"A view of the Villa d'Este" di Gustaf Wilhelm Palm

a cura di Roberto Borgia

L'artista svedese Gustaf Wilhelm Palm nacque ad Härlow nel 1810 e morì a Stoccolma nel 1890. Lo troviamo che studia nell'Accademia di Stoccolma e nel 1831 inizia ad esporre piccoli paesaggi. Nel 1833 fece un viaggio di studio nella vicina Norvegia, e nel 1837 pubblicò già due libri di litografie attinenti la natura. Nello stesso anno si recò a Berlino per cercare la cura per una malattia agli occhi; guarito, intraprese un viaggio, con il sostegno finanziario della famiglia, sostando a lungo a Dresda e Vienna. Partito per Roma, si fermò dapprima a Trieste e Venezia, dove partecipò all'annuale Esposizione di Belle Arti e conobbe il paesaggista tedesco Friedrich von Nerly.
Giunto nella capitale pontificia nel 1841, si inserì subito nel circuito degli artisti nordici residenti in città (un dagherrotipo del 1845 lo ritrae insieme a Thorald Læssøe, paesaggista danese, a Jens-Adolf Jerichau, scultore danese, e a Johan Thomas Lundbye, anch'egli pittore danese). Guadagnò rapidamente prestigio vendendo le sue opere di paesaggi italiani, allora molto richiesti, a collezionisti russi, inglesi ed americani. A Roma si fermò per undici anni divenendo la figura principale degli artisti svedesi.
Durante gli anni della lunga permanenza romana si recò sovente a dipingere nei luoghi incontaminati della campagna; nel 1846 è documentato un viaggio a Capri, mentre tra il 1849 e il 1850 fu in Sicilia e a Napoli, poi si recò in Spagna e nell'anno successivo a Parigi rientrando poi a Stoccolma, dove fu titolare della cattedra di pittura presso l'Accademia di Belle Arti dal 1860 al 1878.


Ingrandisce foto "Veduta di Villa d'Este" di G.W. Palm

Nel 1856 sposò Eva Sandberg, figlia di Gustaf Johan Sandberg, artista tipico per i suoi dipinti storici con temi della mitologia nordica e per una serie di ritratti, artista che però non aveva avuto modo di compiere l'obbligatorio viaggio nel sud, il cosiddetto Grand Tour. A Roma Palm sviluppò il suo peculiare stile paesaggistico classico ispirandosi soprattutto agli artisti tedeschi residenti nella capitale pontificia nei primi anni dell'Ottocento: in particolare Joseph Anton Koch e Johann Christian Reinhart. La nostra zona e quelle di Subiaco ed Olevano Romano, per restare nei paesi limitrofi, furono valorizzata in molte sue opere e disegni a matita anche preparatori. Inoltre le sue raffigurazioni di fiori e piante sono di una precisione scientifica, adatti perciò anche a libri di scienze. Soprannominato "Palma il giovane", per un evidente e ironico rimando al suo cognome, Palm era solito firmare le sue opere con le iniziali dei nomi di battesimo seguiti da una piccola palma allusiva al cognome.

Anche nell'opera raffigurata A view of the Villa d'Este, un olio su tela di cm. 30,5 x 44, raffigurante uno scorcio dalla fontana dell'Organo, è presente la piccola palma con le iniziali "G. W. 1877", in basso a sinistra sotto la balaustra fra gli scalini ed il mascherone.
La tela è stata aggiudicata ad un collezionista privato il 30 ottobre 2008 da Sotheby's a Londra nella tornata "Old Master and Early British Paintings" per la somma di 10.000 sterline inglesi, compresi i diritti d'Asta.

Anche la figlia Anna Sofia (1859-1924) fu pittrice e lavorò in Italia, anzi fu una degli artisti più popolari della Svezia dipingendo, per lo più ad acquerello, scene idilliache, anche paesaggi dell'Italia e della Francia, serie con popolazioni rurali nei loro lavori, scene con cavalli, non disdegnando cartoline natalizie.
Anna Sofia lasciò nel 1895 la Svezia per Parigi e l'anno dopo venne in Italia, dove, durante una gita a Capri, incontrò il suo futuro marito, il tenente di fanteria Alfredo de Rosa, che sposò nel 1901, trasferendosi definitivamente in Italia e continuando a dipingere, rimanendo conosciuta nel mondo dei collezionisti come Anna Sofia Palm de Rosa, firmando le sue opere dapprima come Anna Palm e poi come Anna Palm de Rosa.

febbraio 2014

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