Le Edicole votive a Tivoli

Edificate da privati cittadini come atto di devozione o di riconoscenza per una grazia ricevuta verso i santi e la Madonna, le edicole votive sono da sempre espressione dell'arte e della religiosità popolare. ll termine edicola, originariamente, era riferito solo alle cappelle che sorgevano isolate dagli altri edifici, e che nella loro impostazione riproducevano una chiesetta, e al cui interno contenevano un altare e l’immagine del santo a cui erano dedicate. Le edicole votive stradali, “le madonnelle” (come popolarmente vengono chiamate anche se non tutte sono di soggetto mariano), sono una caratteristica abbastanza ricorrente della zona gravitante intorno all’Urbe e diffusissima nella stessa Roma.
Tuttavia l’abitudine di posizionare sulle facciate delle abitazioni delle immagini sacre risale all’antica civiltà romana.

Piazza Colonna
Ingrandisce foto Chiesa di S.Silvestro

A quel tempo infatti era assai diffuso il culto dei Lares (i Lari, dei protettori della casa); tali divinità inoltre proteggevano anche gli incroci stradali per cui edicole votive con la loro effigie venivano messe sui muri delle insulae (caseggiati popolari a più piani) e delle Domus (abitazioni patrizie ad un solo piano). Tale culto dei Lares compilates era collettivo e di frequente si organizzavano delle feste (i Compitalia) presso tali edicole. Tra tali usanze pagane romane e quelle cristiane non esiste tuttavia un rapporto di continuità.

La funzione delle edicole era, ed è per quelle rimaste, sia pubblica che privata; realizzate in proprio, divenivano punto di riferimento per tutto il vicinato come luogo integrativo di culto per recitare il rosario o semplici orazioni nel corso della giornata.
In base alla loro posizione le edicole seguono due tipologie: o sono d’angolo o su facciata (la tipologia prescelta era in connessione con la funzione protettiva data in questo o quel caso all’edicola). Diverse invece sono le tipologie architettoniche e iconografiche in quanto furono realizzate in epoche diverse in cui prevalevano stili alquanto difformi utilizzando elementi decorativi molto vari (cornici a stucco o in legno, baldacchini, mensole ecc.). Spesso davanti a tali edicole ardeva una fiammella che fino al XIX sec. era anche l’unica fonte di illuminazione stradale.
In passato le edicole votive venivano poste a protezione di una casa o di una strada per interessamento delle corporazioni di mestiere (i coronari, i macellai, gli ortolani, i sediari ecc.) e le donne, che in genere tenevano viva la devozione per questa o quella immagine sacra votiva, erano dette “madonnare”.


Ingrandisce foto Edicola in V.lo Palatini

Chi si addentra nei vicoli, nelle Piazze della Tivoli medievale e storica può ammirarle esposte su un angolo della facciata principale o discretamente collocate in posti più nascosti ma certamente più intimi. Spesso, però, le edicole (in cui si evidenziano antichi affreschi) sono aggredite dal tempo e dall'incuria e per questo corrono gravi rischi di scomparire.

Se si tiene conto del loro immenso valore come testimonianza di fede degli uomini di un tempo, si capisce chiaramente che esse andrebbero salvate al di là del loro più o meno grande valore artistico. Esse sono in genere opera di artisti o di artigiani locali, per lo più rimasti anonimi perché questa forma d'arte era ritenuta minore ma non mancano anche nomi illustri come Angelo da Tivoli. Le edicole sono il luogo dei Santi e sono lo strumento della mediazione tra l’uomo e Dio. Chiaramente la maggior parte di esse vede rappresentata la Madonna, massimo potere di intercessione verso Gesù. Erano e sono gli abitanti del quartiere, della via, del cortile a prendersi cura dell’edicola, della “loro “edicola abbellendola con qualche fiore, con un lumino ecc. Fino a quando esiste la comunità, l’edicola ne è al centro e vive con essa; al contrario cade nell’oblio.

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