Convento di S.Antonio da Padova

Il convento consacrato a Sant'Antonio da Padova, datato dall'Ashby al 1485, fu fondato, sulle vestigia della Villa di Orazio, ad opera dei Terziari Francescani, che realizzarono un edificio a navata unica in muratura intonacata e dotato nella zona absidale di un campanile a vela con doppia monofora. Il convento di Sant'Antonio fu costruito sulla terrazza superiore della Villa romana c.d. di Orazio, in parte inglobando porzioni di muro in opera quasi reticolata. Nel corso del XIX secolo venne acquistato da G. H. Hallam per passare poi al Searle che, insieme a Thomas Ashby curò il restauro e la pubblicazione del "ninfeo" di Sant'Antonio" nel 1914. La chiesa attuale è frutto di un rifacimento seicentesco e, almeno fino al 1726, anno della testimonianza dello storico Crocchiante, il tetto era ricoperto da un soffitto dipinto, ora sostituito da una copertura in travi e mattoni.


Ingrandisce foto Conevento di S.Antonio

All'interno sono sistemati tre altari in stucco e marmi policromi alti m. 4,50: quello di sinistra è dedicato a Sant'Orsola e presenta una incorniciatura di pilastri con tralci floreali e semicolonne sovrapposte di stile corinzio, recanti una trabeazione riccamente decorata, un timpano curvilineo e, sovrapposto, uno spezzato. All'interno due lesene decorate recanti un timpano spezzato con due angioletti seduti inquadrano la statua della santa.

Questa è realizzata in stucco e non presenta la fisionomia tradizionale del soggetto, cioè di principessa vergine e martire, ma veste il saio monacale delle Orsoline. Si tratta di un complesso di produzione provinciale in cui la sovrabbondanza della decorazione era intesa a stimolare lo slancio devozionale dei fedeli; a scapito però della qualità esecutiva, che resta piuttosto elementare ed approssimativa. L'altare centrale è dedicato alla "Santissima Concezione" e presenta due colonne a spirale con tralci di piante varie su evidente modello del baldacchino di San Pietro realizzato dal Bernini, recanti un timpano spezzato. La pala (cm. 260x160) che vi è esposta fu dedicata da fra Fulgenzio Sansonetti nel 1647 e rappresenta la "Vergine Immacolata tra San Francesco e Sant'Antonio Abate": la Vergine coronata sormonta la luna crescente ed è circondata da nuvole e due angeli; inginocchiati ai suoi piedi sono San Francesco a sinistra e Sant'Antonio Abate a destra.


Ingrandisce foto Convento di S.Antonio visto da Tivoli

Il quadro, di media qualità, è frutto di un pittore di provincia, che realizza un'opera di carattere tipicamente devozionale, come testimonia la tradizionale disposizione delle loro espressioni in questo tipo di soggetto e il tono patetico delle espressioni delle figure e dei panneggi molto mossi. L'altare di destra ha una struttura quasi identica all'altare di Sant'Orsola che lo fronteggia, ma presenta una decorazione meno pesante e mancano gli angioletti sul timpano della nicchia della statua del santo, peraltro rigida e poco espressiva come quella della santa.

Il complesso, databile agli stessi anni del primo, è un esempio della corrente classicista della decorazione architettonica tardo-barocca. La parte alta delle pareti è ornata da una fascia di affreschi con "Storie di Sant'Antonio" divise da finte cornici architettoniche a rilievo di gusto classicista. Questo tentativo di ricercatezza formale contrasta però con la povertà degli episodi dipinti, di tono decisamente popolare. Le figure sono realizzate con uno stile narrativo semplice e colorito di facile lettura; tuttavia gli sfondi architettonici o paesaggistici sono piuttosto elaborati e rivelano un pittore provinciale piuttosto aggiornato sul classicismo barocco. La forte devozione di cui la chiesa è stata oggetto è testimoniata dalle centinaia di ex-voto tuttora esposti sulle pareti. Nella sagrestia è sistemato un altarolo dedicato al "Sacro Cuore di Gesù (cm. 65x50) recante entro una cornice lignea ovale una tela con due angioletti ai lati di Cristo coronato che apre la tunica a mostrare il cuore trafitto da spine. Il quadro è opera provinciale piuttosto modesta, riscattata però da una discreta abilità nella pastosità e morbidezza del colore. E' visibile, inoltre, un quadro (cm. 140x70) raffigurante "La Vergine con il Bambino e Angeli". La Madonna reca in braccio il Bambino, entrambi incoronati, sollevata su una nuvola da due angeli e circondata da cherubini. Le figure degli angeli sono piuttosto mosse e vivaci, mentre Madre e Figlio hanno una impostazione più ieratica e rigida. Non si hanno notizie sull'opera, che è stilisticamente attribuibile al XVIII secolo.

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