"Tivoli Gardens" di Enrique Serra Auqué

a cura di Roberto Borgia

Enrique Serra Auqué (Barcellona, 1859-Roma, 1918) è stato un pittore e illustratore spagnolo che predilesse nelle sue opere il paesaggio e la pittura costumbrista (dalla parola spagnola costumbre, ossia "costume", indicando un genere di letteratura narrativa e di pittura, che si sviluppò in Spagna nella prima metà del XIX secolo, e che tende a creare un'opera d'arte prendendo spunto dai costumi e dagli usi popolari). Iniziò la sua formazione artistica, mostrando il suo talento di disegnatore, presso la Escuela de Bellas Artes di Barcellona, dove fu allievo di Ramón Martí Alsina (1826-1894, considerato il fondatore della scuola paesaggistica catalana) e dello scultore Domingo Talarn (1812-1902).
Nel 1879, ventenne, si trasferì a Roma per ampliare i suoi studi grazie a una borsa di studio che Talarn gli fece ottenere dai fratelli Masriera, pittori e gioiellieri (A Barcellona segnaliamo proprio il Taller Masriera, un edificio in stile neoclassico ubicato nel distretto Eixample. Fu costruito nel 1882 da Josep Vilaseca i Casanovas come atelier per i fratelli José and Francisco Masriera i quali erano pittori e orafi), dagli argentieri Torruella e dal Marchese di Castellvell, perché potesse perfezionarsi nei suoi studi artistici, con la contropartita che i mecenati avrebbero ricevuto le opere di Serra.


Ingrandisce foto Tivoli Gardens

Il pittore visse per tutta la vita a Roma, ad eccezione di un breve soggiorno a Barcellona per motivi di salute e a Parigi nel suo studio, che aprì nel 1895, frequentato da molti giovani artisti spagnoli. A Roma l'artista frequentò l'Accademia Chigi e divenne amico di Mariano Fortuny (1838-1874), considerato uno dei maggiori pittori spagnolo del XIX secolo dopo Goya. Serra acquistò fama per i suoi quadri di argomento storico, religioso, simbolico, di genere e infine di paesaggio. Proprio a Roma concretizzò la sua sensibilità pittorica nei tramonti, nelle paludi e nei butteri della campagna romana. Oltre a riscuotere un grande successo di vendite, ricevette numerose commissioni da Papa Leone XIII per il Vaticano. Il pontefice acquistò la sua opera "La vergine di Monserrato", che collocò nella sua collezione privata e lo nominò membro dell'Accademia dell'Arcadia.

Serra fu anche membro dell'Accademia di S. Luca. Amava girare per trovare luoghi che potessero ispirare le sue opere ed era accompagnato in queste peregrinazioni da Antonio Maria Fabrés y Costa (1854-1938), scultore ma soprattutto pittore, anche lui della Catalogna e che aveva ricevuto un premio per studiare anch'egli a Roma, dove aveva abbandonato la scultura, dedicandosi soprattutto alla pittura: la sua popolarità crebbe con il gusto della borghesia alla ricerca di immagini esotiche con temi medioevali orientali, tematica che sarà toccata anche da Serra, benché non avesse viaggiato mai nell'Africa del Nord. Serra conseguì un grande successo commerciale presso l'alta borghesia italiana e francese e la sua partecipazione alle più importanti esposizioni in Europa ed in America fu molto apprezzata. Come illustratore evidenziò la sua collaborazione in riviste spagnole ed americane.

Particolarmente importanti sono le sue opere che hanno come tematica l'acqua (parlavamo prima dei tramonti e delle paludi) e tra le opere di questo argomento più significative segnaliamo "Stagno con scultura di amorini", "Palude con volatili", "Veduta fantastica del tempietto di Villa Borghese", "Paesaggio lacustre", "Paludi pontine" e "Riflessi di tramonto sulla palude" (quest'ultima opera conservata nella pinacoteca "Corrado Giaquinto" di Bari). Ed ecco allora questo olio su tela, conosciuto come Tivoli Gardens, cm. 39,40 x 26,70, firmato e datato 1909, collezione privata. Il nome dell'opera in inglese deriva dal fatto di essere stata battuta all'asta da Christie's il 23 novembre 2000 a Londra e aggiudicata per 1.998,00 sterline inglesi (circa 2288 euro). Un prezzo abbastanza accessibile anche all'epoca per questo bel dipinto che ritrae un particolare della fontana di Tivoli o dell'Ovato, con i giochi d'acqua della grande esedra, dove gli archi sono alternati da dieci nicchie con le statue in peperino stuccato delle ninfe del mare protettrici del Mediterraneo, cioè le Nereidi di Giovanni Battista della Porta, eseguite nel 1567 su disegno dell'architetto della Villa d'Este il napoletano Pirro Ligorio.

Le statue versano acqua da anfore nel bacino ovale antistante. All'epoca del dipinto le statue erano completamente coperte dalla vegetazione e Serra interpreta liberamente le statue stesse immaginandole e valorizzandole piuttosto come sculture classiche, che come semplici statue in peperino che versano acqua da un'anfora (La statua a destra sembra un'elaborazione della Venere di Milo). Tutto è ingentilito; se osserviamo infatti le cartoline dell'epoca, vediamo semplicemente una rigogliosa e infestante vegetazione che copre tutte le statue e le arcate. Serra invece scende nei particolari, come se la vegetazione lacustre e quella attorno alla balaustra fossero state messe ad arte ed il raggio di luce che cade dalla destra colpisce e valorizza ancora di più le statue stesse. Non era così Villa d'Este all'epoca, ma l'immaginazione dell'artista ha qui il sopravvento sulla realtà.

(settembre 2018)

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