Piazza S.Croce

La piazza è situata non lontano da Piazza Garibaldi da cui la separa solo Via Vincenzo Pacifici (un tempo chiamata anch'essa Via S.Croce).
Su questa piazza si aprono varie vie: all'inizio di essa sulla sinistra (scendendo da Via V.Pacifici) inizia via della Missione, in fondo sempre sullo stesso lato della piazza è il Vicolo Todini (famiglia nobile tiburtina un cui membro combatté a Mentana come garibaldino contro i francesi protettori di Pio IX); prospiciente a tale vicolo è invece Via 2 giugno (in onore del referendum indetto in tale data nel 1946 per decidere se gli Italiani volevano essere sotto la monarchia o sotto la repubblica) ed infine, quasi in asse con Via Pacifici, inizia Via del Trevio ovvero il corso tiburtino ove si fa shopping.


Ingrandisce foto Porta Santa Croce

Dobbiamo dire che in passato era chiamata Santa Croce non solo l'attuale piazza e la via sopraccennata ma anche una porta di cinta della città che era ubicata vicino alle scuderie estensi (il cosiddetto "Stallone" per i locali). Tale porta, edificata nel XII sec. in seguito all'ampliamento della cinta muraria urbana, fu ristrutturata nel corso del XVIII sec. così come era stata progettata dal Baglioni.

In seguito però, essendo mutati i tempi e con essi i mezzi di trasporto, poiché ostacolava la viabilità, fu deciso alla fine dell'Ottocento di abbatterla. In un primo tempo però si era pensato di "smontarla" in tanti blocchi numerati e di ricostruirla in un luogo più adatto ma la cosa poi fu abbandonata col risultato che nel 1899 la dinamite mise fine a questa porta secolare.

Il nome "Santa Croce" della piazza è da mettere in relazione con la chiesa parrocchiale, consacrata alla SS.ma Croce, di cui si ha notizia in alcuni documenti del XIV sec. Tale chiesa sorgeva sul lato sinistro dell'attuale Via 2 giugno.


Ingrandisce foto Piazza S.Croce

Non sempre tuttavia Piazza S.Croce si è chiamata così; infatti nel periodo fascista (precisamente dal 1922 al 44) essa fu intitolata a Guglielmo Veroli, un tiburtino, seguace di Mussolini, ucciso per ragioni politiche da un comunista proprio in questa piazza. Chiaramente l'aspetto di essa è chiaramente mutato anche a causa dei bombardamenti dell'ultimo conflitto mondiale che rasero al suolo alcuni edifici qui situati.

Scavando nel tempo dobbiamo ricordare che qui nel XVI sec. fu costruita una bellissima fontana in travertino (putroppo addossata ad un'abitazione e non situata al centro della piazza) accolta con grande gioia dai tiburtini, che, solo grazie al Cardinale Ippolito d'Este, governatore di Tivoli e creatore di quella splendida Villa omonima, si videro riforniti di acqua potabile che alimentò sia le varie fontane pubbliche (fino ad allora inesistenti e che vennero realizzate) sia le abitazioni. Che fine fece la fontana di Piazza S.Croce? La stessa della fontana del sarcofago in Piazza Palatina. Fu rimossa nel 1891 per permettere l'accesso ad un locale; sarebbe stato auspicabile che il Comune avesse fatto propria l'istanza avanzata da alcuni nel 1616, di smontare la fontana e di rimontarla al centro della piazza.
Se tale monumento è andato perduto, il turista può ammirare uno stupendo esemplare di bifora perfettamente conservata. Essa si trova sulla facciata di un palazzo, situato sul lato destro della piazza scendendo da Via Pacifici. L'edificio risale al XV sec. ed era della famiglia Serra-Nobili. Lo stile della bifora è chiaramente gotico; essa, senza ombra di dubbio, è opera di Angelo da Tivoli, uno scultore locale autore di varie preziose opere tra cui anche lo splendido portale gotico che adorna la facciata della chiesa di S.Maria Maggiore (nota anche come chiesa di S.Francesco essendo gestita dai frati francescani). Ma osserviamo meglio la bifora: sulla finestra sono incise le armi di Pietruccio di Giacomo Brigante Colonna con quelle di Francesca Cenci, da lui sposata nel 1388, consistenti in sei quarti diluna crescente sul rosso e l'argento merlato.

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