Martirio del marito Getulio

Estremamente significativo è anche il martirio di Getulio Zotico, che viveva nel territorio di Gabio o Gabi (oggi Zagarolo), una città non molto lontana da Roma, diffondendo il cristianesimo insieme al fratello tribuno Amanzio. Adriano aveva mandato presso di loro per dissuaderli un suo vicario, Cereale, il quale invece si era convertito.Contro di loro fu mandato allora Licinio che li catturò; essendosi rifiutati di sacrificare furono gettati nel fuoco (il luogo del martirio sarebbe da identificare con il 13° miglio da Roma). Getulio rimase incolume ed i soldati lo finirono a bastonate sulla testa. Il suo corpo fu sepolto dalla moglie, S.Sinforosa, in un loro terreno; dall'iscrizione di una lapide sembra però che il corpo di S.Getulio riposi a Tivoli nella chiesa di S.Pietro alla Carità.


Ingrandisce foto S.Pietro alla Carità

Fontana dei Votani

Essa è situata sulla destra di chi scende dal quartiere medievale del Colle appena superata l'omonima Porta di cinta da dove inizia Via degli Orti. Questa fontana, attualmente priva di acqua, fu fatta costruire dai potenti Estensi proprietari della Villa d'Este poco distante.

Si chiama Fontana dei Votani ed il termine con cui è designata ha dato luogo nel tempo a molte supposizioni. Per brevità si dirà in maniera sommaria le conclusioni più logiche a cui si è giunti; nel lontano Medioevo il vocabolo Votano era usato per delimitare una parte particolare del vicinissimo Santuario di Ercole Vincitore. Nel XVI sec. si parla di una chiesa con annesso convento sorto sempre in quella zona, detto di S.Giovanni in Votano; nel Settecento il termine ritorna sempre per lo stesso luogo in cui è situato un orto di proprietà delle monache.

Fontana dei Votani
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L'archeologo tiburtino Cairoli Giuliani ha dato una spiegazione al predetto ricorrente vocabolo: Votano sarebbe di derivazione greca (Biaiothanatos) e significherebbe "ucciso violentemente"il che si riferirebbe al martirio dei sette figli di Sinforosa uccisi nel Santuario di Ercole Vincitore e poi gettati il giorno dopo per volere di Adriano in una fossa che i Papi chiamarono "Ai sette uccisi violentemente".

Forse i cristiani crearono un luogo di culto, all'interno del Santuario ove il martirio era avvenuto, dedicato al ricordo dei martiri tiburtini.
Probabilmente il cristianesimo con il suo avvento tentò di sostituire il culto pagano di Ercole Vincitore con quello di S.Sinforosa martirizzata nel Santuario senza però riuscirci; lo scopo invece fu raggiunto sostituendo la divinità pagana in questione con il martire tiburtino S.Lorenzo che divenne patrono di Tibur e festeggiato il 10 Agosto proprio per sostituire i festeggiamenti erculei dello stesso periodo. Tuttavia nel cuore dei tiburtini il ricordo della famiglia trucidata fu sempre molto vivo; quando ci fu la guerra tra i Goti di Totila (che occuparono Tivoli tra il 543 ed il 544) ed i bizantini, fu diffusa la vicenda della Passio S.Symphorosae per contrastare il diffondersi dell'arianesimo. C'è tuttavia chi sostiene che detta Passio sia ancora più antica essendo attribuibile al IV sec. e questo sarebbe avvalorato dal fatto che tra il 468 ed il 483 divenne papa il tiburtino Simplicio, il quale fece erigere la chiesa o basilica di S.Sinforosa sulla Via Tiburtina. Sotto tale pontefice proprio per onorare la santa concittadina si provvide nella nostra città forse ad un'ulteriore stesura della Passio.
I toponimi "Ad septem frates" e "Ad sepetem biothanatos" indicano entrambi i sette martiri tiburtini ma il primo si riferisce al IX miglio della Via Tiburtina a Roma dove era la fossa in cui furono sepolti e il secondo al luogo, il Santuario di Ercole vincitore a Tivoli situato sempre sull'antica via Tiburtina, dove furono martirizzati.

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