Le esequie del Cardinale Ippolito II d'Este

Lo storico G. M. Zappi a pag. 142 in “Annali e memorie di Tivoli” descrive le solenni esequie che Tivoli tributò in occasione della morte dell’illustre Cardinale di Ferrara, Ippolito. Costui, essendo molto affezionato alla città, pochi giorni prima che morisse, ordinò che il suo corpo fosse sepolto nella chiesa tiburtina di S.Francesco, convento dei “frati zoccolanti”. L’ill.mo monsignor Aloiso Card. D’Este, “suo amorevole et obediente nepote”, dispose la traslazione del corpo accompagnato da tutta la corte “con una infinità di torce accese dentro in una cassa a modo di lettiga portata da doi muli guarniti di cotone con un panno di velluto negro sopra, con una croce di imbroccato, con doi cappelli da cardinale et quattro armi compartite una per faccia; et il ditto corpo fu posto in mezzo di una chiesa chiamata di S.Maria del Passo, vicino alla città doi cento passi, et ivi erano tutti quelli gentilhommini della città vestiti di corroccio; fra poco spatio di tempo incominciavano a venire le compagnie e le confraternite delle città sì come fu ordinato dal nostro reverendissimo monsignor Vescovo di Tivoli, con tutto il clero della città, cioè li frati di S.to Domenico, di S.to Francesco, cioè i zoccolanti, di S.to Antonio da Padua, di S.to Leonardo, con tutti li altri rettori et cappellani…i canonici della cattedrale di S.to Lorenzo maggiore con li cantori sino a putti…”.


Ippolito II d'Este

Lo Zappi, descrivendole dettagliatamente, racconta ancora l’arrivo per prima della compagnia dell’Annunziata (Nuntiata), seguita poi da quelle di S.ta Maria del Ponte, di S,to Giovanni Evangelista, del SS.mo Salvatore, di S.Maria dell’Oliva, di S.to Rocco ed infine da tutte le altre tutte le altre. Ogni compagnia era preceduta da un "confalone”; tutti li “confrati” erano vestiti con “sacchi bianchi”.

"Et doppo a questo comparsino li magnifici signori Officiali o vero Magistrato della città come ms. Baldo Botio auditore, del detto ill.mo et rev.mo Cardinale di Ferrara, ms. Domenico Fucci capomilizia, ms. Bastiano…ms. Mattheo Petrucci, ms. Ascensio Bonamoneta priori… con il signor…Scipione Beneaducci giudice ordinario del civile da Tolentino, li quali andavano tutti dogati con vestimenti longi sino a terra, corrocciosi, con borratti, con lor famiglia et trombetti in segno di grande mestizia et dolore… con una gran quantità di torce negre accese…”. Lo Zappi dice che costoro andarono a porgere le loro condoglianze ai membri della corte del defunto Cardinale presenti nella chiesa. Tutti piangevano.


Ingrandisce foto Lapide del card. Ippolito II d'Este

Poi si dette ordine “che la moltitudine delle genti, le quali ferno il numero di dormila homini et non meno, se dovessimo partire in ordine a la volta della città, sì come successe…li detti signori Officiali presono il corpo del Card. sino alla porta della chiesa et poi successino li homini et confrati della compagnia della Nuntiata et presono il corpo fino alla porta del Colle, la quale porta era di modo parata et guarnita di oscurità…e con doi versi latini…le quali lettere dicevano così: Molto ti deve Roma ma molto più ti deve Tivoli ove hai la tua amata Villa d’Este)”.

Lo storico continua il suo resoconto informandoci che, entrato il corpo dentro la città, i confratelli della Compagnia di S.ta Maria del Ponte lo portarono fino a Piazza dell’Olmo mentre tutte le campane delle chiese, davanti cui si passava, suonavano a morto. Tutti piangevano mentre alle finestre si affacciavano malati, bambini, zitelle per vederlo passare. Furono poi i confratelli della compagnia di S.Giovanni Evangelista a portarlo da Piazza dell’Olmo fino alla chiesa di S.Francesco per essere qui seppellito .
"Arrivato in detta chiesa con lumi et torce del numero di trecento, che successe in detta chiesa grandissimo romore et tumulto fra i cittadini priori delle compagnie per causa della precedentia fra di loro che se non fosse stato la prudentia di ms. Baldo suddetto et del signor capomilizia, iudice et priori, officiali della città, sarebbe successo uno scandolo et garbuglio…”.
Il corpo fu lasciato vicino all’altar maggiore; lo Zappi, a questo punto, ringrazia Dio che il governo della città di Tivoli per volontà del pontefice Gregorio sia stata affidato ad Aloiso card. Este che senza dubbio saprà guidarla come lo zio. Il giorno seguente all’arrivo del cadavere di Ippolito nella chiesa di S.Francesco, fu innalzato “un palco di otto palmi riquadro ricento intornodi quei signori gentilhommini della corte vestiti di corroccio con torce accese…più di cento lumi… et il detto corpo stava in mezzo di decto palco con quattro palafrenieri con banderuole o ver ventagli…”. Inoltre lo Zappi ricorda le “infenite facole grandi accese in alto fra due navi maggiori di detta chiesa per adornamento di detto luogo mesto…” Furono numerose le messe dette quel giorno per il defunto cardinale tra cui egli ricorda la messa maggiore, quella celebrata dal Vescovo di Tivoli.

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