"Tiburis Urbis Historia" di Marco Antonio Nicodemi (parte prima)

a cura di Roberto Borgia

«Un sentimento di viva ammirazione si rivela in tutti gli storici di Tivoli verso il medico Marcantonio Nicodemi che nella seconda metà del secolo decimosesto s'accinse a scrivere in purgata lingua latina la prima storia di questa città.


Ingrandisce foto

Né l'ammirazione è priva di fondamento, perché, a parte l'eleganza dello stile, il materiale documentario che il Nicodemi raccolse con fatiche pazienti, è andato dopo di lui in grandissima parte distrutto. Varie epigrafi, molte epistole, alcuni trattati, numerose deliberazioni, non sono riprodotti che nella sua opera, la quale è divenuta perciò una delle fonti di maggiore importanza per la storia della regione tiburtina».
Sono sufficienti queste poche parole dello storico tiburtino Vincenzo Pacifici (1895-1944), contenute nella prefazione alla trascrizione del volume del Nicodemi, curata insieme ad Amedeo Bussi nel 1926, per far capire l'importanza della "Tiburis Urbis Historia", in quanto di quest'opera si conosce un solo incompleto esemplare a stampa, conservato nella Biblioteca Universitaria Alessandrina di Roma, collocazione Rari159, da cui derivarono i manoscritti conosciuti, tra cui quello conservato nell'Istituto Archeologico Germanico, ora disponibile per consultazione anche sul web.

Abbiamo ritenuto perciò utile, a quasi novant'anni dalla trascrizione di Amedeo Bussi e Vincenzo Pacifici, far riprodurre l'opera originale conservata nell'Alessandrina, per metterla a disposizione di tutti gli studiosi e amanti di storia patria, arricchendola nel contempo di una traduzione italiana.


Ingrandisce foto Palazzo Nicodemi in Via Campitelli
a Tivoli.
Semidistrutto dai bombardamenti della
seconda guerra mondiale, fu ricostruito
rispettandone lo stile (foto del 1982)

Nel testo, ora pubblicato in cinquanta esemplari numerati e firmati dal sottoscritto curatore, abbiamo riportato perciò integralmente innanzitutto la prefazione di Pacifici del 1926, uno studio sulle fonti del Nicodemi e brevi cenni sui fondatori e sul nome dell'antica Tibur e sulla datazione della fondazione stessa, la riproduzione del testo, la relativa traduzione e le necessarie note illustrative.
Dato il carattere prevalentemente divulgativo della Collana "Contributi alla conoscenza del patrimonio tiburtino", arrivato con questo volume al numero tredici, sono assolutamente necessarie alcune avvertenze: le note, per quanto possibile sono arricchite con l'inserimento dei testi e documenti antichi ai quali ci si riferisce, non limitandoci perciò al semplice accenno bibliografico. Si è cercato, sempre relativamente alle fonti, di utilizzare, per quanto possibile, testi dell'epoca del Nicodemi, trascrivendo integralmente quanto estratto, anche per dare un sapore d'epoca a quanto riportato: perciò molte volte si assisterà a mancanza di accenti o a quelli che sembrano veri e propri errori di ortografia: ma, ripetiamo, pur se il metodo non è ortodosso, abbiamo cercato in questo modo di far assaporare al lettore le differenze tra la lingua italiana d'epoca e quella di oggi.


Ingrandisce foto L'epigrafe sepolcrale dell'anno 1589
della prima moglie di Marco Antonio
Nicodemi nella chiesa di S.Barbara
presso Campo dei Fiori a Roma.
Ludovica de Grassis morì a 33 anni
di parto cesareo, insieme al neonato
di nome Abbia. Il Nicodemi nacque a Tivoli,
come egli si dichiara in questa lapide
funeraria della moglie. Trasferitosi a Roma
già dopo il 1580, successivamente
il medico tiburtino sposò a Tivoli
Eufrasia Lentoli, vedova del tiburtino
Michelangelo Pane, il 4 novembre 1590.

Anche la riproduzione del testo del Nicodemi è stata personalmente effettuata da noi, diremmo in forma artigianale, così come tutta l'impaginazione del volume, che è evidentemente in forma "spartana", ma speriamo abbastanza leggibile. Abbiamo arricchito il volume con alcune foto in bianco e nero, la maggior parte delle quali scattate più di trent'anni fa.
Una ricerca non ha mai un termine. Ogni momento ci venivano innanzi nuovi materiali da aggiungere, ma ad un certo punto abbiamo dovuto mettere un limite, per licenziare il volume alle stampe, dopo aver già pubblicato la semplice traduzione del primo libro, sugli «Annali 2013» del Liceo Classico "Amedeo di Savoia" di Tivoli, pp. 81-105.
Ringrazio il mio compagno di scuola elementare e di liceo prof. Pietro Candido che mi ha messo a disposizione la traduzione dell'opera effettuata da Raffaele del Re nel 1907, e trascritta nel 2001 dallo stesso Candido. Fortunatamente ho esaminato la trascrizione solo al termine della traduzione da me effettuata, così da non avere "aiuti" e "condizionamenti" da quella di Raffaele del Re. Ho poi fotografato il manoscritto di Raffaele del Re ed ho iniziato la sua pubblicazione sul web, per ora limitata sempre al primo libro.

Avanti >>

Nei dintorni

Approfondimenti

    Le guide di Tibursuperbum

    Con il patrocinio del Comune di Tivoli, Assessorato al Turismo

    Patrocinio Comune di Tivoli

    Assessorato al Turismo