"The Temple of the Tiburtine Sybil at Tivoli", di Peder Mork Mønsted

a cura di Roberto Borgia

Questa bellissima opera di Peder Mork Mønsted (1859-1941) ci richiama immediatamente l'età d'oro della pittura danese ed è degno di nota che il fondatore di questa scuola Christoffer Wilhelm Eckersberg (1783-1853) introdusse nei programmi didattici dell'Accademia di Copenaghen escursioni nei dintorni della stessa Copenaghen per dare ai suoi allievi la possibilità di dipingere e disegnare a diretto contatto con la natura. Lo studio della natura divenne quindi una parte importante dell'insegnamento all'Accademia d'Arte, evento assolutamente inedito per quell'epoca. Naturalmente c'erano sempre stati artisti che amavano dipingere i loro soggetti all'aperto, ma nelle accademie d'arte di tutta Europa l'insegnamento era ancora legato ai vecchi ideali classici. Non solo in Danimarca quindi, ma anche sul piano europeo, Eckersberg va considerato un grande innovatore e abbiamo già detto che pur studiando un cinquantennio dopo all'Accademia di Copenaghen il nostro Peder Mork Mønsted non poteva non risentire della precedente tradizione pittorica di "plain air" che ritroviamo ancora in questa seconda opera che ha per soggetto il simbolo per eccellenza della nostra città. Ma ancora qualche breve nota per inquadrare l'età d'oro di cui Mønsted è degno erede. Il fiorire dell'età d'oro in Danimarca coincise con una crisi economica tra le più gravi della storia danese. Alla fine delle guerre napoleoniche, nel 1814, il commercio estero era stagnante e il paese si trovava appunto in una crisi economica che durò fino all'inizio del 1830.

Il tempio della Sibilla Tiburtina a Tivoli
Ingrandisce foto Il tempio della Sibilla Tiburtina a Tivoli

A causa delle ristrettezze economiche, i danesi impararono a cercare le gioie e soddisfazioni della vita nelle piccole cose quotidiane. Anche i pittori si dedicarono alla rappresentazione di avvenimenti umili, vicini alla vita di tutti i giorni, scene di vita familiare nelle case della borghesia, strade, piazze, vicoli e dintorni della città. La famiglia divenne uno dei pilastri più importanti nella società danese dell'età d'oro, e i pittori si specializzarono nelle rappresentazioni di un'idillica vita familiare: l'intimità con i figli, la tranquillità della lettura del giornale o del lavoro a maglia. Questi erano i motivi preferiti, ma la borghesia di Copenaghen commissionava anche piccoli ritratti dei membri della famiglia. Eckersberg incitava i suoi allievi a esercitarsi su tutto: anche un soggetto di poca importanza poteva servire a sviluppare il loro senso di osservazione e la loro abilità.

Gli allievi seguivano il suo consiglio. Non era necessario andare lontano per trovare un soggetto su cui esercitarsi: la vista dalla finestra dell'atelier del maestro, oppure il cortile dietro il palazzo di Charlottenborg, sede dell'Accademia. Videro così la luce un'infinità di ritratti di artisti che danno oggi un'idea del modo di lavorare dei pittori dell'epoca: intenti a studiare le copie delle sculture antiche, a disegnare un modello dal vero, a dipingere al cavalletto o mentre modellano una scultura. I dipinti mostrano chiaramente che per diventare un vero artista ci vuole pazienza, precisione e molta professionalità. Queste pitture inoltre rivelano anche come l'artista vedeva se stesso: non un artigiano, né un rivoluzionario romantico, e neppure un visionario scapigliato della generazione successiva. Gli artisti di quel periodo erano invece giovani seri e pensosi, che con la loro arte volevano raggiungere uno scopo ben preciso.

Per inciso ricordiamo che gli allievi erano tutti quanti maschi: l'accesso all'Accademia era vietato al gentil sesso. Le donne che volevano intraprendere la carriera d'artista dovevano rivolgersi a un professore per lezioni private). Abilità, osservazione, tecnica quasi fotografica presenti perciò anche in questo The Temple of the Tiburtine Sybil at Tivoli (Il tempio della Sibilla Tiburtina a Tivoli), olio su tela, cm. 121,5 x 95 cm., fra i più grandi e monumentali dipinti di Mønsted. La tela è firmata e datata: P. Mønsted Tivoli 1884 ed apparteneva alla Galleria P. and D. Colnaghi and Co., Ltd - 15 Old Bond Street London W1X 4JL, Gran Bretagna e fu stato esposta dal 1 al 17 dicembre 2004 nella Mostra "Old Master Paintings".Il dipinto ora è conservato in qualche collezione privata o in qualche museo statunitense. Ne riparleremo se avremo la ventura di ammirarlo di nuovo.

Intanto sottolineiamo la visione abbastanza particolare del Tempio che ci dà l'artista danese, dal basso, mettendo in rilievo la sostruzione che fa da base al monumento. Se gli antichi abitanti di Tivoli eressero un monumento così imponente superando le enormi difficoltà di una base proprio sulla cascata, dimostra l'importanza della divinità cui esso era dedicato, senza dubbio la Sibilla, rifacendoci anche alla testimonianza di Varrone, citata da Lattanzio, che ricorda come il simulacro della dea con in mano il libro dei vaticini fosse ritrovato nei gorghi dell'Aniene, dove certamente era precipitato in seguito ad un disastro che aveva distrutto il primitivo tempio a lei dedicato. (gennaio 2011)

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