Il periodo romano e quello medioevale

Il territorio dei Monti Ruffi, tanto importante per gli spostamenti, fu poi controllato dagli Equi arroccati a Trebula Suffenas (vicina al paesino attuale di Ciciliano); essi occupavano in un periodo di tempo, compreso tra il VI ed il IV sec. a. C., una vasta area che dai Monti del Cicolano arrivava fino alla media Valle del fiume Aniene. Trebula Suffenas era fortificata e quindi svolgeva una duplice funzione: salvaguardava l'accesso al territorio occupato e controllava tutto il movimento della zona.

Valle Vona
Ingrandisce foto Valle Vona - sopra Pereto

Una città forte, antica e per molto tempo nemica di Roma fu Tivoli; gli Equi si allearono con Tibur per far fronte comune contro la pericolosa rivale ma l'Urbs vinse ed il villaggio di Trebula fu dichiarato municipio romano. Da quel momento, I sec. a C., tutto il territorio dei Monti Ruffi fu romanizzato; vi sorsero splendide ville romane collegate alle cisterne dislocate lungo i vari percorsi.

Risalente alla dominazione romana sono dei resti, a Saracinesco, dell'acquedotto Anio Novus (Nuovo Aniene). Con la caduta dell'impero romano iniziò il Medioevo; un centro particolarmente importante a quel tempo fu Subiaco grazie all'enorme importanza che il monastero del S.Speco benedettino assunse non solo in loco ma per una vastissima area laziale.

Campo Secco
Ingrandisce foto Campo Secco

Così tra l'800 d.C e il 900 d.C. anche la zona dei Monti Ruffi fu controllata dalla potente abbazia sublacense e cominciò ad essere "incasellata" vale a dire sulle alture, dominanti passaggi strategici del fondovalle, cominciarono ad essere edificati poderosi castelli destinati, oltre al predetto controllo viario della valle, anche a difendere la gente che, terrorizzata dalle scorrerie dei Saraceni e degli Ungari o Magiari, vi trovavano riparo.

E' interessante notare come tali manieri fossero più o meno vicini ad una via, esistente già prima della dominazione romana e frequentata fino al XVIII sec., che dal Passo della Fortuna arrivava fino all'abbazia sublacense attraversando la dorsale dei Monti Ruffi e toccando numerosi paesini. Tali castelli assunsero un'ulteriore decisiva importanza in seguito ai contrasti tra i feudatari del posto, tendenti a sottrarsi ad ogni forma di controllo teocratico, ed il Papa, tra Federico I di Svevia (il Barbarossa) e Corrado di Antiochia. Alcuni manieri sono ancora visibili ed intorno ad essi si è sviluppato il borgo mentre altri a partire dal Rinascimento furono distrutti per volere dello stesso pontefice Sisto V, al secolo Felice Peretti.

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