"Tivoli. Il tempio della Sibilla", di Richard Wilson

a cura di Roberto Borgia

La Mostra "Turner e l'Italia", nel Palazzo dei Diamanti a Ferrara aperta fino al 22 febbraio 2009, è la prima che indaga in maniera sistematica sul rapporto che legò il grande pittore romantico al nostro paese, ripercorrendo tutta la sua carriera, dagli esordi alla tarda attività. Nella Mostra non sono presenti opere di Turner che hanno per soggetto Tivoli, e sarebbero molte. Per fortuna non è del tutto assente la nostra città in quanto al n. 6 è presente un acquarello su carta di John Robert Cozens, La villa di Mecenate a Tivoli, di mm 245 x 209, 1779-82, proveniente dalla National Gallery of Scotland di Edimburgo e al n. 7 un'opera di, "Tivoli. Il tempio della Sibilla", gessetto bianco e nero su carta, mm 248 x 410, c. 1752, proveniente dalla stessa galleria.
Un'occasione in più perciò per visitare questa splendida mostra su Turner nella città che da qualche anno riesce ad organizzare mostre ad altissimo livello, memore degli antichi fasti della casa d'Este, città possiamo dire gemella ed "imparentata" con Tivoli, per avere dato i natali al cardinale di Ferrara, Ippolito II d'Este, costruttore della Villa d'Este, di cui ricorre quest'anno il cinquecentesimo anniversario della nascita "...egli nacque, ma come dico io nacque? e non più tosto ch'ei fu uno dei chiarissimi Principi, e Signori della Città di Ferrara, di bellezza, di splendore, e di generosità a null'altra d'Italia inferiore, uscito dal sangue dell'antichissima, né mai interrotta stirpe della potentissima casa di Este, la cui origine tanto remota dalla cognizione delle presenti età, quanto è fino ad oggi remota e incognita la prima scaturigine dell'acque del Nilo, si è ita di più in più ampliando sempre di grandezza e d'imperio, Casa producitrice di perpetua serie d'Eroi, di Semidei..." (H. Cato, Oratione fatta dal cavaliere Hercole Cato....., pubblicata a Ferrara nel 1587).

Tivoli, les jardins de la villa d’Este
Ingrandisce foto Tivoli. Il Tempio della Sibilla

Rimandiamo ad altra occasione questo approfondimento e presentiamo, grazie alla cortesia degli organizzatori della Mostra, questo bel disegno, preparatorio ed antesignano di molti soggetti analoghi anche su tela e riprodotto successivamente in moltissime litografie. Ricchissimo è il catalogo delle pitture (e dei relativi disegni) che Wilson, artista instancabile, dedicò alla nostra città e che possiamo consensare nelle tematiche principali di Hadrian's Villa, Maecena's Villa e Temple of the Sibyl and the Campagna, che sarebbe poi il disegno che presentiamo ora, dove i personaggi saranno poi diversi nella varie tele dello stesso soggetto con diverse situazioni diciamo metereologiche (dal temporale alle nuvole al sereno).

Il quadro ad olio che mi viene in mente è certamente Tivoli: Temple of the Sibyl and the Campagna, del 1765, cm 73,6 x 97,8, conservato nel Kimbell Art Museum, Forth Worth nel Texas, dove rispetto al disegno qui presente notiamo un cielo più tempestoso e la Chiesa ed il Convento di Quintiliolo sul lato destro con il campanile, campanile assente in questo disegno che testimonia appunto la funzione preparatoria del disegno rispetto alle opere finite, ad olio. D'altra parte che si tratti di un bozzetto è percepibile nei tratti talora quasi abbozzati, ma che testimomiano la genialità dell'artista e l'ispirazione che sapeva offrire il paesaggio della nostra città. Non dimentichiamo infatti che R. Wilson è il più illustre pittore che il Galles abbia avuto, considerato il padre della pittura di paesaggio (landscape) in Gran Bretagna. Figlio di un pastore protestante che incoraggiò i suoi interessi artistici e gli diede inoltre una buona istruzione classica. pare che inizialmente abbia lavorato soprattutto come ritrattista. Iniziò l'apprendistato a Londra nel 1729, ma già nel 1735 lavorava in proprio Nelle prime opere, soprattutto ritratti eseguiti nella tradizione di G. Kneller, J. Highmore, T. Hudson, solo raramente si riscontra quella sensibilità per la luce e l'atmosfera che informa i suoi lavori dopo il soggiorno in Italia (1750-57). Prima a Venezia, per l'influenza delle opere di Tiziano e per i consigli di F. Zuccarelli e poi a Roma dopo l'incontro di J. Vernet, la sua pittura si fa più ricca e sensibile ai modi di S. Rosa, M. Ricci, G. Dughet e soprattutto di Claude Lorrain; la svolta decisiva nella sua carriera giunse appunto dopo questo viaggio, quando decise di dedicarsi esclusivamente ai paesaggi.

Si dice che fu spronato su quella strada da Francesco Zuccarelli, che incontrò a Venezia e di cui eseguì un ritratto (1751, Tate, Londra), ma più probabilmente fu influenzato da Claude Lorrain e dal fascino dei dintorni di Roma dove quest'ultimo lavorava. Tornato a Londra, Wilson divenne famoso per i paesaggi italianizzanti e applicò gli stessi principi compositivi classici alle vedute dell'Inghilterra e del Galles, come nel celebre Il monte Snowdon da Llyn Nantlle (Snowdon from Llyn Nantlle, 1765, diverse versioni nella Walker Art Gallery di Liverpool e nel Castle Museum a Nottingham). Dipinse anche grandi paesaggi storici in uno stile simile a quello di Dughet o di Salvatore Rosa (Destruction of the Children of Niobe, 1760, Yale Center for British Art, New Haven, e altre versioni) e dalla vendita di questi guadagnò molto (realizzò molte versioni di dipinti famosi, riferendosi a una composizione economicamente redditizia come a "un buon fertilizzante"). Wilson aveva però un carattere irritabile ed ebbe problemi di alcolismo che portarono la sua carriera a un brusco declino nei primi anni Settanta del XVIII secolo. La Royal Academy (di cui era stato membro fondatore nel 1768) cercò di aiutarlo nominandolo bibliotecario, ma nel 1781 la sua famiglia lo riportò (ridotto in miseria) in Galles.

La sua produzione è di fondamentale importanza per la storia dell'arte britannica perché trasformò il paesaggio da opera sostanzialmente topografica a forma d'arte in grado di trasmettere idee ed emozioni; Ruskin scrisse che "la storia della pittura paesaggistica fondata su un amore meditativo per la natura inizia in Gran Bretagna con Richard Wilson". Ebbe molti allievi, tra cui Thomas Jones, e numerosi imitatori (fatto che rende difficile l'attribuzione dei quadri all'uno o agli altri) e fu ammirato da artisti successivi come Cotman, Crome, Constable e Turner (questo spiega la presenza di un suo disegno nella Mostra dedicata appunto a Turner).

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