Il Satiro a riposo

Il satiro ( Σάτυροι — Sátyroi) è una figura mitologica maschile, che abita boschi e montagne. Compagno di Pan e di Dioniso, personifica la fertilità e la forza vitale della natura, connessa con il culto dionisiaco. Si spiega così il perché non è raro trovare statue di satiri raffigurati con un vistoso fallo in erezione. Il loro principale esponente era Sileno, figlio di Pan, il dio silvestre, e di una ninfa, una divinità minore associata (come Hermes e Priapo) alla fertilità.
Inizialmente e generalmente il satiro era raffigurato come un mix tra l'aspetto umano barbuto e caratteristiche animali (corna, coda e zampe di capra) con il passare del tempo però perse alcuni dei suoi attributi animaleschi. Spesso il satiro è ritratto come essere lascivo, dedito al vino o colto nell'atto di danzare con le ninfe o ancora mentre sta suonando il flauto. Si narra infatti, secondo la mitologia greca, che i satiri fossero molto esperti nel suonare questo strumento inventato da Atena. Poiché però la dea si accorse che, suonandolo, le si deformavano le guance, lo gettò via indispettita. Il flauto fu raccolto dal satiro Marsia (per il suo gesto irrispettoso fu punito dalla dea) che iniziò a suonarlo con incredibile maestria. Persuaso di essere in grado di suonare una musica “divina”, sfidò Apollo (altre versioni dicono invece che fu quest'ultimo a sfidarlo, geloso della sua bravura). Apollo gli promise di farlo salire con sé sull'Olimpo se la sua musica fosse stata migliore della propria; in caso di sconfitta invece lo avrebbe punito. A decretare chi fosse il vincitore furono chiamate le Muse. Il flauto del satiro, però, non riuscì a reggere la sfida, quando Apollo cominciò ad accompagnare la lira con il canto. Avendo vinto, il dio lo scorticò vivo in presenza delle Muse (nel VI libro delle Metamorfosi di Ovidio è ripreso tale episodio).


Satiro a riposo - Musei Capitolini

Da Villa Adriana abbiamo ben tre copie del Satiro a riposo, ora ai Musei Capitolini e al Museo di Berlino. Il satiro a riposo custodito nella Sala del Gladiatore dei Musei Capitolini è in marmo ed è alto 170,5 cm. È una copia di età Adrianea del famoso Satiro a riposo di Prassitele del IV secolo a.C., proveniente da Villa d'Este a Tivoli (dove era stata portata nella corte estense in seguito agli scavi effettuati nella Villa di Adriano) e donata da Benedetto XIV al Museo Capitolino nel 1753. Ceduta ai francesi in seguito al trattato di Tolentino, fu restituita alle collezioni capitoline nel 1815.
Il satiro a riposo è custodito nel Palazzo del Museo Capitolino (gemello a quello dei Conservatori) che ospita la più antica raccolta pubblica del mondo, iniziata da Sisto IV nel 1471.
Sono in tutto 114 gli esemplari di Satiro a riposo attestati in tutto il bacino del Mediterraneo. La copia dei Musei Capitolini rientra nel gruppo di quelli colti in posizione frontale con la testa sollevata e la spalla destra leggermente più alta di quella sinistra. Si tratta, come detto, di numerosissime repliche (utilizzate come ornamento in boschetti e ninfei di ville) della statua di Prassitele nota con il nome di Satiro Anapauòmenos (in riposo). Sono espressione del classicismo greco per cui alla plasticità del corpo si unisce l’eleganza delle forme e delle dimensioni.

Il giovane satiro è interamente nudo, ad eccezione della pardalis (pelle di pantera) che dalla spalla destra gli attraversa in diagonale il busto fino all'attacco delle cosce sul fianco sinistro. La pelle è fermata dal nodo delle zampe anteriori che pendono sul davanti e sul retro della spalla. Il capo è appena reclinato in avanti. La capigliatura è a calotta, a piccole ciocche di ricci. Il volto è giovanile: l'ovale pieno ha zigomi appena accennati ed è incorniciato dalle predette morbide ciocche di capelli. Gli occhi sono delineati dalla netta demarcazione delle arcate sopracciliari. Bello il naso, le labbra appaiono carnose e leggermente socchiuse. Le orecchie sono appuntite e una ghirlanda di aghi di pino e coni circondano il capo, al di sopra della quale la capigliatura non è definita.

La figura, eretta, impostata con il peso sulla gamba sinistra, è sbilanciata sulla destra dalla forte inclinazione dell'anca opposta. per cui per ragioni statiche è stato inserito, come sostegno, un tronco d'albero al di sotto del gomito destro. La gamba sinistra è tesa, mentre la destra è leggermente flessa e ruotata, con conseguente divaricazione del piede, arretrato e allineato al piede sinistro. Il braccio sinistro, decisamente scostato dal resto del corpo, é appoggiato all’anca con le dita della mano, ripiegate all’interno. Magnifici i particolari della mano, delle articolazioni, delle dita dei piedi mentre i muscoli sono leggermente accennati e lasciano intravedere l’incavatura delle clavicole, la tensione del dorso e la linea inguinale. Il satiro è coperto solo in parte dall’andamento ondulato di una pelle di pantera, che dalla spalla destra scende sul fianco sinistro, fermata dal nodo delle zampe anteriori che pendono sul davanti e sul retro della spalla.

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