L’Infiorata di Tivoli

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Nel 1993 la contrada di Via Maggiore decise di rendere omaggio alla Madonna di Quintiliolo, in occasione della sua venuta a Tivoli la prima domenica di maggio, allestendo un variopinto tappeto floreale sul quale la macchina processionale, recante la Sacra Icona, sarebbe passata.

Infiorata 2006
Ingrandisce foto Infiorata 2006

Da allora ogni anno il comitato artefice dell’iniziativa, costituito dagli abitanti della suddetta contrada, ripete il suo devoto modo di onorare la Madonna realizzando, grazie all’impegno di giovani contradaioli, nella notte precedente la prima domenica di maggio circa venti immagini raffiguranti per lo più la Vergine o soggetti sacri ma anche splendidi coreografie geometriche e caratteristici angoli di Tivoli.

Il lavoro di preparazione non si limita però a questa sola notte ma implica un lungo impegno che va dall’ideazione dei vari riquadri, al loro bozzetto, al disegno su cartone in dimensioni reali, al reperimento dei petali, della mortella e di altro materiale (segatura ecc.) che colorato può servire a rendere fattibile il progettato bozzetto. L’Infiorata si snoda tra storici Palazzi.

Sulla destra si eleva il Palazzo cinquecentesco Bandini Piccolomini (passato poi ai Castrucci e quindi ai Benedetti), residenza dello arcivescovo di Siena, Francesco, amico dell’illustre Card. Ippolito II d’Este suo protettore. Il portale di questa dimora lascia chiaramente intendere per la sua tipicità che è frutto dell’architetto Sebastiano Serlio (1475-1554): è circondato infatti da semicolonne doriche bugnate.

Dello stesso periodo, ma ubicato a sinistra, è il Palazzo Croce, iniziato dal Vescovo Marcantonio e terminato da Mons. Andrea;

Infiorata di Tivoli
Ingrandisce foto Infiorata di Tivoli 2006

la dimora cinquecentesca realizzata dalle maestranze impegnate a lavorare a Villa d’Este (Vignola, Ligorio, Vasari) dette ospitalità a pontefici come Paolo IV e Gregorio XIII. Nel corso del tempo divenne di proprietà dei Mancini, di Torlonia, dei Sacchetti; infine fu divisa in due parti appartenenti una ai Pacifici e l’altra ai Giannozzi (quest’ultimi acquistarono la porzione dei Torlonia che avevano a suo tempo portato modificazioni alla facciata).

Nel palazzo Pacifici si nascose nel 1922 il comunista Bombacci per non essere preso dai fascisti tiburtini; costui, passato poi a militare con il Duce, fu fucilato nel ’45.

Chiusa questa divagazione e riprendendo il discorso dell’ Infiorata, occorre ricordare che la citata processione di maggio in passato non sfilava lungo via Domenico Giuliani ma risalendo per via Ponte Gregoriano raggiungeva Piazza Palatina e si snodava per le altre vie; nel 1989, a causa di lavori in corso a Via Palatina, il percorso fu modificato passando per la contrada di Via Maggiore che accolse entusiasticamente il passaggio della Vergine. Da allora la modifica divenne permanente e le varie edizioni dell’Infiorata hanno visto sempre più perfezionarsi i giovani contradaioli che, anno dopo anno, danno vita a tappeti floreali di grande bellezza artistica. L’Infiorata è visitabile fino alle ore venti della prima domenica di maggio dopo di che viene rimossa.

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