"The Sibyl's temple, Tivoli" di Joseph Mallord William Turner

a cura di Roberto Borgia

Se avete visto il film prodotto nel 2014 sugli ultimi venticinque anni di vita del pittore Joseph Mallord William Turner (Londra, 23 aprile 1775 - Chelsea, 19 dicembre 1851), dal titolo appunto Turner (titolo originale Mr. Turner), ricorderete certamente che in una delle scene finali compare un quadro di grandi dimensioni con il Tempio della Sibilla, un soggetto della nostra città che il maestro inglese amò particolarmente come dimostrano gli schizzi nei suoi quaderni da viaggio.
Il film parte appunto dagli anni Venti, quando l'artista rientra da uno dei suoi viaggi, diciamo di studio, nel continente e termina con la fine del suo cammino terreno, nel 1851. Fin dalle immagini iniziali, piene d'ironia, con due contadine olandesi che avanzano chiacchierando mentre la macchina da presa lentamente si muove a trovare il pittore intento a schizzare il cielo al tramonto sul proprio portfolio tascabile, il regista Mike Leigh fissa la principale ossessione turneriana, quella per il sole e per la luce, e il rifiuto di certi aspetti genericamente "pittoreschi", che gravavano ancora nella pittura romantica di quel periodo.


Ingrandisce foto "The Sibyl's temple, Tivoli"

La luce per Turner rappresentava l'afflato dello spirito divino e questo è il motivo per cui nei suoi ultimi quadri trascurò di rappresentare oggetti solidi e i loro dettagli, concentrandosi sui giochi di luce riflessi dall'acqua e sullo splendore dei cieli e del fuoco. Turner si stava sforzando di ricercare un modo di esprimere la spiritualità nel mondo piuttosto che limitarsi a fornire un'interpretazione artistica ai fenomeni ottici (" Il sole è Dio" disse poco prima di morire).

Negli ultimi anni Turner usò colori a olio in modo sempre più marcato, riuscendo a evocare l'impressione della luce quasi pura servendosi di colori brillanti, attirandosi però le severe critiche e l'ironia pesante dei pittori suoi contemporanei. L'intensità del colore e l'interesse per le sfumature di luce non solo fanno considerare rivoluzionaria la pittura di Turner, ma ebbero anche una profonda influenza sugli impressionisti e in particolare su Claude Monet, che studiarono attentamente la sua ricerca, la sua tecnica e le sue opere.
Anche se è diventato famoso per le sue opere a olio, Turner è stato anche uno dei più grandi maestri britannici nella realizzazione di paesaggi all'acquerello. E la prova che Turner, pur inquadrato genericamente nella pittura romantica, sia stato il vero precursore dell'impressionismo è quest'opera dal titolo "The Sibyl's temple, Tivoli", guazzo, grafite e acquerello su carta, cm. 50,4 x 39,3, databile all'incirca al 1820, conservato nella Tate Britain a Londra, nell'ala Clore Gallery, realizzata nel 1986 su progetto di James Stirling, che ospita appunto le sue opere. Turner infatti alla sua morte aveva lasciato un notevole patrimonio che, nelle sue intenzioni, doveva servire per aiutare quelli che chiamava gli "artisti in disgrazia".

Parte di questa somma andò alla Royal Academy of Arts, che non la usa purtroppo per questo scopo, anche se talvolta premia alcuni studenti con la Medaglia Turner, ma non erano queste le intenzioni del mecenate. Lasciò poi la sua collezione di dipinti, che non aveva voluto vendere, allo stato britannico, auspicando la costruzione di un'apposita galleria d'arte per ospitarli. Ma per problemi finanziari e per il mancato accordo sul luogo in cui tale edificio sarebbe dovuto sorgere, neppure questo desiderio si avverò. Anzi, contravvenendo alle disposizioni dell'artista, ventidue anni dopo la sua morte il Parlamento promulgò una legge che permetteva che i suoi dipinti potessero essere prestati a musei che si trovavano fuori Londra: in questo modo iniziò un processo di dispersione delle opere che Turner voleva invece rimanessero radunate insieme.

Nel 1910 la maggior parte del Lascito Turner, che comprende dipinti e disegni non completati, fu ospitata nell'ala Duveen Turner della Tate Gallery. Nel 1987 è stata aperta una nuova ala del museo, la Clore Gallery, proprio per ospitare il Lascito Turner, anche se alcuni dei dipinti più rappresentativi sono rimasti esposti alla National Gallery. In tal modo le sue opere hanno forse una maggiore visibilità, ma certamente non sono state rispettate le disposizioni dell'artista che voleva che i lavori finiti (e che, ripetiamo, non aveva voluto vendere, nonostante offerte sostanziose) fossero conservati ed esposti insieme.

(marzo 2016)

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