Tivoli nel Cinquecento

Alla fine del XV e all'inizio del XVI sec. la Rocca Pia venne ulteriormente fortificata e con essa la città di Tivoli, tanto importante per la sua posizione strategica lungo la via del Regno di Napoli. Nel 1513, morendo Papa Giulio II, si riacutizzarono i dissidi tra Tibur e la Città eterna; il nuovo pontefice, Leone X (Giovanni de' Medici figlio di Lorenzo il Magnifico), attuò inutilmente vari sforzi per ricondurre Tivoli e Velletri sotto il dominio diretto romano. L'astio dei Tiburtini per i Romani era così forte che in occasione della peste del 1522 si rifiutarono di accogliere i membri di alcune famiglie nobili romane che chiedevano asilo per sfuggire al contagio. Da parte dell'Urbe si pensò in un primo tempo di punire Tivoli ma poi il nuovo pontefice Adriano V (1522-15239) ne riconobbe l'indipendenza dal Senato romano e la sua subordinazione alla Santa Sede.
Nel maggio del 1527 la triste vicenda del "sacco di Roma" ad opera dei Lanzichenecchi coinvolse anche Tivoli mentre una nuova epidemia pestilenziale colpiva le genti già martoriate.

Tivoli - Villa d'Este
Ingrandisce foto Villa d'Este

Anche la guerra tra Paolo IV ed il re di Spagna ebbe rovinose conseguenze per Tibur: i soldati imperiali prima e quelli pontifici poi distrussero l'agricoltura locale. La pressione fiscale, aggravata dalla necessità di dover far fronte a calamità naturali ed attività belliche, si fece più forte e colpì soprattutto il travertino, ricchezza della città tiburtina, che serviva per edificare i palazzi e le chiese rinascimentali romani.

Nel 1539, sotto il pontificato di Paolo III, che trascorreva le vacanze estive nella Rocca Pia come faceva abitualmente ogni anno, fu approvata a Tivoli la Regola della Compagnia di S.Ignazio di Lojola e grazie a quest'ultimo si giunse alla pace tra il Senato romano e la città bagnata dall'Aniene.
Il 9 settembre 1550 entrò per la prima volta a Tivoli, mentre le artiglierie della Rocca Pia sparavano a salve, il Cardinale Ippolito d'Este che, innamoratosi della città, si affidò a Pirro Ligorio per farsi edificare nella splendida Valle Gaudente la sontuosa Villa estense; nel marzo del 1555 morì Giulio III (Giovan Maria de' Ciocchi del Monte) e per sole tre settimane, poiché poi scomparve, divenne papa Marcello II (Marcello Cervini) mentre Ippolito d'Este, caduto in disgrazia ed accusato di simonia, fu esiliato a Ferrara per quattro anni.

Tivoli
Ingrandisce foto Chiesa dell'Annunziata

Terminata la costruzione della Villa, il Cardinale ebbe con Pio V un'altra contesa che mise fine alla sua carriera politica.
Nel settembre del 1572 Gregorio XIII visitò il Cardinale nella sua Villa tiburtina, che qui morì il 2 dicembre 1572 lasciando espresso il desiderio di essere sepolto nella attigua chiesa di S.Maria Maggiore mentre subentrava come erede della Villa il nipote Cardinale Luigi ultimandone i lavori.

Gli ultimi anni del XVI sec. anche per Tivoli furono anni di cattivi raccolti tanto che nel 1592 la Sagra Congregazione del Concilio definì lo stato della città "miserando".
Encomiabile fu invece in questo secolo l'attività religiosa ed assistenziale. Nel 1512 fu riorganizzata la Confraternita dell'Annunziata; alla fine del XVI sec. erano ancora funzionanti tre ospizi ( quello della Madonna del Ponte, quello dell'Annunziata e quello di S.Giovanni Evangelista) a cui si aggiunse quello di S.Nicola nel quale trovavano posto i bambini abbandonati ("expositi"). Accanto all'ospizio di S.Giovanni Evangelista, nel palazzo Cianti ancora esistente, trovò posto anche un Monte di Pietà ed un Monte frumentario gestiti dalla omonima confraternita.

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