I Centauri

Nel 1737 gli scavi di Villa Adriana portati avanti dal Furietti (alto prelato della corte pontificia e cardinale dal 1759) riportarono alla luce diverse opere fra cui spiccano il celebre Mosaico delle Colombe e i Centauri, entrambi custoditi ed esposti oggi ai Musei Capitolini. I due centauri di marmo bigio morato (un particolare marmo dal colore bronzeo molto raro e pregiato che si estraeva dalle cave del promontorio di Capo Tenaro nel Peloponneso) furono trovati, quasi integri, pochi metri sotto terra nei pressi del Canopo, come lo stesso Furietti annotò :"statim enim ac effossores apposui ad illam villae partem quae supra Canopum est ad austrum, reperta sunt duo Centaurorum graeca simulacra admirandae, inimitandaeque artis Aristeae ac Papiae sculptorum Aphrodisiensium, quorum nomen ad hanc usque aetatem in tenebris latuerat" etc.


Ingrandisce foto Centauro vecchio

Frutto di uno straordinario virtuosismo tecnico nella lavorazione del marmo (evidente è la ricerca di effetti metallici nella resa delle chiome, della barba e delle code da cui si presume la derivazione da originali in bronzo), risultano dunque essere state scolpite (come ne attestano anche le iscrizioni sugli zoccoli) da Aristeas e Papias, artisti di Afrodisia, in Caria (odierna Turchia), specializzati nel realizzare opere per la ricca committenza romana.
I due centauri, che probabilmente erano posti in modo simmetrico nella sala che adornavano, rappresentano un'allegoria del sentimento amoroso nelle diverse età della vita: la gioventù e la vecchiaia.

Il centauro vecchio, infatti, ritratto come consuetudine interamente nudo ad eccezione della nebrìs (la pelle di cerbiatto) raccolta sulla spalla destra, appare stanco con i lineamenti sofferenti nell'atto di volgere all'indietro la testa malinconica per le pene d'amore mentre le braccia sono raccolte insieme dietro la schiena.


Ingrandisce foto Centauro giovane

Il senso di movimento è accentuato dalla zampa anteriore destra del quadrupede, sollevata dal suolo e flessa. Il centauro giovane appare invece allegro con il volto sorridente in atto di danzare (ach'esso nudo ad eccezione di un piccola pelle di animale selvatico poggiata sul braccio sinistro) con i muscoli vibranti. Nella mano sinistra tiene un pedum, il piccolo bastone nodoso tipico dei satiri.

Nel 1765, un anno dopo la morte del Furietti che, dal momento della scoperta ne aveva sempre conservato la proprietà, i centauri ed il mosaico delle Colombe di Plinio furono venduti dagli eredi del cardinale alla Reverenda Camera Apostolica per 13.000 scudi in seguito alle forti richieste dell'allora pontefice Clemente XIII. Costui volle che le opere in questione, una volte acquisite, fossero conservate presso i musei Capitolini.
Nel 2002, dopo 300 anni di incuria (l'unico restauro fu effettuato successivamente alla loro scoperta dal Napolioni) le due sculture furono oggetto di un importante restauro che avvenne direttamente nella sala di esposizione dei Musei Capitolini, sotto gli occhi dei visitatori.

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