"S. Tommaso d'Aquino e sant'Antonio Abate nella chiesa di S. Biagio a Tivoli" di autori anonimi

a cura di Roberto Borgia

Invitando a visitare la Mostra "Tivoli Medievale. Una città da riscoprire", in svolgimento nel Museo della Città in Piazza Campitelli, presentiamo due affreschi che si trovano nella Chiesa di San Biagio a Tivoli, nel muro di passaggio alla sacrestia.
Nel primo, cm. 300 x 280, San Tommaso d'Aquino (opera di ignoto) è solennemente assiso in cattedra sopra un trono decorato di mosaici cosmateschi e con la spalliera ricoperta da un drappo tessuto a broccato. Con la mano destra regge un libro aperto su cui è riportata la scritta: FELIX TOMA DOCTOR ECCLESIAE LUMEN MUNDI SPLENDOR ITALIAE. Con la mano sinistra indica un sole raggiante sul petto.
A sinistra del trono è posto S. Domenico, con in mano un libro e un giglio; più in basso sta un vescovo seduto ed una figura femminile, anche lei seduta, in atto di scrivere (l'immagine della Scienza sottomessa alla dottrina di S. Tommaso).


Ingrandisce foto S. Tommaso d'Aquino - Anonimo
Chiesa di S. Biagio a Tivoli
foto di Roberto Giagnoli

Sul lato destro, invece, c'è San Pietro Martire (Pietro da Verona, al secolo Pietro Rosini), appartenente all'ordine dei Domenicani, con la testa spaccata da un coltello, la mano destra solleva un lembo della cappa, la sinistra regge un libro chiuso. Sotto il Santo, la figura di un altro vescovo con camauro rosso e piviale che solleva la mano destra in atto di domandare qualcosa, mentre la sinistra stringe un rotolo di pergamena. Ai suoi piedi un'altra giovane donna dai capelli biondi, vestita con una tunica rossa con scollatura gallonata in oro, stringe con la mano destra un lungo nastro a spirale su cui si legge: CREDO IN UNUM DEUM, mentre l'altra mano impugna una penna (la raffigurazione della Fede).

I due vescovi sono da identificare rispettivamente con Giovanni de Cors (1337-1342), la cui lapide tombale con la figura del defunto graffita e con ai margini l'iscrizione in caratteri gotici è conservata nell'annesso chiostro della chiesa e Filippo Gezza de Rufinis (1356-1380), chiamato il Cardinale di Tivoli, ambedue domenicani, che ressero la diocesi di Tivoli all'inizio e alla fine dei lavori per l'erezione della chiesa.
L'esecuzione di questo affresco si può ascrivere alla mano di quello contiguo raffigurante la Madonna in gloria con figlio e angeli e possiamo datarlo alla fine XIV secolo-inizi XV secolo.

Il secondo affresco, cm. 280 x 100, con Sant'Antonio Abate è invece inserito, per la parte superiore, nell'affresco di San Tommaso, a partire dalla parte inferiore del trono, in modo da non dare discapito all'affresco precedente. Il Santo, con la barba fluente, secondo l'iconografia classica cara ad Antoniazzo Romano, ha in mano un libro e regge il bastone da pellegrino; veste una tunica rossastra ed una cocolla nera. L'aureola è a doppio cerchio, graffita. Tutta la figura è circondata da una cornice di finto marmo a vari colori e nella cornice superiore si legge, HOC OP[US] F[IERI] F[ECIT] D[OMI]NA TRADITA EX VOTO.
L'opera, attribuita all'officina antoniazzesca (per disegno ed esposizione spaziale) rivela un modellato forte e sicuro e un segno altamente espressivo che si riportano non solo ad Antoniazzo Romano, ma anche al cosiddetto Maestro di Tivoli (autore degli affreschi della chiesa di S. Giovanni Evangelista, sempre a Tivoli), la cui possibile influenza sulla mano dell'autore di quest'opera andrebbe valutata. L'affresco è databile, di conseguenza, alla seconda metà del XV secolo.

(maggio 2024)

Nei dintorni

Approfondimenti

    Le guide di Tibursuperbum

    Con il patrocinio del Comune di Tivoli, Assessorato al Turismo

    Patrocinio Comune di Tivoli

    Assessorato al Turismo