Solennissima coronazione della sagra immagine della vergine Madre

Il giorno 17 agosto segnato nei fasti della città sarà di eterna ricordanza. Fin dall'albeggiare del giorno il sagro tempio videsi pieno di divoti accorsi alla solennità della coronazione della sagra immagine e dai limitrofi luoghi e dalla stessa dominante. I divini sagrifici furono continui, ai quali assistevano i fedeli in gran numero, specialmente alle messe celebrate da sua emza rma il cardinal Mattei e dal vescovo diocesano monsig. Gigli, cibandosi divotamente del pane degli angioli. Il tempio non era più capace a contenere l'immensa popolazione venuta alla pontifical messa solenne celebrata come nel giorno precedente da monsig. Brigante Colonna. Veniva essa accompagnata da ottanta tra professori e dilettanti romani, otto de' quali alunni di S.Michele si distinsero col loro esimio maestro. E perchè la musica vocale e istrumentale era stata composta dal marchese Cesare De Sanctis perito allievo del ch. marchese Muti, cosi questi la volle diriggere in propria persona, che per fornita invenzione e per esattissima esecuzione meritò applauso comune.
Compiuta la messa solenne il capitolo della cattedrale preceduto dagli alunni del seminario si portò alle camere di sua emza rma il sig. cardinal Mattei giunto alla città nella sera precedente, accolto dal festivo suono dei sagri bronzi, dal tiro dei mortaIetti, dall'armonia delle bande e dalle comuni voci di grande esultanza, per invitarlo alla solenne coronazione della sagra immagine commessagli dai canonici della patriarcale basilica vaticana. Dalle camere di sua emza avviossi con quest'ordine la comitiva pel solenne ingresso alla porta maggiore della chiesa.


Ingrandisce foto Madonna delle Grazie

Un religioso sacerdote francescano osservante con attorno i deputati della festività apriva la processione portando la corona; seguivano tutti i religiosi di quella famiglia, il seminario e il capitolo della cattedrale, e da ultimo vestito di sagra porpora l'emo cardinale con a lato i monsig. Barbolani e Lucidi. Giunto l'emo all'altare maggiore ov'era esposta la sagra immagine circondata di oro divisato e partito in raggi e splendori, si assise al trono, e ordinò al cancelliere Pomponi la lettura della sua bolla di coronazione.
Premesse le preci e compiute le cerimonie, sua emza benedisse il sagro diadema, e poi asceso per comodi scalini a tal uopo formati fino alla prodigiosa immagine, le impose quella vaga corona.
II rimbombo di molti spari di mortaletti, il suono di tutte le campane, l'armonia delle bande e la viva commozione di tutti gli accorsi fecero plauso lietissimo a Maria coronata con tanta solennità. Si resero quindi col Te Deum umili grazie al Signore, e dopo la recita di alcune preci prescritte Sua Emza bedicendo il popolo, pose fine alla cerimonia solenne.

La sagra immagine di Maria SSma coronata portata in trionfo per le vie della città e onori a Lei resi in tal giorno

Ma non finirono le pie funzioni colla solenne coronazione della sagra immagine, nè qui cessarono le calde preghiere dei divoti di Maria. Si rinnovarono ancora nel dopo pranzo. Il p. Michelangelo da Rossiglione definitore generale de' cappuccini onorò la vergine Madre con eloquente orazione panegirica, e dipoi cantate le litanie lauretane concertate dal rinomatissimo professore Borghi, si avviò solenne processione della venerabile immagine per le vie più frequentate della città. Le tre confraternite partivano le prime in gran numero di coppie, i frati minori, i cappuccini, quindi il seminario e il capitolo, appresso dodici fanciulline di bel garbo con candide vesti e coronate di rose, le quali con grave portamento superiore a quella età gittavano dai lor panierini nembi di fiori in tutte le vie che doveano traversarsi dalla Vergine del cielo.


Processione della Madonna delle Grazie

Seguiva da ultimo la sagra immagine una folla di divoti che le rendea continuo tributo di laudi sincere. L'esterno delle abitazioni e le finestre piucchemai eran fornite di nobili apparati. Sull'imbrunir della sera le accese luminarie di vario colore apparecchiate con bell'ordine e partitura a disegno formavano in quella oscurità ombre vaghe e meravigliose.

Ma già nella oscurità della notte recavasi con grande apparato la immagine prodigiosa in faccia al Catillo. Questo monte in tutto il suo gran corpo poco vestito di alberi, dal piè e su pei fianchi fino alla cima è tutto corso di sentieruoli: quivi disposti furono in bell'ordine duemila mortaletti, che incendiati mentre la processione fermata erasi al suo dirimpetto sembravano due colonne di fuoco che camminassero su per la china del monte fino alla vetta. Alle due di notte v'ebbe il fuoco artificiato, che per la varietà delle illuminazioni, per le palle incendiate volanti in aria e lungamente durevoli e pei fuochi di diversi colori accesi in mezzo alla verdura degli alberi riuscì nuovo agli occhi degli spettatori.
Illuminossi pure e fu vaghissimo spettacolo il giardino che trovasi alle falde del Catillo. Incominciando da dove le acque dell'Aniene entrano nel cavo del monte e scorrendo fino al punto che n'escono, oltre la maggiore vi sono altre stradette o viuzze con alberi in copia ed alcuni di non poca altezza. Quivi erano sospesi vari globetti o come dicono palloncini scompartiti a liste di più tinte, i quali bellamente illuminavano tutto quel luogo amenissimo. V'accorsero a goderne la magnificenza i forestieri ei cittadini in gran numero, nè si partirono se non a sera tarda, quando le bande cessarono dalle loro armonie.

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