e infuocano l'animo. Un'emozione che ancora oggi si può intensamente provare».

(giugno 2020)

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