Inchinata del 1851: cronaca della processione e dell'incoronazione della Madonna delle Grazie

Riportiamo di seguito la descrizione dell'Inchinata che si tenne nel 1851, anno in cui ci fu l'incoronazione della sacra immagine della Madonna delle Grazie, così come descritta da padre Stanislao Melchiorri in "Memorie Storiche del culto e venerazione dell'immagine di Maria Santissima venerata in Tivoli nella chiesa di S.Maria Maggiore dei francescani osservanti".

".il priore della università dei Muratori e i deputati, con analogo programma segnato il di 7 agosto, si mostrarono premurosissimi perchè tutto fosse lodevolmente ordinato. Si pensò alla direzione dello sparo de' mortaletti usato in città in qualunque festività dell'anno commessa a Giuseppe Leonelli e a Stefano Genga in concorso di tutti quelli che a tale mestiere si conoscessero idonei. Nei tre giorni della festa e nei cinque appresso si numerarono cinquemila e novecento colpi sparati in diverse parti delle contrade. Si ordinarono pure tre fuochi artificiali. Il primo veniva preparato da Giovanni Palassini; il secondo da Demetrio Fraschetti; il terzo da Giovanni Astorri, i quali oltre la somma assegnata ebbero dai deputati un premio onorevole, perchè superarono l espettazione comune.
Si passò quindi alla illuminazione, e perchè furono varie si divisero fra molti capi de' muratori. La illuminazione della facciata della chiesa venne commessa a Benedetto Del Priore, il quale unitamente a Giuseppe Bonfiglietti, la condusse a tale vaghezza, ch'era una meraviglia a vederla. Essa mostravasi tutta rivestita con armature di legno intagliato in gotico, con tela sopra dipintavi del medesimo stile. Sopra quest'armatura erano poste delle luminarie da servire di lume alla notte. Si numerarono duemila lumicini che vi arsero per cinque sere. In mezzo alla facciata della chiesa vedeasi l'immagine della vergine Madre dipinta da Domenico Giuliani, nei piedi della quale era scritto il versetto del libro della Sapienza: Magniftcentia tua in diademate capitis sculpta est. Abbellivano pure la facciata le armi di Sua Santità papa Pio IX, del capitolo canonicale del Vaticano, del cardinale arciprete Mattei, del vescovo di Tivoli, dei monsignori Barbolani e Lucidi e del comune di Tivoli.


Ingrandisce foto Inchinata

Ornatissimo pure appariva l'interno del tempio e per ricchezza de' paramenti e de' fregi, e per vaga illuminazione dei doppieri con bel gusto formata. I deputati elessero a disegnarne la paratura l'egregio Domenico Cartoni ingegnere della Comarca, romano, eseguita con somma lode da Filippo Cartoni pure romano. Colpiva l'occhio dei riguardanti un ricchissimo paliotto di oro in rilievo sopra campo di seta bianca ricamato dalle suore della Carità in Tivoli, colle limosine raccolte da alcune donne aventi a capo Maria Bonfiglietti. Merita lode Vittoria Tronti tiburtina pel dono fatto alla chiesa di un tappeto ricamato in lana, adatto a coprire i gradini di quell'altare. Ma sopratutto è di essere ricordata S.Eccellenza rma Carlo Gigli vescovo amatissimo della città che per tributare omaggio di sua divozione alla Vergine le donò un bellissimo reliquiario di argento con finezza di arte condotto."

La sera del 14 agosto

Prima del giorno 13 agosto erano state compiute le sagre preci e discorsi morali in preparazione alla gran solennità della Vergine Assunta detti dal m.r.p. Ugolino da Macerata francescano dell'osservanza commissario di Terra Santa. Nel mezzo giorno si annunziò l'avviamento della festività col suono de' sagri bronzi, con salve moltiplicate di mortaletti sul monte Catillo e coll'armonia delle bande. La città tutta si vide in gran movimento e pel gaudio degli abitanti di ogni ordine e per l'arrivo de' forestieri accorsi ad onorare la vergine Madre. Era un bel vedere la maggior parte delle abitazioni delle strade più frequentate abbruttite dalla voracità del tempo, in sì breve imbiancate ea luogo a luogo fregiate di poetiche composizioni ispirate dalla più fervida divozione verso Maria.


Gaudenzi - L'Inchinata

Sull'imbrunire del giorno 14 già partiva dalla cattedrale basilica la solita solenne processione che finì nel piazzale di S.Francesco coll'incontro delle due sagre immagini del Salvatore e della Vergine. Ai due archi coperti di verdura ove prima ponevano le venerate immagini per farsi a vicenda l'inchino, furono sostituiti quattro angioli di gesso in gran persona, che genuflessi sopra ampie aventi in mano festoni di fiori, formavano arco passaggio delle sagre immagini. Alla illuminazione della città aggiungevasi pure quella della facciata dell'interno della chiesa, che non poteano esser più gaie e più ricche. Le prodigiose effigie furono di fronte a due altari, ove i sacerdoti doveano l'indomani celebrare il divin sagrificio ei fedeli nel vedere da vicino quei sagri dipinti, che spiravano la più soave commozione di teneri affetti.

Sagre funzioni eseguite nei giorni 15 e 16 agosto

Venne iniziata la festività della Vergine Assunta in cielo e col suono de' sagri bronzi e collo sparo dei mortaletti in gran numero. A terza si celebrò messa solenne dal rmo D. Agapito arcidiacono Proli, primaria dignità della cattedrale basilica. Vi assisterono il vescovo diocesano, il rmo capitolo, gli alunni del seminario e l intero corpo della magistratura. Il sagro rito veniva accompagnato da scelta musica vocale e istrumentale eseguita da cinque professori della vicina capitale e dai dilettanti della città, composta dall'egregio maestro di cappella della cattedrale basilica sig Ignazio Vergelli. Compiuto il divin sagrificio si rinnovò l'incontro delle due sagre immagini come nella sera antecedente nel piazzale di S.Francesco, muovendo quella del Salvatore processionalmente alla cattedrale, e l'altra della Vergine ritornando alla chiesa di S.Francesco. Nelle ore pomeridiane si cantò vespro solenne, ed appresso si elogiarono le grandezze della Vergine Assunta con erudita orazione panegirica dell'esimio domenicano p. Giacinto De Ferrari, ed in fine chiuse la solennità il divoto canto delle litanie lauretane.

Alle sagre funzioni si unirono gli spettacoli pubblici. Nella notte vi fu il primo de' fuochi artificiali fuori della porta S.Croce. Tutta quella deliziosa strada era vagamente illuminata come pure il campanile e la facciata della chiesa non che tutte le vie della città. Il giorno 16 fu pur solenne per la festività della Vergine Assunta, perchè tutte le sagre cerimonie e le dimostrazioni di gioia furono eguali anche in questo. La presenza però di monsignor Brigante Colonna tiburtino vescovo di Recanati e Loreto, per chiarezza di natali e per innocenza di vita ben noto, accrebbe di gran lunga la celebrità di un tal giorno, perchè invitato alla sua città per essere a parte della solennità della coronazione della sagra immagine, cantò messa pontificale accompagnata da musica vocale e strumentale, a cui facevano corona egualmente il capitolo canonicale, il seminario vescovile e il magistrato. Dopo i vesperi solenni il p. Anacleto da S.Felice de' minori osservanti lettore generale di teologia nel convento di Aracoeli recitò una dotta orazione panegirica ad onore della Vergine Assunta. La solennità venne compiuta coll'armonioso canto delle litanie lauretane.

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