Il pecorino romano

Il pecorino, apprezzatissimo nell'età imperiale romana, è in realtà di origine etrusca; quando poi i Romani sottomisero l'Etruria (c'è però chi sostiene che Roma in realtà fu fondata dagli Etruschi ed a testimonianza di ciò sono la provata esistenza di Servio Tullio, Numa Pompilio e Tarquinio il Superbo, tutti etruschi, non che la pianta urbana) lo fecero proprio. Non c'era un banchetto che non fosse accompagnato dal pecorino, utilizzato anche come alimento base per i soldati impegnati nelle campagne di guerra e ciò per il fatto che tale alimento si conservava benissimo a lungo ed era molto nutriente. E' citato da autori classici come Varrone, Galeno, Ippocrate, Plinio il Vecchio che, nelle loro opere, ne descrissero specificatamente le tecniche di produzione.

Pecorino romano
Pecorino romano

Lo stesso Columella nel I sec d.C. nella sua opera "De re rustica" (Sull'agricoltura) illustra dettagliatamente le varie procedure di caseificazione e di salature molto simili alle attuali. Tale tipico formaggio si ottiene annualmente utilizzando in un arco di tempo che va da ottobre a luglio il latte di pecora intero. Quest'ultimo, arrivato nel caseificio, viene misurato, filtrato e lavorato direttamente crudo o termizzato ad una temperatura massima di 68° per non più di 15"

A questo punto per favorirne la coagulazione viene aggiunto lo "scotta innesto" (un fermento preparato giornalmente) dopo di che il latte viene coagulato ad una temperatura compresa tra i 38° e i 40° utilizzando caglio di agnello in pasta. Si opera quindi la rottura della cagliata portando i coaguli alle dimensioni di un chicco di grano. Tale cagliata viene quindi cotta ad una temperatura massima di 45/48° e successivamente pressata per agevolare lo spurgo del siero. A questo punto la pasta viene messa in stampi per un trattamento di maturazione da raggiungere in appositi locali caldo/umidi per favorire l'acidificazione della pasta. Terminato il raffreddamento le forme vengono sottoposte alla marchiatura, con l'apposizione del marchio.

Pecorino romano
Pecorino romano

A testimonianza della denominazione di origine del formaggio è infatti apposto il marchio Dop sulle forme per indicare inoltre il logo del consorzio oltre alla sigla del caseificio produttore ed alla data di produzione.
Prodotto esclusivamente da latte di pecore allevate nei pascoli naturali del Lazio, della Sardegna e della provincia di Grosseto, il Pecorino Romano, per la sua versatilità e per le sue caratteristiche nutrizionali, è diventato un alimento che accompagna la realizzazione di numerose ricette in quanto è di sapore piccante, qualità che si accentua durante la stagionatura.

Il nostro pecorino può essere consumato come formaggio da tavola a soli 5 mesi di stagionatura ed in questo caso accompagna verdure fresche (fave ecc.) o frutta (pere).
Viene invece grattugiato se ha un'invecchiatura di otto mesi; senza il suo sapore tipico l'"Amatriciana" non sarebbe la stessa e sarebbe impossibile realizzare un primo piatto come "cacio e pepe" (spaghetti conditi con pepe nero e pecorino romano). Il Pecorino Romano va conservato in un luogo fresco e asciutto, avvolto nell'involucro d'acquisto o in carta argentata. In estate però, per non alterarne il sapore tipico, è meglio custodirlo in frigo.

Pecorino sardo

Altro formaggio molto noto è il pecorino sardo, simbolo della tradizione casearia della Sardegna. Le prime testimonianze documentate sulla tecnologia casearia sarda risalgono al '700, quando si producevano 3 tipologie di formaggio, il Bianco, il Rosso e l'Affumicato, i progenitori del pecorino sardo. Ha acquisito la certificazione DO nel 1991 e la DOP nel 1996.

In Wikipedia si legge che " ha una lunghissima tradizione storico culturale. L'allevamento della pecora in Sardegna risale alla notte dei tempi, in linea con il carattere guerriero dei popoli Nuragici poco dediti all'agricoltura, a differenza delle antiche, pacifiche culture prenuragiche. Fu introdotta a carattere intensivo dai Cartaginesi nelle zone in loro possesso, coste e pianura del campidano vietarono la coltura di piante da frutto a favore della coltura intensiva del grano. Con la conquista romana la Sardegna divenne una grande produttrice di grano insieme alla Sicilia ed alle province africane. Le zone a pascolo si estesero in ogni caso anche per via del continuo disboscamento attuato selvaggiamente in Sardegna ad opera dei vari invasori e dominatori. Il pecorino Sardo viene commercializzato in due versioni, una giovane, ed una matura. La particolarità del pecorino sardo risiede in due fattori importanti: il pascolo e la pecora di razza sarda la cui vocazione di produttrice di latte di qualità è garanzia del successo del formaggio sardo".

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