Papa Pio II Piccolomini

Questo pontefice è legato sia alla costruzione della Rocca Pia di Tivoli (ne affidò i lavori nel 1461 in occasione della sua venuta in quest'ultima città agli architetti fiorentini Varrone e Niccolò, entrambi allievi del Filarete) sia all'origine della Sagra della trota (che si svolge ancora oggi sia a Subiaco che ad Agosta). Fu un personaggio importantissimo: un importante politico, un eccellente papa e un illustre umanista.
Al secolo Enea Silvio Piccolomini (nato il 18 ottobre 1405 a Corsignano- oggi Pienza-, nel territorio senese, da una famiglia nobile ma decaduta e morto ad Ancona il 15 agosto 1464), fu Papa dal 1458 alla sua morte. Terminata l'università, nel 1431 accettò il posto di segretario di Domenico Capranica, vescovo di Fermo, allora sulla strada che lo conduceva al Concilio di Basilea per protestare contro l'ingiustizia del nuovo Papa Eugenio IV, che gli rifiutava il cardinalato al quale era stato designato da Martino V. Arrivato a Basilea dopo numerose avventure, successivamente servì Capranica e diversi altri signori. Nel 1435 fu mandato dal Cardinale Albergati, legato di Eugenio al concilio, in missione segreta in Scozia. Visitando l'Inghilterra e la Scozia, corse diversi pericoli.


Ingrandisce foto Rocca Pia

Tornato, si schierò attivamente con il concilio nel suo conflitto con il Papa e, pur essendo ancora un laico, ricoprì un ruolo importante nella direzione dei suoi affari. Appoggiò la creazione dell'Antipapa Felice V ma poi, quando agli inizi del 1442 il concilio elesse Amedeo, Duca di Savoia, come antipapa, capì che la posizione del consiglio era indifendibile. Con un pretesto si ritirò a Vienna presso la corte dell'Imperatore Federico III. Qui venne incoronato poeta imperiale laureato ottenendo inoltre il patrocinio del cancelliere dell'Imperatore, Kaspar Schlick.

Nel 1445 fu inviato in missione a Roma per indurre Eugenio a convocare un nuovo concilio; fu assolto dalle censure ecclesiastiche e fece ritorno in Germania con il compito di assistere il Papa. Si comportò molto diplomaticamente riuscendo ad ammorbidire le differenze tra la corte papale di Roma e gli elettori imperiali tedeschi. Fu essenziale nel compromesso col quale, nel 1447 Eugenio, sul letto di morte, accettò la riconciliazione offerta dai principi tedeschi, lasciando senza supporto il concilio e l'antipapa. Il nuovo papa (successore di Eugenio) Papa Niccolò V, lo nominò (nel frattempo aveva preso i voti) vescovo di Trieste. Nel 1450 fu ambasciatore dell'imperatore Federico che desiderava contrarre matrimonio con la Principessa Leonora di Napoli. Nel 1451 andò in missione in Boemia e strinse un accordo con Giorgio di Podebrady, capo degli Hussiti. Nel 1452 giunse a Roma con Federico, che sposò Leonora e fu incoronato Re dei Romani.


Ingrandisce foto Rocca Abbaziale di Subiaco

Nell'agosto 1455 fece ritorno nella Città Eterna per assicurare l'obbedienza della Germania al nuovo Papa, Callisto III; in contemporanea presentò le raccomandazioni dell'imperatore e di Ladislao d'Ungheria, per la sua nomina al cardinalato (fu accontentato solo nel dicembre dell'anno successivo). Gli fu assegnato invece temporaneamente il vescovato di Warmia (Ermeland). Morto Callisto III il 6 agosto 1458, pochi giorni dopo si riunì il conclave. Era favorito il francese cardinale di Rouen ma fu eletto lui.

L'anno successivo convocò a Mantova un congresso di principi cristiani nel vano tentativo di indurli ad una crociata contro i Turchi Ottomani (fu sempre la sua principale preoccupazione durante il suo pontificato). Nel luglio 1461, Pio canonizzò Santa Caterina da Siena, e nell'ottobre dello stesso anno ottenne quello che inizialmente sembrò un brillante successo, inducendo il nuovo Re di Francia, Luigi XI, ad abolire la sanzione pragmatica di Bourges, per la quale l'autorità del Papa in Francia era stata gravemente ostacolata. Non miglior successo ottenne proclamando nel 1463 la guerra santa. Era febbricitante quando lasciò Roma; l'esercito crociato si sciolse ad Ancona alla ricerca di un trasporto; quando infine giunse la flotta veneziana, ormai lui, morente, poté vederla solo dalla finestra. Spirò due giorni dopo, il 15 agosto 1464. Pio II fu inoltre un grande mecenate e raffinato umanista nonché scrittore attento come dimostra la sua autobiografia "Commentarii rerum memorabilium".

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