La struttura del Santuario di Quintiliolo

La chiesa, alla quale è connesso l'adiacente convento dei Padri Cappuccini, si presenta attualmente in stile neoclassico e domina il piazzale antistante realizzato nel 1935 a forma di semicerchio dal quale si domina lo stupendo panorama del Santuario di Ercole Vincitore, della ex zona cartiere (via degli Stabilimenti), della vecchia Tivoli. Tale piazzale fu realizzato nel 1935 con i finanziamenti di alcuni devoti i cui nomi sono incisi sulla lapide che fa bella mostra di sé sulla facciata del convento mentre sul pianerottolo delle scale di detto convento un'altra iscrizione ricorda che " i PP. Gaetano da Guardino, Gio. Battista da Collepardo e l'industre povertà dei loro successori questo terzo convento e il campanile dalle fondamenta eressero" 1888-1927.
Sul portale esterno d'ingresso della chiesa fa bella mostra di sé la Vergine di Quintiliolo realizzata nel 1933 dal Prof. Scafonetti con l'ausilio di trentadue mattonelle colorate. La facciata della chiesa è molto semplice essendo divisa in due ordini; due volute laterali raccordano il corpo superiore all'inferiore.


Ingrandisce foto Madonna Regina dei Santi

L'interno è un'unica navata; sul suo pavimento è presente un'iscrizione in latino: "Essendo pontefice Pio IX e vescovo Carlo Giglio con denaro raccogliticcio nell'anno del morbo asiatico 1867".
Due sono le cappelle dell'interno; in quella di sinistra, che è consacrata alla Madonna Regina dei Santi, è conservata una tela di fine ' 600 ed inizio ' 700 di Francesco Serbucci da Tivoli.

In essa, che ha le dimensioni cm.300 x180, è ritratta, seduta tra le nuvole, la Madonna con in braccio il Bambino che sembra accogliere dalla ciotola, che la Vergine porta in mano, l'anima di un appartenente alla famiglia tiburtina dei Santacroce che avrebbero commissionato il dipinto (a questa famiglia infatti appartiene lo stemma che è collocato nella parte bassa). S.Francesco, S.Giuseppe e S.Carlo Borromeo sono sulla sinistra della tela mentre sulla destra trovano posto le beate Anna, Barbara, Vittoria ed Elisabetta. Nella cappella di destra troneggia un crocifisso del XVIII sec. realizzato in legno al di sotto del quale c'è un dipinto novecentesco in cui a mezzo busto è ritratto S.Clemente Hobfauer (che visse nel santuario per qualche tempo) che appare vestito con l'abito talare e sembra indicare con la mano sinistra il quadro della Vergine di Quintiliolo situato nell'abside.
Sull'altare maggiore è collocata in un riquadro dell'abside sorretta da angeli librati in volo l'icona veneranda della Vergine di Quintiliolo, restaurata nel 1916 dal prof. De Prai. La Madonna appare seduta su uno sgabello-trono e seduto sul suo ginocchio destro è raffigurato Gesù Bambino su cui la Vergine tiene posata la mano sinistra (quasi a proteggerlo) mentre con la destra stringe un giglio e Glielo addita. Chiaramente il modello è l'Holdighitria.


Ingrandisce foto Altare maggiore

Il Bambino porta un libro nella mano destra e benedice con la sinistra. La testa della Vergine, intorno a cui è dipinta l'aureola, reca una palla di color turchino con il bordo bianco. La sua veste è rossa e su di essa è posata una stola marrone con motivi floreali e cruciformi.
L'artista ha ritratto in basso i due committenti della tavola: uno,piuttosto giovane, sfiora delicatamente il piede della Vergine mentre l'altro, una donna avanti con gli anni, La prega con le mani congiunte.

Si ignorano i nomi dei committenti e dell'autore dell'icona che sembra databile per il Silla Rosa De Angelis all'inizio-prima metà del XIII sec.; per Vincenzo Pacifici alla metà del XIII sec. e di derivazione iconografica sublacense per la presenza del fiore; per il Valle alla fine del XIII sec. ritenendolo realizzazione di un artista tiburtino seguace della scuola ormai superata bizantineggiante. Renzo Mosti infine è dell'opinione del S.R. De Angelis. A questo proposito non si può non ricordare che poco distante dal santuario quasi vicino al ponte dell'Acquoria è un'edicola detta della Madonna del Giglio, a riprova che il culto per tale immagine della Madonna recante il Bambino ed un giglio, di importazione benedettina di Subiaco, era molto diffuso.
La pianta della chiesa è a croce latina; la copertura é a botte nel cui centro sono situati due archi ogivali. Tre grandi finestroni (uno sulla facciata e due sulle pareti laterali sovrastanti le due cappelle) illuminano l'interno.
In seguito all'incendio doloso del 1992 sono andati perduti il portale di legno intarsiato, l'organo, il coro, i piccoli quadri della Via Crucis, gli stucchi. Il portale attuale in bronzo è opera del Robazza. L'associazione "Amici di Quintiliolo" ha provveduto (e provvede) dal 1995, anno in cui è nata, a collaborare per superare alla grande tutte le difficoltà che il santuario ha incontrato ed incontra. Tre sono le confraternite che alimentano il culto della Vergine di Quintiliolo: quella della Visitazione, la seconda dei 30 Devoti, la terza dell'Arte Agraria.

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