Villa Lancellotti

La villa non è visitabile.
La Villa, già detta Piccolomini, è situata sulla strada del Tuscolo, dopo una curva che fiancheggia il giardino “dell’ombrellino” (in passato era l’ ingresso della splendida dimora). Come e perché fu edificata questa Villa? Certamente per motivi totalmente diversi da quelli che portarono alla costruzioni di simili sontuose dimore nel territorio frascatano a partire dal XVI sec. Fu nientemeno S. Filippo Neri ad affittare qui nel 1578 un’abitazione destinata ad ospitare gli Oratoriani ammalati avendo fondato nel 1575 tale congregazione. S. Filippo Neri era un fervente sostenitore della Controriforma, consigliere di papi e santi (Clemente VII, San Carlo Borromeo) ed era molto apprezzato dalla gente. Solo per pochi anni si rese necessario pagare l’affitto di tale casa poiché un tale Silvio Antoniano nel 1582 donò alla congregazione degli Oratoriani un vigneto ed il denaro sufficiente per innalzare una costruzione. Il nome della località, in cui era situata la vigna ricevuta in dotazione, non era molto felice giacché si chiamava “La Sepoltura”, ed il posto non era molto panoramico ma era tuttavia di grande utilità per la congregazione che avrebbe da allora in poi potuto disporre a Frascati di una propria casa in cui assistere i confratelli ammalati. I lavori iniziarono presto e in fretta tanto che nel 1587 il progetto fu portato a termine.

Villa Lancellotti
Ingrandisce foto Villa Lancellotti

La costruzione era in realtà molto modesta anche se era disposta su tre piani. Semplice nell’architettura, si presentava con una pianta allungata. Quasi subito però si rese necessario l’ampliamento che iniziò comprando delle aree confinanti ed ebbe termine quando S. Filippo Neri morì il 26 maggio del 1595.
La semplice costruzione era ormai divenuta una Villa, circondata non più come era inizialmente dalla vigna ma da un geometrico giardino all’italiana.
Diversi proprietari (sarebbe troppo lungo elencarli tutti) si avvicendarono da quel momento nel corso dei secoli e vari furono gli interventi che ne modificarono l’aspetto.

Gli Oratoriani infatti, oberati da problemi finanziari, la dettero in locazione al cardinale Visconti. Ai primi del XVII sec., precisamente nel 1609, la dimora passò al duca Mario Mattei per poi finire nelle mani di Roberto Primo, un banchiere e membro dei Borghese. Durante il Seicento si provvide ad aggiungere al primitivo nucleo abitativo ali simmetriche per aumentarne la ricettività all’interno e la bellezza estetica. Magnifici lavori furono poi realizzati a cavallo tra il 1617 ed il 1619 per migliorare il parco tra cui occorre ricordare lo splendido ninfeo molto somigliante all’artistico teatro delle acque, situato nel giardino segreto della sfarzosa Villa Mondragone, residenza estiva pontificia per tanti secoli. Il Settecento vide la ristrutturazione della facciata e la creazione, a destra dell’androne, di una scala a due rampe.

Fontana della Cavallerizza
Ingrandisce foto Fontana della Cavallerizza

Il destino della Villa ebbe una svolta nel XIX sec.: di proprietà del barone Testa Piccolomini, fu da costui data nel 1840 a suo figlio Teodoro. Ventisei anni dopo quest’ultimo la mise in vendita e l’acquistò la principessa Elisabetta Borghese Aldobrandini, consorte del principe Filippo Massimo Lancellotti. Iniziò il restauro e sostanziali modifiche furono apportate all’edificio che, per permettere la fruizione del panorama, vide realizzata sopra la loggia una sopraelevazione con copertura a terrazzo.

Si mise mano anche a modificare la facciata che da allora è rimasta inalterata. Da allora Villa Lancellotti è appartenuta ed appartiene ai discendenti di questa nobile casata che l’ hanno restaurata dopo i danni riportati in seguito ai bombardamenti del secondo conflitto mondiale. Splendido l’interno, arredato con statue e mosaici dell’antica Tusculum. Scene in cui compaiono membri della nobile casata Massimo Lancellotti, coprono la volta del salone situato al piano terra. Ne sono autori il Forti e l’Angelici, artisti ottocenteschi. Sono invece di fattura più antica gli affreschi che impreziosiscono alcune stanze; a realizzarli fu l’Alberti, un pittore vissuto a cavallo tra il XVI ed il XVII sec. Finti loggiati con splendide colonne tortili fanno da cornice a scorci di paesaggi affrescati sulle pareti del salone del primo piano. I realizzatori sono sempre l’ Angelici, il Forti ed il Fattori. La scena di “Diana con Endimione dormiente” affresca invece la volta del "Camerino settecentesco”. Né mancano affreschi dedicati a immortalare la ricchezza terriera dei Lancellotti.

Una parte del giardino, come detto all'inizio, fu acquistato dal Comune di Frascati nel corso degli Anni '50 del Novecento e trasformato in giardino comunale: il cosiddetto Parco dell'Ombrellino.
Realizzato nella seconda metą dell'Ottocento, ha conservato quasi inalterati gli elementi architettonici (come la monumentale fontana "della Cavallerizza"), gli arredi e gran parte della vegetazione originaria.

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