Ristampato il V capitolo delle "Antichità Tiburtine" di Antonio del Re (1611) - Parte 2

a cura di Roberto Borgia

Il del Re coltivò per tutta la vita la passione per le memorie storiche e archeologiche della sua città, trascrisse e commentò numerose iscrizioni, che inserì sia nell'opera in oggetto, che nel V capitolo della stessa, non solo le più significative, ma anche quelle poi ritenute apocrife o false dalla critica filologica moderna. Non trascurò nemmeno lo studio della giurisprudenza raggiungendo il titolo di utriusque iuris doctor, cioè il dottorato in entrambe le leggi, sia in diritto canonico che in diritto civile.
Con questo titolo ricoprì la carica di procuratore dei poveri, sindaco e per lungo tempo consigliere e gli fu affidata anche la difesa della Comunità in alcune cause civili, come si desume dal libro delle "Memorie dell'intrata della comunità" dell'anno 1575 e seguenti.


Ingrandisce foto Frontespizio della trascrizione dell'opera
completa di Antonio del Re, effettuata
nel XIX secolo da Raffaele del Re
sull'esemplare della Biblioteca Apostolica Vaticana
, già a Palazzo Barberini.
La trascrizione è conservata nella Biblioteca
Comunale di Tivoli, Inv. 9739

In esso vi sono annotate le spese sostenute nel 1598 dal "magnifico messer Antonio del Re per essere stato più volte a Roma per causa della lite tra la magnifica Comunità et messer Michele da Carppi" e i rimborsi pagati dalla comunità per la vettura e le copie degli articoli delle cause.
In queste missioni di lavoro egli non mancò certamente di unire l'utile al dilettevole; tra le pause infatti di una visita a Monsignor Uditore o alla Rev.da Camera Apostolica non mancò di visitare la Biblioteca Apostolica Vaticana, ricca di volumi a stampa e manoscritti, dai quali avrebbe tratto tutte quelle notizie sulla nostra città che gli scrittori latini hanno tramandato.
Esercitò poi la professione di notaio e i suoi atti si conservano nell'Archivio Notarile di Tivoli e vanno dall'anno 1576 al 1 maggio 1590.

Non scrisse solo di storia patria. Il suo il Tractatus De iuramento calumniae, edito a Venezia nel 1598, fu talmente importante da essere subito ristampato l'anno successivo a Colonia ed anche dopo la morte dell'autore nel 1677, cioè ben due secoli dopo, a Osnabrück, sempre in Germania.
In conclusione, nel complimentarci con Emanuela Marino, non possiamo che augurarle un "bocca al lupo" per le prossime fatiche editoriali!

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