La chiesa di S. Sinforosa o del Gesù

La chiesa, costruita nel 1587 per volontà del card. francese Contarelli, era dedicata a S. Sinforosa, martire tiburtina, ed ai suoi sette figli Crescente, Giuliano, Nemesio, Primitiva, Giustino, Stattelo ed Eugenio. Tutta la famiglia, compreso Getulio, sposo della Santa e padre dei ragazzi, fu martirizzata sotto l’imperatore Adriano. Furono i Gesuiti, seguaci dell’ordine fondato da S.Ignazio, ad edificarla ed ad officiarla e per questo motivo la chiesa era detta anche “del Gesù”. Nel Palazzo del Collegio avevano messo su una biblioteca trasferendola dalla loro sede di Roma; essa, quando l’ordine dei Gesuiti fu soppresso, divenne di proprietà del Comune.
A Tivoli la chiesa di S.Sinforosa era situata nell’attuale Piazza Filippo Sabucci e per la precisione sul luogo ove ora è un piccolo giardino pubblico antistante la scuola elementare di Via del Collegio; ancora transitabile è via S.Sinforosa, che costeggiava la chiesa omonima.

Chiesa del Gesù
Ingrandisce foto Chiesa del Gesł

La chiesa fu bombardata la mattina del 26 maggio 1944 dall’aviazione alleata impegnata nelle operazioni militari inerenti il 2° conflitto mondiale. In seguito a tale incursione l’edificio sacro fu gravemente danneggiato e opere d’arte di notevole valore furono distrutte. Occorre infatti ricordare che l’artista, lo Zuccari, il cui nome è legato alla realizzazione degli affreschi del Palazzo estense di Tivoli, lavorò anche per affrescare alcune parti di questa chiesa realizzando “Il martirio di S.Getulio e S.Sinforosa” e “La gloria del Paradiso”.
Ma anche gli affreschi del gesuita non che architetto e pittore, padre Pozzo, qui situate, andarono perdute.

Busto di S.Sinforosa
Ingrandisce foto La chiesa distrutta
Foto: British School at Rome
Ward-Perkins collection

Danneggiata, ma ancora recuperabile, era la facciata della chiesa (come documentano alcune fotografie dell’epoca) suddivisa orizzontalmente in due parti dal frontone in cui era situata questa iscrizione "SS. Symphorosae et filiis. Mattheus card. Contarellus extruxit A. MDLXXXVII". Fu invece deciso nel periodo postbellico di finire di demolire la chiesa senza improntare un programma di restauro per ciò che di essa era rimasto; il danno al patrimonio artistico fu così aggravato ed irrecuperabile.
Ma vediamo di ricostruire come era la chiesa all’interno.
Sull’altare maggiore era collocato un grande quadro di G.Piccioni che ritraeva la Santa con i suoi sette figli. Una balaustra marmorea di raffinata fattura era posta a delimitare lo spazio antistante l’altare. Essa fu collocata al posto di quella lignea in noce che Ignazio De Angelis, notaio di Tivoli, finanziò per immortalare il ricordo dello zio defunto Don Antonio De Angelis, il quale per lungo tempo fu rettore della chiesa.

Busto di S.Sinforosa
Ingrandisce foto Busto di S.Sinforosa

Svariate erano le lapidi sepolcrali situate a terra, sul pavimento antistante l’altare maggiore; qui riposavano i defunti Rosolini, De Angelis, Zacconi, Leonini. A sinistra ed a destra della navata centrale si aprivano delle cappelle. A sinistra erano ubicati gli altari di: S.Stanislao Kosta (artefice della raffigurazione: padre Pozzo), S.Luigi (ritratto su tela), la Madonna della Neve custodita nella cappella che sarebbe stata affrescata dal Sansovino e delimitata da una balaustra marmorea donata da B.Bonfiglietti in ricordo della figlia morta.

Più numerose erano invece le cappelle di destra che custodivano gli altari di: S. Francesco Saverio (bel dipinto del Vanenti; la nobile famiglia Zacconi aveva lo “Jus patronato” sulla cappella passato poi alla famiglia De Angelis), degli Angeli custodi (artista C.Salvati; l’altare successivamente fu dedicato a S.teresa del Bambin Gesù), di S.Ignazio (la cappella era dei Rosolini che ne detenevano lo Jus patronato), del SS.mo Crocefisso (bello il Crocefisso ligneo qui situato; va ricordato che esso fu portato in processione per le vie di Tivoli (dai gesuiti con a capo padre Bolgi) nel 1681 avendo gli Ottomani assediato Vienna.
Nel tiburtino quartiere Empolitano è sorta una nuova chiesa del Gesù; qui, insieme al magnifico busto argenteo di S. Sinforosa, sono custodite le reliquie di due braccia.

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