L'età preistorica nei Monti Lucretili

Alla fine del periodo Triassico (il primo dell'era Mesozoica) l'Italia centrale attuale era una zona di mare basso con clima subtropicale. Successivamente nel Lias medio si registrarono notevoli movimenti verticali: 150 milioni di anni fa il Gennaro cominciò ad emergere dal mare come un'isoletta in cui non c'erano né la botanica né la zoologia attuale. Nel Pliocene le sue valli adiacenti si riempirono di argille marine, poi si ebbe il vulcanesimo pleistocenico ed il "golfo romano", a causa delle vulcaniti e delle alluvioni glaciali, fu interrato mentre nell'ultimo lago sotto Tivoli si formava il travertino. Tutti questi avvenimenti hanno lasciato tracce nel territorio del Gennaro, che costituisce sotto questo punto di vista un museo di importanza scientifica e di grande bellezza. Il territorio del parco è caratterizzato quindi da un uso millenario del suolo per le attività umane. Le tracce di frequentazione più antiche risalgono infatti al paleolitico e sono rappresentate da numerosi manufatti in pietra usati per la caccia.

Faggeta
Ingrandisce foto Faggeta

Nel Pratone (il piano carsico posto a 1000 m. immediatamente sotto l'ultimo tratto di ascensione per il Pizzo del Gennaro) sono state trovate le tracce più cospicue dell'antichissima presenza umana nel massiccio lucretile forse perché, essendo costellato da acquitrini che richiamavano la presenza di selvaggina locale, era molto frequentato dall'omo sapiens cacciatore.

Terminando l'ultima glaciazione venne meno il tipo di sussistenza basata sulla caccia e sulla raccolta per cui si entrò in una fase della preistoria caratterizzata da un'economia agricolo-pastorale. Nel periodo estremo del Bronzo (1150-900 a.C.) nel parco si affermò la cultura protovillanoviana a cui risalgono le tombe ad incinerazione di Palombara Sabina (databili alla fine del XI e inizio X sec. a.C.). Di questo periodo il territorio del Monte Gennaro conserva sul Monte Morra un abitato costituito da una triplice cinta di muri a secco per dar luogo a tre pianori ove sorgevano le capanne. Questi centri di altura furono progressivamente abbandonati tra il X ed il IX sec a.C. in quanto si formarono centri protourbani di pianura per effetto di un'unione spontanea di nuclei abitativi che in seguito portò alla nascita delle città.

 

 

 

 

 

 

 

 

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